INDICE
La Città
Futura noreply@lacittafutura.it
LEGGI
SPECIALI E MOVIMENTO NO-TAV: L'IRRESPONSABILITA’ DELLA PROCURA TORINESE
MicroMega kwdirect@newsletter.kataweb.it
ILVA:
IL DRAMMA DI TARANTO, VITTIMA DELL'INCERTEZZA DEL GOVERNO
Muglia la furia noreply+feedproxy@google.com
BOLOGNA CHE PENA, CHE
MISERIA! E LA
SETTIMANA EUROPEA? PERSA!
Muglia la furia noreply+feedproxy@google.com
SARNES 16: SPUNTI E
RIFLESSIONI
USB Ospedale Gaslini ospedalegaslini.sanita@usb.it
CONTINUA LA PRIVATIZZAZIONE DEL
GASLINI
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
APPELLO A VASCO ERRANI COMMISSARIO STRAORDINARIO PER
IL TERREMOTO
AIEA Paderno Dugnano aieapadernodugnano@gmail.com
COMUNICATO STAMPA PROCESSO ETERNIT
Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario mfpr.naz@gmail.com
IL 25
NOVEMBRE A ROMA: VENITE TUTTE!
Mario Murgia AIEA Val Basento info@associazioneespostiamiantovalbasento.it
AMIANTO: UN NEMICO DA SCONFIGGERE
Comitato Eureco comitatosostegnovittime.eureco@gmail.com
EURECO: COMUNICATO STAMPA E PROSSIME INIZIATIVE
Federico Giusti giustifederico@libero.it
SPAZZINI E CURA DIMAGRANTE
Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
DIOXINITY
DAY/2
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
REPORT MORTI
PER INFORTUNI SUL LAVORO AL 31 OTTOBRE 2016
Associazione Italiana Esposti Amianto Onlus aiea.mi@tiscali.it
NEWSLETTER
OTTOBRE 2016
---------------------
From: La Città Futura noreply@lacittafutura.it
To:
Sent:
Monday, October 24, 2016 1:22 AM
Subject: LEGGI SPECIALI E
MOVIMENTO NO-TAV: L'IRRESPONSABILITA’ DELLA PROCURA TORINESE
22/10/2016
L'edizione cartacea
odierna del quotidiano “La
Stampa” di giovedì 13 ottobre, a
pagina 44, riportava virgolettata un'affermazione del Procuratore Generale Saluzzo, secondo il quale le richieste di almeno 140 anni
di carcere per 47 attivisti No TAV sono
giustificate dal fatto che “la presa di distanza dai fatti
contestati non ci sarà mai: la radicata convinzione di essere nel giusto e che
lo Stato stia sbagliando non verrà mai ritrattata”.
Il procedimento
giudiziario, a cui la richiesta di condanna si riferisce, è relativo agli
scontri avvenuti il 27 giugno del 2011,
dopo lo sgombero del presidio permanente ribattezzato “Libera Repubblica della Maddalena”, e del 3 luglio dello
stesso anno nei pressi della centrale elettrica di Chiomonte, durante una grande manifestazione di protesta.
Dalla dichiarazione
riportata abbiamo così appreso che l'obiettivo perseguito dalla Procura di Torino non è la valutazione degli eventuali
reati commessi dai manifestanti, ma l'abiura da parte degli accusati, il loro
riconoscimento che lo Stato ha ragione a fare l’Alta Velocità in Val di Susa e a militarizzare un intero territorio.
Questa frase suona
particolarmente inquietante, perché non può non riportare alla mente un periodo
della nostra storia lontano dal presente (anche se non troppo), quello a
cavallo fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, quando il
conflitto fra le organizzazioni della sinistra rivoluzionaria che praticavano
la lotta armata e lo Stato si fece durissimo, lasciando una lunga scia di
sangue.
Non è questa la sede
per un dibattito storico-politico sulla complessità di quel periodo, interessa
qui solo evidenziare come, sull’onda della “emergenza terrorismo”,
a partire dalla metà del decennio 1970-1980 furono
varati una serie di provvedimenti (come la “Legge
Reale”, l’istituzione delle carceri speciali, la legge Cossiga del febbraio 1980, solo per fare alcuni
esempi) e imbastiti una serie di processi (come, sempre per esempio, il “7
aprile” contro l’Autonomia padovana e parte del Processo Tobagi per quella milanese) che di fatto portarono alla
sospensione a tempo indeterminato dei diritti individuali e collettivi previsti
dalla Costituzione. A queste scelte, si
aggiunse la legislazione sui “pentiti” (1982), tesa formalmente a contribuire
alla sconfitta della lotta armata in Italia, ma che di fatto puntava anche
all’ottenimento (per l’appunto) dell’abiura politica,
non solo da parte dei “terroristi”, ma anche da parte dei militanti delle
organizzazioni e dei movimenti “legali” che venivano messi nel grande calderone
della “sovversione”.
Le leggi speciali degli anni Settanta e Ottanta, se ottennero (non
da sole, ma questa è un’altra storia che si tratterà in altra occasione) la
sconfitta del movimento armato, provocarono però al tempo stesso sofferenze e
disastri umani e sociali irreparabili. Eppure sembra che la “filosofia dell’emergenza”, che impregnò molte Procure
italiane in quel periodo, permanga ancora in modo sostanziale a Torino (e forse
non solo).
Le enormi differenze
di contesto storico e politico fra ieri e oggi imporrebbero un maggiore buon
senso, una maggiore sobrietà, soprattutto per chi si trova a giudicare degli
ipotetici reati commessi in un contesto di grande conflittualità sociale come è
oggi la Val di
Susa. Invece, la Procura
torinese sembra determinata a utilizzare una ricetta che produsse già danni
all’epoca, immaginiamoci ora.
Ne è riprova non solo
la dichiarazione del Procuratore Generale Saluzzo sopra riportata, ma anche lo
svolgere i processi contro i No TAV nell’aula bunker del carcere delle Vallette
(utilizzata normalmente per i processi contro reati di mafia o terrorismo), il
tentativo (poi fallito) di costituire un pool “anti No TAV”,
ma soprattutto quello di imbastire procedimenti giudiziari relativi ad azioni
violente contro cose (come l’incendio di un compressore) in attentati con
finalità di terrorismo (articolo 270 del Codice Penale rivisitato dalla Legge
155 del 31 luglio 2005, la famosa “Legge Pisanu”).
Finora, sia la Corte d’Appello
di Torino, sia la
Cassazione hanno rigettato l’accusa di terrorismo, ma la procura di
Torino ha di nuovo presentato ricorso in Cassazione.
Alla fine degli anni
Settanta, Norberto Bobbio, citato da Nanni Balestrini e Primo Moroni nel
famoso libro “L'orda d'oro”, affermava che “il
compito di questi apparati disciplinari dovrebbe essere quello di equilibrare
il diritto di rappresentanza dei movimenti sociali con le esigenze di gestione
e di riproduzione delle democrazie. Quando ciò non avviene, quando vengono
alterati unilateralmente gli statuti e le regole del gioco, si apre un
conflitto dagli esiti imprevedibili”.
Oggi, nel 2016 e
quindi in un contesto completamente diverso da quello in cui scriveva Bobbio,
l’atteggiamento irresponsabile di Procure come quella di Torino non lascia
dormire sonni tranquilli.
---------------------
From:
MicroMega kwdirect@newsletter.kataweb.it
To:
Sent: Saturday,
October 22, 2016 7:53 AM
Subject: ILVA: IL DRAMMA DI
TARANTO, VITTIMA DELL'INCERTEZZA DEL GOVERNO
di Antonia Battaglia (Peacelink), Giuseppe Civati (Possibile), Monica Frassoni (Green Italia e Verdi Europei), Elly Schlein (Possibile)
18 ottobre 2016
Quello
che é accaduto a Taranto in questi ultimi mesi è davvero tanto, troppo.
