sabato 19 novembre 2016

18 novembre - Torino: ennesimo attacco/discriminazione contro le lavoratrici. Una ragione in più per partecipare il 25 novembre a Roma



Torino, niente premio alle dipendenti in maternità: condannata per discriminazione l'azienda trasporti
 Un'autista di Gtt 

Il giudice del lavoro intima al gruppo Gtt di "cessare il comportamento illecito e rimborsare le lavoratrici"
di SARAH MARTINENGHI

18 novembre 2016
Ha discriminato le sue dipendenti in quanto donne e soprattutto madri. Per questo Gtt è stata condannata dal tribunale del lavoro che ha intimato alla società che gestisce i trasporti di cessare il comportamento discriminatorio, di rimborsare le lavoratrici che avevano fatto causa e di pubblicare per due settimane la sentenza sulle bacheche dell’azienda.
La causa è stata mossa da cinque dipendenti che avevano ricevuto un premio di risultato più basso. Questo perchè l’azienda le aveva considerate assenti mentre erano in congedo per la maternità, sia obbligatoria che facoltativa, e durante le malattie dei figli. Il giudice del lavoro Aurora Filicetti ha accertato il diritto delle ricorrenti a chiedere il rimborso delle differenze tra quanto corrisposto e quanto avrebbero dovuto percepire, ordinando a Gtt di equiparare le loro assenze a delle presenze. Le lavoratrici, dopo aver tentato invano ogni strada interna per vedersi riconoscere quanto richiesto, si sono rivolte alle avvocate Mirella Caffaratti e Arianna Enrichens. «Si tratta di una sentenza significativa in materia di pari opportunità e di riconoscimento dei diritti della donna lavoratrice e madre» ha commentato l’avvocato Caffaratti. Gtt ha sostenuto di non aver avuto alcun intento discriminatorio. Ma la difesa delle dipendenti ha portato in aula un dato come riscontro: i congedi per malattia dei figli sono chiesti dalle madri otto volte di più rispetto ai padri. La causa è stata sostenuta dalla Filt Cgil, e a sostegno delle donne è intervenuta anche la consigliera regionale per le pari opportunità con l’avvocato Chiara Germano. «La sentenza - ha spiegato Caffaratti - si inserisce nel solco del riconoscimento della maternità obbligatoria come presenza nel quale la giurisprudenza è più consolidata. Mentre il riconscimento dei congedi parentali è stato finora più timido e non c’erano sentenze che avevano dato questo riconscimento alle assenze per malattia dei figli». Diversa l'opinione di Gtt, che specifica in una nota: "In relazione alla sentenza  per discriminazione, l’azienda attende le motivazioni. Si segnala che fa riferimento a  norme presenti in un un accordo del 2009 firmato con le organizzazioni sindacali e oggi non più in vigore. Le stesse tematiche sono trattate in un nuovo accordo voluto dall’azienda nel  2014 e firmato dalle stesse organizzazioni, che ha anticipato di circa 2 anni le disposizioni di legge. Oggi quindi i temi oggetto della vertenza hanno in Gtt una diversa regolamentazione che supera quanto contestato".
L'assessora regionale alle Pari opportunità, Monica Cerutti, e il suo collega ai Trasporti, Francesco Balocco, hanno inviato una lettera congiunta al presidente del Gtt, Walter Ceresa, auspicando che questa sentenza sia l'occasione per un'inversione di tendenza all'interno del gruppo. "E' una sentenza che stabilisce un precedente molto importante sul quale d'ora in poi le politiche aziendali si dovranno basare". Così l'assessore comunale alle Pari Opportunità Marco Giusta commenta la condanna di Gtt per discriminazione. "Ho incontrato, anche nel mio percorso, molte aziende - aggiunge l'assessore - che sostenevano che il premio di produzione non fosse da dare in determinati casi. Questa sentenza inquadra finalmente un paradigma importante per le donne e le madri. Un passo in più nella tutela dei diritti e contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro".


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