Solo
poche settimane fa, Peacelink ha presentato il dossier “Non toccate quelle
polveri” portando alla luce il fatto che polveri pericolose per la salute dei
tarantini non vengono registrate dalle centraline dell’ARPA, non idonee a
rilevare le polveri specifiche che inquinano Taranto ossia quelle con PM
superiore a PM 11 e inferiore a PM 0,7.
Tonnellate
di polveri industriali pericolose sono quindi distribuite su persone e ambiente
e restano incontrollate.
E’
di poche settimane fa anche l’aggiornamento dello Studio Sentieri, che ha messo
in evidenza un’importante relazione tra l’aumento di patologie nei giorni in
cui l’inquinamento dall’area industriale invade la città. Una situazione
confermata dai dati sulla mortalità.
Mentre
il 17 settembre moriva l’ennesimo operaio, Giacomo Campo, nell’area AFO4 dello
stabilimento.
E
qualche giorno dopo i dati sui tumori in aumento, soprattutto tra i bambini di
età compresa tra 0-14 anni residenti a Taranto, indicavano che ci sono eccessi
importanti per le patologie respiratorie: in particolare tra i bambini
residenti al quartiere Tamburi si osserva un eccesso di ricoveri pari al 24 per
cento, una percentuale che sale al 26% tra i bambini residenti al quartiere
Paolo VI. Lo studio è stato realizzato nell'ambito delle attività del Centro
Salute e Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il dipartimento
di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, della ASL di Taranto,
di ARPA Puglia e di ARES Puglia.
Giorni
difficili per Taranto.
I
diritti dei tarantini non possono essere calpestati ad aeternitatem e non
crediamo che nella Costituzione Italiana sia sancito che il diritto al lavoro
debba andare di pari passo con la negazione del diritto alla salute e alla
vita.
Su
Taranto grava pesante l’incertezza delle prossime mosse del Governo, che
vorrebbe vendere l’ILVA ma che non riesce a gestire le diverse criticità in
atto.
Tutto
sembra immobile, eppure si muove. In una direzione che non é certamente quella
che speravamo.
Perché
avremmo voluto, a questo punto, a fine 2016, poter contare su una scelta chiara
a monte: l'ILVA va chiusa perché nuoce gravemente alla salute e in più è in
perdita continua, quindi andiamo avanti sulla strada della riconversione e del
cambio di paradigma?
Oppure
l'ILVA il Governo la vuole tenere aperta e quindi la rimette a nuovo, chiude
gli impianti a caldo, i parchi minerali, impermeabilizza il suolo, e la rende
compatibile con la vita?
Fino
ad ora non c'è stata nessuna scelta.
Siamo
andati avanti per inerzia, il Governo bloccato in uno stallo ormai endemico che
non rende possibile null'altro che la scelta obbligata di continuare in una
non-decisione.
Vogliamo
capire quali iniziative urgenti ed improrogabili il Governo intenda adottare
per dare a Taranto non solo delle certezze in merito al proprio futuro ma
anche, nell’attesa della finalizzazione del lungo processo di vendita o affitto
che sia, di quali siano le misure da prendere per fermare il grave pericolo in
atto.
---------------------
From: Muglia
la furia noreply+feedproxy@google.com
To:
Sent:
Monday, October 24, 2016 5:02 PM
Ma della "Settimana europea della salute e sicurezza sul lavoro" e dei temi posti al centro dell'attenzione degli specialisti della prevenzione, degli imprenditori e dei lavoratori europei, qualcuno si è ricordato?
Eppure è roba dei nostri giorni, visto che inizia oggi.
Nessun riferimento, nemmeno nello stand dell'INAIL a
Bologna, che pure è il "focal point" per
l'Italia. Ambiente-Lavoro, la "fiera-mercato" sulla
quale tornerò nei prossimi giorni.
Ormai noi siamo fuori dall'Europa. Noi siamo qui a chiederci se e
quando si deve fare la notifica preliminare (a 20 anni dal recepimento della Direttiva
Cantieri), se le 20 ore fatte nel 2002 possono valere come aggiornamento per
gli RSPP.
Miserie.
Credo proprio che la stagione "alta" della sicurezza sul lavoro
sia finita ed è stata Bologna a decretarne la sua morte con le sue povere
iniziative ed i suoi patetici stand. Ora non resta altro che chiuderla.
Franco
---------------------
From: Muglia
la furia noreply+feedproxy@google.com
To:
Sent:
Wednesday, October 26, 2016 5:19 PM
Subject: SARNES
16: SPUNTI E RIFLESSIONI
Monastero di Sezano: 22 e 23 ottobre 2016
-
Occorre
rimettere il lavoratore al centro dell’attenzione di tutti (mica si fa male la
betoniera).
-
Quando si
considera il lavoratore occorre valutarlo nell’interezza del suo vissuto.
-
La legge e
in particolare le Direttive europee pongono il lavoratore al centro del sistema
di prevenzione e quindi anche il lavoratore del cantiere.
-
Migliorare
la sicurezza all’interno delle imprese: il ruolo dei preposti.
-
Spesso il
lavoratore non opera in sicurezza.
-
Le procedure
di sicurezza predisposte nei piani di sicurezza e nelle valutazioni dei rischi
non sempre permettono al lavoratore di lavorare in sicurezza.
-
Perché
spesso il lavoratore non opera in sicurezza?
-
In molti
contesti il lavoratore ha la possibilità di lavorare in sicurezza in quanto
questa è una priorità anche del datore di lavoro.
-
Il ruolo
principale di tutela spetta all’azienda da cui il lavoratore dipende.
-
Se l’azienda
non è presente o poco presente che ruolo deve svolgere il coordinatore per la
sicurezza per porre al centro dell’attenzione il lavoratore?
-
Il bastone e
la carota: i sistemi che premiano i comportamenti corretti hanno dato buoni
risultati quando applicati.
-
Il sistema
premio/sanzione è uno dei punti di forza dei sistemi di gestione della
sicurezza.
-
Il RSPP deve
rappresentare un maggior stimolo per far emergere le segnalazioni e le
possibili migliorie lavorative dai singoli lavoratori, a partire dal
fondamentale apporti dei preposti (comunità di pratica).
-
Il CSE e i
documenti: spesso sono dei meri adempimenti formali, che non portano nessun
valore aggiunto alle attività che si realizzano in cantiere.
-
Il POS così
come descritto dall’allegato XV e dal modello semplificato non è in grado di
tenere sotto controllo tutti i tipi di cantiere.
-
Il PSC fatto
in fase di progettazione non è un documento che permette di gestire
correttamente un cantiere in fase di esecuzione, perché è stato realizzato
prima (anche di molto) dell’aggiudicazione e quindi diverse cose sono da
cambiare a partire dal cronoprogramma dei lavori; il fatto di dover aggiornare
il PSC non deve essere una scusa per non fare dei buoni PSC in corso di
progettazione dell’opera.
-
Il CSE deve
entrare più in sintonia con la produzione (micropianificazone) settimana per
settimana e deve anticipare quello che succederà la settimana successiva e
concordare con l’impresa le modalità esecutive.
-
La sicurezza
da sola non esiste: “E’ indissolubile dal progetto o dal lavoro. L’unico modo
per fare un lavoro è farlo in sicurezza”.
-
“Fermiamo i
barbari”: i giovani tecnici della prevenzione di cui leggiamo le gesta sui
social con le loro domande ignoranti, il comportamento arrogante e un
atteggiamento che trasuda pigrizia, ma anche rabbia, disillusione, sfiducia e
frustrazione.
-
I giovani
tecnici della prevenzione, loro formazione, aspettative e prospettive.
-
Ma tra i
nuovi barbari c’è anche molto di quanto associazioni, organismi bilaterali ecc.
hanno messo in mostra a Bologna nel corso di Ambiente-Lavoro.
-
E infine
altri temi toccati: la riforma costituzionale e il passaggio di competenze da
Regioni-Stato a solo Stato, gli organismi di vigilanza ecc. , il near miss in
quanto strumento fondamentale per la capire quello che sta realmente succedendo
in cantiere.
---------------------
From: USB Ospedale
Gaslini ospedalegaslini.sanita@usb.it
To:
Sent:
Thursday, October 27, 2016 3:03 PM
Subject: CONTINUA
LA PRIVATIZZAZIONE
DEL GASLINI
COMUNICATO STAMPA
Non si
privatizza un ospedale vendendolo, ma svuotando i servizi pubblici
dall’interno.
Al Gaslini,
dopo la privatizzazione del servizio di pulizia, del servizio di lavanderia,
della cucina ora è iniziato l’iter per la privatizzazione del servizio di
sterilizzazione.
Il tutto
basato sullo sfruttamento dei lavoratori, su un servizio sicuramente peggiore
ed è tutto da dimostrare vi siano concreti risparmi.
Un esempio?
Nessuno controlla gli appalti e molti lavoratori sono costretti ad acquistarsi
le divise oppure i reparti si dotano di divise monouso pagate con soldi
pubblici per sopperire a queste carenze.
La cucina? Svanita
la possibilità di dare una bottiglietta d’acqua in più o un panino ai pazienti
e il personale continua ad eliminare ore che dovrebbero essere dedicate
all’assistenza per l’ordinazione dei pasti.
Le pulizie?
Da poco tempo abbiamo indetto uno sciopero del personale Coopservice per il
trattamento che subiscono questi lavoratori.
Il tutto
nelle continue carenze di personale (almeno 40 infermiere e 20 OSS) e la
mancanza di una selezione specifica per le ostetriche al Gaslini (tramite
concorso o chiamata) a cui l’attuale giunta non sembra dare risposte.
Ma le
privatizzazioni vanno avanti celermente.
DIFENDIAMO LA SANITA’ PUBBLICA
LA SALUTE NON E’ FONTE DI PROFITTO
Luca Nanfria
USB Gaslini
---------------------
From: Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Friday,
October 28, 2016 10:27 AM
Subject: APPELLO
A VASCO ERRANI COMMISSARIO STRAORDINARIO PER IL TERREMOTO
APPELLO DELL'OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA
MORTI SUL LAVORO DI BOLOGNA A VASCO ERRANI COMMISSARIO STRAORDINARIO PER IL
TERREMOTO
Caro Vasco Errani,
conosciamo da abitanti della Regione la sua professionalità e preparazione
da ex Presidente della Regione Emilia Romagna.
Il terremoto in Emilia ha dimostrato la vulnerabilità della fabbriche
costruite negli anni sessanta, ottanta e novanta e anche più recenti. Molte
delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per
il crollo dei capannoni.
Lo stesso terremoto di tre giorni fa che ha colpito l'Umbria e le Marche ha
evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a
rischi sismico. E' un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a
Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica
stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto
della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente
146 lavoratori e se erano tutti all'interno ci sarebbe stata una strage.
E' un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra
i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto i capannoni ci
lavoravano pochissime persone.
La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono costruiti in anni
dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Se non si comincia a
farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e
parliamo di milioni di lavoratori.
La prego di non sottovalutare questo rischio. Del resto con incentivi e
detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non
eccessivamente alta.
Carlo Soricelli
Curatore dell'Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro
---------------------
From: AIEA
Paderno Dugnano aieapadernodugnano@gmail.com
To:
Sent:
Friday, October 28, 2016 9:35 PM
Subject: COMUNICATO
STAMPA PROCESSO ETERNIT
Buonasera,
invio il Comunicato
Stampa di Medicina Democratica, Associazione Italiana Esposti Amianto e
Comitato per la Difesa
della Salute nei luoghi di Lavoro e nel Territorio in merito al processo
Eternit bis apertosi ieri mattina a Torino.
Lorena Tacco
* * * * *
COMUNICATO STAMPA
PROCESSO A TORINO ETERNIT BIS: PRESIDIO E CONVEGNO
E’
RIPARTITO IL PROCESSO ETERNIT BIS, DAVANTI AL GIUDICE PER LE INDAGINI
PRELIMINARI (GUP)
Il
procedimento era stato rinviato, dal medesimo GUP, davanti alla Corte Costituzione
per una eccezione che la stessa Corte non ha ritenuto valida. In data odierna,
27 ottobre, esso è ripreso; però invece che proseguire normalmente il Giudice
ha stabilito di discutere nel merito del pronunciamento della Corte e di completare
la discussione alla successiva udienza del 4 novembre. Si saprà allora che
succederà.
In tale
occasione le seguenti associazioni:
-
Medicina Democratica;
-
Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA);
-
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio;
-
Comitè d’Aide et d’Orientation aux Victimes de l’Amiante
(CAOVA - Svizzera);
hanno organizzato
un presidio davanti al tribunale a significare che il processo deve andare
avanti fino alla fine con le accuse già a suo tempo specificate dal Pubblico
Ministero.
Il Convegno,
svolto nel pomeriggio, organizzato dalle medesime associazioni, è entrato nel
merito del procedimento Eternit, delle difficoltà insite nello stesso
stigmatizzando la possibilità di derubricazione (da omicidio volontario a
omicidio colposo), nonché eventuali prescrizioni e possibili rinvii ad altro
tribunale.
Le
vittime ritengono che si debba fare giustizia ed in particolare l’associazione
svizzera CAOVA, di aiuto e sostegno alle vittime dell’amianto, che ben
conoscono Stephan Schmidheiny, e lo vedono muoversi, libero come un uccello, in
Svizzera e in sud America, ritengono che tale situazione sia insostenibile.
Ancora
una volta si dimostrerebbe che basta essere ricchi e potenti per restare
nell’impunità.
Ancora le
associazioni firmatarie pensano che dai tribunali non possano avere ascolto
coloro che si trovano in conflitto di interesse, anche se grandi scienziati (o
considerati tali) e che le responsabilità degli imputati di qualsiasi processo
che riguarda la salute e sicurezza sul lavoro, soprattutto le esposizioni a
sostanze tossiche e cancerogene, devono essere slegate da tutti i tipi di
sofismi pseudo legali, ma riferite esclusivamente alle condizioni di
sfruttamento e di non applicazione della Costituzione e delle leggi.
I processi
di queste dimensioni, pur difficili e complessi, non possono essere abbandonati
e sostituiti da procedimenti più piccoli, esclusivamente sul piano civile.
Occorre prendere coscienza, anche dalla Magistratura della loro importanza
sociale e di giustizia complessiva.
Torino, 27 ottobre 2016
Medicina Democratica
Associazione
Italiana Esposti Amianto (AIEA)
Comitato per
la Difesa della
Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Comitè d’Aide
et d’Orientation aux Victimes de l’Amiante (CAOVA - Svizzera)
---------------------
From: Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario mfpr.naz@gmail.com
To:
Sent: Saturday, October 29,
2016 12:30 PM
Subject: IL
25 NOVEMBRE A ROMA: VENITE TUTTE!
Proletarie,
precarie, disoccupate: ovunque voi siate.
Troviamoci a
Roma il 25 novembre, assediamo i palazzi del potere, scateniamo la nostra ribellione,
portiamo le nostre rivendicazioni, esprimiamo la nostra forza di distruzione di
ciò che ci opprime, di costruzione della nostra vita e liberazione.
La violenza
è sistemica ed è il sistema che bisogna abbattere.
Venite
autonomamente ovunque voi siate e lottate nelle organizzazioni sindacali, nelle
associazioni e forze del movimento, dai posti di lavoro, dai quartieri, dagli
uffici e dalle case.
Per chi ne
ha bisogno c'è la copertura sindacale dello sciopero dichiarato da alcune
organizzazioni sindacali.
Venite con
tutte le bandiere possibili (escluso fasciorazzisti e partiti governativi)!
Le
lavoratrici precarie disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
---------------------
To:
Sent:
Saturday, October 29, 2016 4:47 PM
Subject: AMIANTO:
UN NEMICO DA SCONFIGGERE
Trasmetto News relative a recenti iniziative che ci
vedono in prima linea con altre associazioni e movimenti di cittadini in varie
regioni d’Italia.
Mario Murgia Associazione Italiana
Esposti Amianto Valbasento
* * * * *
CONTU DELL’AIEA: UN PASSO IMPORTANTE, TROPPE DISPARITA’ TRA UNA ASL E
L’ALTRA
28 ottobre
2016
Da La Nuova Sadegna
“Le denunce
delle vedove e dei familiari delle vittime dell’amianto a Ottana non sono state
vane, l’adozione di un unico protocollo di sorveglianza sanitaria per tutti i
lavoratori sardi ex esposti all’amianto è un passo importante. Non ci saranno
più disparità di trattamento da ASL ad ASL”, dice Sabina Contu, presidente
dell’AIEA regionale.
“Quando un
lavoratore veniva visitato a Oristano o a Sassari” - prosegue Sabina Contu – “riceveva
un determinato trattamento e nel caso di Sassari anche un certificato di
esposizione all’amianto, a Cagliari invece veniva sottoposto a una visita
superficiale. Nel tavolo tecnico inoltre ci sono i maggiori esperti sardi in
materia d’amianto. L’altra notizia positiva che riguarda gli ex esposti di
Ottana è la convocazione dell’AIEA da parte della commissione del Senato sugli
infortuni sul lavoro per affrontare il testo unico amianto, e dunque la
possibilità di inserire anche Ottana, Assemini e la cartiera di Arbatax tra i
siti industriali in cui i lavoratori sono stati esposti”.
* * * * *
AMIANTO, VISITE UGUALI PER TUTTI: L’ASSESSORE ARRU UNIFICA LE PROCEDURE DI SORVEGLIANZA
SANITARIA DEI LAVORATORI EX ESPOSTI ALLA FIBRA KILLER
28 ottobre
2016
Da La Nuova Sadegna
Come
annunciato nei giorni scorsi, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru ha
istituito per decreto un tavolo tecnico per uniformare in tutte le ASL
dell’isola il piano di sorveglianza sanitaria degli ex esposti amianto. Ne
faranno parte una quindicina di medici esperti in materia di sicurezza e
rispetto della salute negli ambienti di lavoro tra i quali alcuni specialisti
in malattie asbesto correlate. Al di là degli inevitabili tecnicismi del Decreto,
si tratta di una conquista degli ex esposti all’amianto e delle associazioni
che li rappresentano (l’AIEA in primo luogo) perché consentirà di uniformare
fra le varie ASL le procedure di sorveglianza sanitaria, cioè la frequenza e la
tipologia di visite ed esami che gli ex esposti dovranno affrontare.
Numerosi ex
lavoratori, che poi si sono ammalati di patologie asbesto correlate, hanno
infatti denunciato di essere stati sottoposti a visite o esami superficiali che
non hanno permesso di individuare per tempo la malattia che poi si è
manifestata e in più di un caso ha portato alla morte. Solo nell’area
industriale di Ottana, per esempio, negli ultimi anni ci sono state 120 vittime
fra gli ex lavoratori.
Con il
decreto dell’assessore Arru, in futuro ogni Spresal (il Servizio di prevenzione
e sicurezza sul lavoro che fa capo a ciascuna delle 8 ASL sarde) sarà tenuto ad
adottare una procedura accurata nella sorveglianza sanitaria di patologie che
spesso, ed è il caso di quelle legate all’amianto, vengono evidenziate solo da
esami molto accurati. Il coordinamento del tavolo tecnico è stato affidato al
medico Pietrina Manca, direttore del servizio Spresal dell’ASL di Sanluri,
l’azienda sanitaria capofila per la
Sardegna in materia di amianto.
L’altro
fronte sul quale gli ex esposti all’amianto cominciano a vedere riconosciuti i
propri diritti riguarda l’INAIL, con cui l’AIEA (insieme con CGIL e ANMIL) ha
in corso a sua volta un tavolo tecnico per il riconoscimento dell’esposizione
all’amianto dei lavoratori delle aree industriali di Ottana e Assemini. Lo
status, per nulla ambito ma necessario, di ex esposti sinora è stato
riconosciuto dall’INAIL solo a 12 lavoratori di Ottana su 1441 e la malattia
professionale a sei persone su 77.
Queste
valutazioni sono state condizionate dalla relazione Contarp (Consulenza tecnica
accertamento rischi e prevenzione) dell’INAIL che nel 2003 stabilì che
nell’area industriale di Ottana non c’era mai stata esposizione all’amianto,
nonostante sino a pochi anni prima ci fossero prove evidenti del contrario, Il
confronto fra i rappresentanti dei lavoratori e INAIL Sardegna sta procedendo e
potrebbe portare al riconoscimento dell’esposizione all’amianto sulla base
delle mansioni svolte nella fabbrica e degli anni di lavoro al suo interno. In
questo senso il tavolo tecnico istituito dalla Regione potrebbe agire da
stimolo per il confronto.
C’è poi il
versante romano della vertenza, che vede impegnati i parlamentari Michele Piras
e Silvio Lai da un lato e la commissione d’inchiesta sugli infortuni del lavoro
presieduta dalla senatrice Camilla Fabbri, che il mese prossimo tornerà a
occuparsi del caso Ottana.
* * * * *
BARI, AMIANTO: UN NEMICO DA SCONFIGGERE: COMUNICATO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
AMIANTO: UN NEMICO DA SCONFIGGERE
Conosciamo veramente i problemi connessi all’amianto?
Quanta consapevolezza e sensibilità dei pericoli che le
fibre di asbesto possono provocare sul nostro organismo esiste nelle nuove
generazioni?
Queste le domande che ci poniamo e che sono alla base
dell’iniziativa che, in collaborazione con il Comune di Bari ed alcune scuole
superiori di Bari, stiamo preparando e che vedrà il suo culmine il prossimo 28
Aprile in occasione della giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto.
Una manifestazione che coinvolgerà gli studenti in un
concorso con premiazione finale riservata alle migliori composizioni
letterarie, fotografiche o grafiche sul tema amianto sulle sue ricadute
drammatiche nell’ambiente circostante.
Capofila di questa iniziativa sono, oltre a diverse
associazioni che da anni, con ruoli ed obiettivi diversi, conducono battaglie
sul fronte dell’inquinamento da asbesto, il Liceo Scientifico E. fermi di Bari
e il comune di Bari con gli assessori Maselli e Romano.
Propedeutici all’iniziativa saranno gli incontri che si
terranno nelle scuole partecipanti durante i quali i rappresentanti delle
associazioni rappresenteranno il problema amianto nelle varie sfaccettature
sociali, scientifiche e sanitarie al fine di creare le premesse migliori alla
realizzazione delle opere che gli studenti realizzeranno.
Siamo convinti che il modo migliore per vincere i mali
ambientali sia conoscerli a fondo ed essere fortemente coinvolti nella loro
risoluzione.
Bari, 26 Ottobre 2016
VERBALE DELL’INCONTRO “AMIANTO E DINTORNI”
Il 26 ottobre, con la presenza della dottoressa Paola
Romano, Assessore alle politiche giovanili, scuola e lavoro e del dottor Silvio
Maselli, Assessore alle culture e al turismo del Comune di Bari, si è tenuto
presso la Presidenza
del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Bari, con la Dirigente Scolastica
professoressa Griseta Giovanna, un ulteriore incontro con Nicola Brescia,
responsabile comitato cittadino Fibronit, Lillo Mendola, responsabile
dell’associazione AFeVA di Bari, la professoressa Rosanna Albergo
dell’associazione Capo Gallo, Mario Arpaia dell’associazione Memoria Condivisa
e i rappresentanti dell’associazione AIEA Val Basento Matera, Mario Murgia e
Nicola Frangione.
Si è discusso sull’importanza del coinvolgimento dei
giovani in età scolastica, sulle tematiche derivanti dalla presenza di sostanze
nocive come l’amianto sul territorio cittadino.
La
Dirigente Scolastica ha subito dichiarato la propria disponibilità al
coinvolgimento dei propri alunni, gli assessori Romano e Masellli hanno
accettato le proposte delle associazioni, al relativo bando di concorso avente
per oggetto l’Amianto.
Il bando è stato pensato ed elaborato per gli alunni
delle scuole medie superiori, esso costituirebbe per i giovani e le loro
famiglie, il modo migliore per affrontare le problematiche delle sostanze
nocive e la loro ricaduta sull’ambiente.
Le associazioni hanno offerto la propria disponibilità
a partecipare agli incontri con gli alunni, con documentari e presenze
specialistiche.
Cogliendo le opportunità offerte dalle associazioni,
con le conoscenze relative ai disastri ambientali ed industriali causati
dall’incuria dell’uomo, gli assessori presenti, si sono dichiarati disponibili
a estendere il bando ad altri Istituti.
Per una analitica valutazione dei lavori svolti, è
opportuno nominare una commissione ristretta per ogni istituti partecipante,
con il compito di scegliere i cinque migliori lavori e inviarli a una commissione
esterna la quale selezionerebbe i lavori ritenuti migliori, per poi elargire un
cospicuo premio il 28 aprile 2017 “Giornata Mondiale delle Vittime
dell’Amianto” alla presenza delle Istituzioni cittadine e dei familiari degli
alunni.
La cerimonia della
premiazione prevede uno spettacolo teatrale sull'amianto.
mercoledì 26 Ottobre 2016
AIEA Val Basento Matera
Memoria Condivisa
Associazione Familiari vittime amianto Bari Capo Gallo
Comitato Cittadino Fibronit Bari
---------------------
From: Comitato
Eureco comitatosostegnovittime.eureco@gmail.com
To:
Sent:
Saturday, October 29, 2016 8:25 PM
Subject: EURECO: COMUNICATO
STAMPA E PROSSIME INIZIATIVE
Buonasera,
a seguire Comunicato
Stampa del Comitato in merito all'incontro avvenuto ieri con il Sindaco di
Milano Giuseppe Sala in merito alla questione del nuovo insediamento di
smaltimento rifiuti tossici nell'area ex Eureco e all’Assemblea Pubblica
che il Comitato ha organizzato insieme a Medicina Democratica e Associazione
Italiana Esposti Amianto, con il patrocinio del Comune di Paderno Dugnano, e che
si terrà il giorno 8 novembre prossimo alle ore 21:00 in Aula Consiliare Via
Grandi 15.
Ricordo
inoltre che il 4 novembre prossimo, giorno del triste anniversario della
Tragedia Eureco alle ore 16:00 il comitato depositerà dei fiori al Parco della
Pace in Via San Martino a Palazzolo Milanese per ricordare le quattro vittime
del terribile incendio.
Siete tutti
invitati a partecipare.
Saluti
cordiali.
Comitato a
sostegno dei Famigliari delle Vittime e dei Lavoratori Eureco
* * * * *
COMUNICATO STAMPA
Si è svolto ieri 28 ottobre 2016, un incontro a Palazzo Marino con il
sindaco di Milano e della Città Metropolitana, Giuseppe Sala in merito alla
questione del nuovo impianto di trattamento rifiuti pericolosi, della società
Tecnologia e Ambiente, che sorgerà presso l’insediamento dell’ex Eureco in Via
Mazzini a Palazzolo Milanese.
L’incontro è stato chiesto dal Consigliere Regionale del Movimento 5
Stelle, Silvana Carcano la quale ha presentato una mozione al Consiglio
Regionale in data 27 settembre 2016 (approvata all’unanimità) dove si chiedeva
di stipulare un accordo con le Istituzioni e gli enti preposti al fine di poter
eseguire controlli serrati sull’attività nascente visto l’elevato rischio a
tutela dei lavoratori, dell’ambiente e dei cittadini di Paderno Dugnano.
Il Sindaco Sala si è impegnato a sollecitare il Prefetto di Milano affinché
apra un tavolo per alzare il livello di sicurezza al quale parteciperanno il
Comune di Paderno Dugnano, Città Metropolitana di Milano, ARPA Lombardia, ATS
Città Metropolitana di Milano, Direzione Provinciale del Lavoro di Milano,
Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, Arma dei Carabinieri di Milano,
Comando Provinciale della Guardia di Finanza, Organizzazioni Sindacali,
Medicina Democratica e il Comitato Sostegno dei Familiari delle Vittime e dei
Lavoratori Eureco.
Nella mozione vi era inoltre la richiesta di un ricollocamento dei
lavoratori che in seguito all’incidente sono rimasti senza lavoro e vivono
tutt’ora in condizioni di disagio insostenibile.
Ribadiamo la nostra posizione, affinché vengano sospese e negate le
autorizzazioni ad aperture di un nuovo impianto rilasciate da Città
Metropolitana: per questo motivo Medicina Democratica ha presentato un ricorso
al TAR in aggiunta (ad adjuvandum) a quello del Comune di Paderno Dugnano.
Nel frattempo il Comitato sta organizzando i seguenti eventi sul
territorio:
4 NOVEMBRE 2016 (GIORNO
DELL’ANNIVERSARIO DELLA TRAGEDIA) ORE 16:00
Deposizione di fiori al Parco della Pace di
Palazzolo Milanese.
8 NOVEMBRE 2016 ORE 21:00
Aula Consiliare Comune di Paderno Dugnano Via Grandi 15
Assemblea Pubblica “NO EURECO 2”.
Parteciperanno:
Laura Mara: avvocato difensore Vittime Eureco
Marco Caldiroli: Medicina Democratica tecnico sicurezza sul lavoro
Marco Alparone: Sindaco di Paderno Dugnano
Silvana Carcano: Consigliere Regione Lombardia M5S
Edoardo Baj: Medico di Medicina Democratica
Paola Ferrero: avvocato estensore del ricorso al TAR per Medicina
Democratica
Fulvio Aurora: Segretario Nazionale Medicina Democratica e Associazione Italiana
Esposti Amianto
17 DICEMBRE 2016
Presso il Centro Ein Karem, in Via Gadames 47, una cena per raccogliere fondi da devolvere ai lavoratori superstiti
dell’Eureco in difficoltà.
Continua inoltre la raccolta firme
contro l’insediamento del nuovo impianto di smaltimento rifiuti.
Paderno Dugnano 29/10/16
Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e
dei lavoratori Eureco
---------------------
From: Federico
Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent:
Sunday, October 30, 2016 10:52 AM
Subject: SPAZZINI
E CURA DIMAGRANTE
Ringraziamo
il “pater familias” Bresciani Gatti [direttore generale di ERSU SpA].
Nell'antica
Roma esisteva una figura amata, quella del “pater familias”, capo indiscusso al
quale erano sottomessi la moglie, i figli, gli schiavi, le nuore, la cui
parola era imperativo categorico. La sua “patria potestas” gli dava potere
decisionale e anche punitivo, era lui a dire sempre la prima e l'ultima parola.
Come si
addiceva agli antichi per i quali il “pater familias” era anche strenuo
custode degli antenati, il direttore ERSU si erge a sommo castigatore della
nostre cattive abitudini alimentari e con la forza dello strenuo nutrizionista
ci indica la strada maestra per uno stile di vita consono all'abbattimento dei
trigliceridi, all'ingabbiamento del colesterolo, alla riduzione di peso.
Non saremo
mai abbastanza grati a Bresciani Gatti per ricordarci quanto sia importante una
dieta alimentare adeguata, uno stile di vita rispettoso dei valori ematici . Un
ringraziamento di cuore per chi ha a cuore il nostro cuore
Gli spazzini
sono troppo grassi, la scarsa forma fisica, il sovrappeso sono la causa
dell'aumento degli infortuni e di una condizione di salute non ottimale.
La nostra
salute non è legata al benessere psicofisico, ma funzionale a
ridurre malattie, infortuni, ad abbattere un costo a carico dell'azienda che
diminuisce la nostra produttività (pardon sfruttamento), bisogna stare in
salute per presentarci felici e contenti ai cancelli ERSU, con il sorriso
stampato e l'ottimismo di chi non vede l'ora di viaggiare con carichi
nauseabondi, scendere e salire sul mezzo decine di volte.
Bresciani
Gatti ci ricorda che la salute per i padroni è una variabile dipendente dal
profitto, è pur vero che le nostre abitudini alimentari potrebbero essere
riviste (ma ai proletari se togli il piacere della buona tavola cosa resta?),
ma non prima della riduzione dei carichi e degli orari di lavoro.
Solo allora
prenderemo sul serio i consigli nutrizionisti del nostro direttore a cui siamo
comunque infinitamente grati e a cui chiederemo consigli sulla dieta da intraprendere.
Stia certo
che gli manderemo il conto per l'acquisto di pesce fresco indispensabile per la
corretta alimentazione, ma così caro da rappresentare un lusso per tante
famiglie.
---------------------
From:
Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, October 30, 2016 4:09 PM
Subject: DIOXINITY DAY/2
di Alexik
Pubblicato
il 30 ottobre 2016 in
Controinformazione:
A questo
link il capitolo precedente:
“Alcolisti!
Fumatori! DROGATI!!! Abbandonate le vostre abitudini dissolute e conformatevi
al volere divino del “crescete e moltiplicatevi”! La vostra perseveranza
nell’adozione di stili di vita scorretti è un attentato contro la demografia. A
nulla vale l’elargizione governativa di bonus bebè, se il vostro attaccamento
al vizio continua a sprofondarvi nell’improduttività spermatica e ovocitica.
Emendatevi, dunque, e convertitevi al nuovo verbo salutista, per poter
ritornare in piena forma ad offrir dei figli a Dio, alla Patria e all’Impero! Cioè,
vabbè... a Dio e alla Patria. Per l’Impero ci stiamo ancora attrezzando”.
Mi suona più
o meno così il tono delle infografiche del Fertility Day redatte dal Ministero
della Salute: “rinuncia a Satana, alla sigaretta, alla canna e alla
bottiglia!”.
Eppure ho il
sospetto che uniformarsi ai precetti ministeriali conduca a volte a risultati
controproducenti.
Per esempio,
non so se a tutti i veneti convenga abbandonare il loro proverbiale etilismo a
favore dell’acqua di rubinetto.
Mi riferisco
soprattutto a quelli che risiedono in una vasta zona compresa fra le province
di Vicenza, Verona e Padova, dove nel 2013 un monitoraggio dell’IRSA-CNR ha
rilevato altissime concentrazioni di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle
acque potabili, con punte oltre i 2.000 ng/l (per farsi un’idea dell’ordine di
grandezza, l’obiettivo di qualità fissato in Germania è di 100 ng/l).
Principale
indiziata è la Miteni
di Trissino (VI), ex Rimar/Marzotto, oggi di proprietà della multinazionale
Weylchem/ICIG. La fabbrica produce PFAS, usate per la produzione di tessuti
idrorepellenti (goretex), imballaggi alimentari, teflon, schiume antincendio,
cere per pavimenti, vernici, insetticidi, olii idraulici.
E’ da
un’area di pertinenza della Miteni che l’ARPA Veneto ha rilevato l’origine dell’inquinamento,
che da lì si diffonde nell’Agno e poi, tramite gli acquiferi, si propaga ad
altri torrenti (Gorzone, Retrone, Bacchiglione) ed alle fonti di
approvvigionamento degli acquedotti.
In questo
modo sessantamila veneti avrebbero assunto per decenni sostanze
perfluoroalchiliche bevendo acqua inquinata, cuocendoci la pasta, usandola per
lavare le verdure ed innaffiare l’orto, mangiando carni, uova e pesci a loro
volta contaminati.
E morendo
più di altri. Secondo ISDE/Medici per l’Ambiente, in quella zona negli ultimi
30 anni ci sarebbero stati 1.300 morti in più rispetto ad altre aree della
regione. Morti in eccesso anche secondo l’ENEA per infarto, malattie
cerebrovascolari, Alzheimer, Parkinson, diabete, tumori al sistema linfatico,
al fegato, rene, vescica, pancreas, mammella, ovaio, testicolo, prostata.
Una
mortalità coerente con l’esposizione alle PFAS, che come interferenti endocrini
alterano le funzioni e l’equilibrio degli ormoni, favorendo in questo modo
l’insorgere delle patologie più varie. Effetti sulla riproduzione compresi.
E’ un
aspetto, quest’ultimo, che nella bassa valle dell’Agno non è stato monitorato,
ma che è già conosciuto grazie a numerose ricerche sulle PFAS in tutto il
mondo.
Dalla
Danimarca al Canada a Taiwan ricercatori ed epidemiologi hanno correlato
l’esposizione a PFAS ad una maggiore infertilità femminile, al basso peso alla
nascita, ai parti prematuri e alla ridotta circonferenza cranica dei neonati,
all’insorgenza di patologie cerebrali nei nascituri.
Una ricerca
italiana ha riscontrato come le donne esposte a PFAS presentino una
contaminazione dei fluidi follicolari (i liquidi che ricoprono i follicoli
ovarici), con un potenziale effetto dannoso sugli ovociti. Sempre in Italia,
uno studio sul siero di 53 coppie infertili ha rilevato un livello più alto di
acido perfluorottansolfonico (PFOS) rispetto al gruppo di controllo.
Negli USA,
l’Environmental Protection Agency associa la presenza di PFAS nel siero umano
con i ritardi nella pubertà delle ragazze e con la menopausa precoce delle
donne adulte.
Un progetto
del National Health and Nutrition Examination Survey ha stabilito un forte
legame fra l’esposizione all’acido perfluoroottanico e le tireopatie femminili,
che rimanda a un effetto indiretto sulla fertilità, vista l’influenza delle
patologie tiroidee sulle alterazioni del ciclo mestruale, sul mancato rilascio
dell’ovulo, sulle complicazioni in gravidanza, aborti spontanei, nascite
pretermine, deficit neurologici del nascituro.
Infine, uno
studio danese mostra come gli effetti sulla fertilità delle PFAS si trasmettano
anche alle generazioni future, influendo sulla qualità del seme e sugli ormoni
riproduttivi dei maschi esposti in utero all’acido perfluoroottanico (PFOA).
Ce ne è
abbastanza perché un Governo così preoccupato dell’integrità delle nostre
funzioni riproduttive intervenga con decisione!
E infatti il
Governo è intervenuto... fissando per Decreto i valori soglia per l’acqua
potabile a 30 ng/l per il PFOS ed a 500 ng/l per il PFOA. Cioè SETTE VOLTE
SUPERIORI a quelli stabiliti negli USA, dove il limite per la somma delle due
sostanze è di 70 ng/l.
Insomma:
l’acqua inquinata dalle PFAS potete
bervela. Ma mi raccomando, non fatevi le canne se no rimanete sterili!
Del resto,
perché preoccuparsi delle PFAS se la posizione dell’Istituto Superiore di
Sanità (ISS), per bocca della dottoressa Musumeci, è la seguente?
“Su queste
sostanze non c’è una certezza su come agiscano, la IARC le ha classificate
[solo] come possibili cancerogeni”. Alla faccia dei ricercatori che in tutto il
mondo ne hanno dimostrato la nocività.
Dopo quella
dell’ISS, un’altra dimostrazione di sensibilità istituzionale nei confronti
della nostra salute (riproduttiva e non) proviene dalla Provincia di
Alessandria, che ha concesso nel 2010 l’Autorizzazione Integrata Ambientale
allo stabilimento di fluoropolimeri della Solvay Solexis di Spinetta Marengo
(AL), permettendogli di buttare nella Bormida una tonnellata di PFAS all’anno.
E la Bormida questa roba la
porta nel Tanaro e poi nel Po, che la sparge attraverso il nord Italia fino
alla foce.
Nel percorso
verso l’Adriatico le concentrazioni di inquinanti calano, sedimentandosi nei
terreni, trasferendosi nelle falde, nei pozzi, nei canali di irrigazione per
l’agricoltura, nelle acque di abbeveraggio degli allevamenti. E da lì risalgono
la nostra catena alimentare, distribuite nei supermercati di tutta Italia.
Recentemente
la Solvay ha
annunciato la volontà di eliminare il PFOA dai suoi processi produttivi. Non ho
dubbi sul fatto che tale riconversione avvenga con successo.
L’Environmental
Policy aziendale è sempre stata affidata a personale di altissimo livello, del
calibro dell’ingegner Luigi Guarracino, condannato come dirigente Solvay per il
cromo esavalente nelle falde di Alessandria, inquisito come ex direttore
Montedison-Ausimont per l’avvelenamento delle acque della discarica di Bussi
(PE) e nuovamente iscritto nel registro degli indagati per le PFAS in Veneto,
in qualità di ex Amministratore Delegato della Miteni di Trissino. Una vera
autorità in materia di inquinamento idrico!!!
Comunque,
anche se l’immissione di PFAS dagli scarichi industriali finisse oggi, il
disastro ambientale è compiuto e ci peserà addosso per decenni: le PFAS non
sono biodegradabili, sono estremamente solubili in acqua e per questo si
propagano facilmente. Una volta assorbite dal corpo i tempi di dimezzamento
della loro concentrazione nel sangue possono variare da 1,5 a più di 9 anni.
L’infertilità
è assicurata ancora a lungo.
Voltiamo
pagina, abbandoniamo le PFAS e la pianura padana per scendere a sud, in questo
nostro viaggio fra le nocività industriali e i loro effetti sulla riproduzione.
Andiamoci
con il ministro Lorenzin, nella Terra dei Fuochi, e sentiamo cosa dice:
Rispondendo
al Ministro, io credo che i Campani “l’abitudine al fumo”... dei roghi tossici
dei rifiuti se la toglierebbero volentieri. Ma impedire gli incendi della
monnezza non è evidentemente una priorità per il collega della Lorenzin al
Ministero degli interni.
Quanto ai
“tumori causati dagli stili di vita”, temo che il Ministro della salute non
abbia letto lo studio “Sentieri”, che collega la vicinanza delle discariche
campane agli eccessi di mortalità per tumore al fegato, allo stomaco, al
polmone, alla mammella e per i linfomi non Hodgkin.
Anche i
tumori possono compromettere la
fertilità, e non solo quelli che interessano direttamente gli apparati
riproduttivi.
Questo
almeno le infografiche del ministero ce lo spiegano: “Il 25% dei pazienti
trattati con chemioterapia soffre di azoospermia (mancanza di sperma nel
liquido seminale) dopo 2-5 anni dal
trattamento. Trattamenti antitumorali diffusi come la radioterapia
esterna determinano un alto rischio di amenorrea (assenza di mestruazioni)”.
I rimedi
previsti dal Ministero consistono nella crioconservazione delle cellule
riproduttive, estratte prima della chemio, e in non meglio specificate terapie
ormonali e chirurgiche.
Ovviamente
NON consistono nelle bonifiche della merda industriale sparsa per la penisola,
in modo che magari il tumore non ti venga.
Sono i
nostri corpi e le nostre vite a doversi adeguare ad un disastro ambientale dato
come ineluttabile, al costo di dolorose terapie e per la felicità di chi le
vende.
Ma torniamo
ai Campani ed alle loro insane abitudini.
Nel capitolo
precedente abbiamo disquisito degli effetti sulla riproduzione delle diossine.
E vuoi che quei viziosi delle province di Napoli e Caserta se le facciano
mancare?
Vicino alle
discariche di rifiuti industriali le diossine abbondano nel latte delle madri,
e anche i maschi le portano nel sangue, assieme ai metalli pesanti.
L’esposizione agli inquinanti produce nel loro liquido seminale alterazioni e
frammentazione del DNA.
Una condizione
che, secondo la dottoressa Notari del Centro Fertilità dell’ASL di Salerno, può
comportare “problematiche sia della fecondazione degli ovociti, quindi problemi
di fertilità, di concepimento, ma lo spermatozoo magari non è in grado nemmeno
di supportare lo sviluppo embrionale, e quindi possiamo avere abortività. Ci
sono delle ipotesi che l’associano persino all’insorgenza di tumori in fascia
pediatrica”.
Anche
riuscendo a concepire, l’esito della gravidanza potrebbe non essere felice.
Lo dice
l’OMS, che nel 2007 ha
riscontrato una chiara correlazione tra l’inquinamento da rifiuti in Campania e
l’eccesso di malformazioni congenite del sistema nervoso centrale e
dell’apparato urogenitale.
Cosa c’entra
tutto questo infinito dolore con gli “stili di vita”?
Chi ha
pagato per le responsabilità politiche e industriali del biocidio campano?
Sulle
infografiche del Ministero non ci sono le risposte.
(Continua)
---------------------
From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Monday, October 31, 2016
5:59 PM
Subject: REPORT MORTI PER INFORTUNI SUL
LAVORO AL 31 OTTOBRE 2016
Finalmente registriamo un calo
consistente dei morti per infortuni sul lavoro, -1,6% rispetto ai primi dieci
del 2015, ma l’hanno scorso è stato un anno orribile su questo fronte.
Un lievissimo calo finalmente anche
rispetto ai primi dieci mesi del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio. Al 31
ottobre del 2008 erano -1,6%.
Le categorie che subiscono più
infortuni mortali sono sempre le stesse; l’Agricoltura ha esattamente un morto
su tre sui luoghi di lavoro di tutte le categorie. E’ allucinante vedere che
alte il 62% di queste morti sono provocate dal trattore che schiaccia e fa
morire in modo atroce il conducente. In questo momento dall’inizio dell’anno ne
sono morti 117. Sono anni che chiediamo ai ministri che si susseguono di fare
almeno una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. Ma niente. Anche
trasmissioni come Linea Verde, condotto dall’ottimo Patrizio Roversi non
parlano mai di queste tragedie che ci sono quasi ogni giorno sui campi.
La seconda categoria con più morti
sui luoghi di lavoro è l’edilizia con il 19,4%. La cadute dall’alto sono il
maggior fattore di rischio in questa categoria.
E’ l’autrasporto con il 9% dei morti
la terza categoria con più vittime. In questa categoria sono inseriti i morti
di diversi comparti lavorativi.
L’industria, esclusa l’edilizia,
comprese le imprese più piccole hanno complessivamente l’8,3%.
Poi gli artigiani di tantissime
categorie muoiono numerosissimi, soprattutto nelle imprese appaltatrici, la
strage riguarda anche numerosissime Partite IVA che non sono inserite tra le
morti sul lavoro nelle statistiche dell’INAIL. E questo perché l’INAIL monitora
solo i propri assicurati. A questo istituto arrivano moltissime denunce per
infortuni anche mortali, che poi non vengono riconosciuti come tali proprio per
non essere assicurati a questo Istituto. Poi anche per le morti in itinere che
spesso non vengono riconosciute per una normativa specifica che la maggioranza
di chi lavora non conosce.
Gli stranieri morti sui luoghi di
lavoro sono il 9.6%. Il 29,6% di tutte le morti sui luoghi di lavoro riguardano
lavoratori dai 61 anni in su. In età dove occorrerebbe già smettere di lavorare
e meritarsi il meritato riposo su muore sui luoghi di lavoro in numeri
spaventosi.
SUPERATI NEL 2016 I 1.200
MORTI PER INFORTUNI, DI CUI 542 SUI LUOGHI DI LAVORO (tutti registrati).
I rimanenti sulle strade
e in itinere. Sono conteggiate tra tutte le vittime anche i morti in nero e le
categorie non assicurate all’INAIL che monitora solo i propri assicurati.
MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2016 PER
REGIONE E PROVINCIA IN ORDINE DECRESCENTE.
(Sui luoghi di lavoro significa che sono esclusi da questo conteggio i
morti per le strade e in itinere che richiedono interventi completamente
diversi)
I morti
sulle autostrade e all’estero non sono conteggiati nelle province. Se guardate
qui sotto l’andamento delle regioni e delle province, calcolate che ci sono
almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in itinere.
CAMPANIA 54:
Napoli 18, Avellino 7, Benevento 4, Caserta 10, Salerno 15.
EMILIA ROMAGNA
52: Bologna 10, Forlì Cesena 7, Ferrara 3, Modena 10, Parma 5, Piacenza 3,
Ravenna 3, Reggio Emilia 10, Rimini 1.
TOSCANA 42:
Firenze 3, Arezzo 5, Grosseto 2, Livorno 7, Lucca 5, Massa Carrara 7, Pisa 3,
Pistoia 2, Siena 3, Prato 3.
LOMBARDIA 41:
Milano 3, Bergamo 6, Brescia 15, Como 3, Cremona 3, Lecco 2, Mantova 1, Monza
Brianza 2, Pavia 3, Sondrio 3.
VENETO 46:
Venezia 7, Belluno 5, Padova 7, Rovigo 2, Treviso 4, Verona 5, Vicenza 16.
SICILIA 36:
Palermo 8, Agrigento 3, Caltanissetta 6, Catania 6, Enna 1, Messina 4, Ragusa
4, Trapani 4.
PIEMONTE 38:
Torino 10, Alessandria 5, Asti 5, Biella 2, Cuneo 14, Novara 2, Verbano Cusio Ossola
1, Vercelli 1.
LAZIO 33:
Roma 10, Viterbo 5, Frosinone 6, Latina 9, Rieti 3.
PUGLIA 26:
Bari 3, Barletta Andria Trani 6,
Brindisi 1, Foggia 4, Lecce 4, Taranto 8.
TRENTINO ALTO
ADIGE 19: Trento 10, Bolzano 9.
ABRUZZO 19:
L'Aquila 2, Chieti 11, Pescara 3, Teramo 3.
CALABRIA 18:
Catanzaro 4, Cosenza 6, Crotone 1, Reggio Calabria 4: Vibo Valentia 3.
MARCHE 15:
Ancona 5, Macerata 4, Fermo 1, Pesaro Urbino 2, Ascoli Piceno 2.
SARDEGNA 11:
Cagliari 4, Nuoro 1, Oristano 3, Sassari 3.
FRIULI VENEZIA
GIULIA 11: Trieste 2, Gorizia 1, Pordenone 2, Udine 6.
UMBRIA 8:
Perugia 3, Terni 5.
LIGURIA 7:
Genova 3, Imperia 2, La Spezia
1, Savona 1.
VALLE
D’AOSTA 3: Aosta 3.
BASILICATA
1: Potenza 1.
I
lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a
carico delle province.
Consigliamo
a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per
infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un
mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere sono a
tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi
completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E su questo
aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici
che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni, poi, nelle
statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate dall’itinere,
dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi in questa
categoria che è numerosissima, e che ha una forte mobilità per recarsi o tornare dal posto di
lavoro.
Anche
quest’anno una strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono 117
dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui luoghi di lavoro il 20% di tutte le
morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti
schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014. Contiamo molto della
sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno visitano il
sito.
In questi
nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti nelle diverse categorie
sono sempre le stesse: l’agricoltura è sempre la categoria con più vittime,
seguono l’edilizia, i servizi, l’industria (tutta) e l’autotrasporto. Ricordo a
tutti quelli che s’interessano di queste tragedie l’unico parametro valido per
valutare l’andamento di una provincia o di una regione è il numero di abitanti.
Tantissime sono le morti in nero.
Sono stati
678 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro nel 2015 contro i 661 del 2014
(+2,6%). Erano 637 nel 2008 (+6,1%).
L’INAIL
nel 2014 ha
riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono
decessi in itinere e sulle strade, ma le denunce per infortuni mortali sono
state 1.107. Nel 2015 tra gli assicurati INAIL c’è stata un'inversione di
tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede
aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce non comportano
necessariamente un riconoscimento dell'infortunio mortale. Sta a noi che
svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far conoscere
anche questo aspetto ai cittadini italiani.
L'OSSERVATORIO
INDIPENDENTE DI BOLOGNA È SU FACEBOOK
Diventa
amico, clicca "mi piace" dai il tuo contributo per far comprendere
l'entità del triste fenomeno e fallo conoscere ai tuoi amici. Segnala
l'Osservatorio indipendente di Bologna sulla tua pagina di Facebook:
Grazie amici di facebook che a centinaia visitate questo sito ogni giorno.
Carlo Soricelli
Curatore
dell'Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro
---------------------
To:
Sent:
Tuesday, November 01, 2016 8:26 PM
Subject: NEWSLETTER
OTTOBRE 2016
“I VAJONT” AL FESTIVAL DI
STOCCOLMA ANTHROPOCENE
La
testimonianza della giornalista e regista Lucia Vastano di ritorno dal Festival
di Stoccolma dove è stato proiettato il film documentario “I Vajont”.
AMIANTO SORVEGLIANZA
SANITARIA SARDEGNA
L’assessore
Arru unifica le procedure di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti
alla fibra killer in Sardegna.
ETERNIT BIS: PRESIDIO E
CONVEGNO TORINO
Il
procedimento era stato rinviato, dal medesimo GUP, davanti alla Corte
Costituzione per una eccezione che la stessa Corte non ha ritenuto valida. In
data odierna, 27 ottobre, esso è ripreso; però invece che proseguire
normalmente il giudice ha stabilito di discutere nel merito del pronunciamento
della Corte e di completare la discussione alla successiva udienza del 4
novembre. Si saprà allora che succederà.
PRESIDIO TRIBUNALE TORINO
PROCESSO ETERNIT BIS
In occasione
della ripresa del processo Eternit bis del 27 ottobre prossimo a partecipare a
un Presidio davanti al Tribunale di Torino a partire dalle 9,30 (via Falcone
angolo Corso Vittorio Emanuele) e a un Convegno a partire dalle ore 14 nella
Sala del Tempio Valdese in Corso Vittorio Emanuele 23.
VERGOGNA FIBRONIT :ANNULLATA
LA CONDANNA IN
PRIMO GRADO
Questa
mattina subito dopo mezzogiorno i giudici della Corte d’Appello della V sezione
del Tribunale di Milano hanno assolto per non aver commesso il fatto i due
manager della Fibronit di Broni (PV) imputati della morte di decine di operai.
Contestualmente hanno applicato per alcuni reati la prescrizione.
CRITICITA’ DEL DECRETO SALVA
ITALIA LEGGE FORNERO
Considerazioni
in merito all’articolo 1, comma 276, Legge 28 dicembre 2015, n. 208,
concernente benefici previdenziali riconosciuti agli ex lavoratori occupati
nelle imprese che hanno svolto attività di scoibentazione e bonifica, affetti
da patologia asbesto-correlata, derivante da esposizione all’amianto.
AIEA ALL’ASSEMBLEA DEI
POPOLI, TRIBUNALE MONSANTO
E’ stata
un’esperienza meravigliosa quella dei tre giorni all’Aja in occasione
dell’Assemblea dei Popoli e del Tribunale Monsanto. Una grande mobilitazione
dal basso che ha visto AIEA partecipare attraverso la figura del suo Presidente
Maura Crudeli e portare la testimonianza degli importanti risultati della lotta
all’amianto in Italia e nel mondo.
IL FILM “I VAJONT”
PROIETTATO SULLA DIGA A LONGARONE
Tra sabato 1
e domenica 2 ottobre si è svolto sulla diga del Vajont il XII° “Presidio-Notte
bianca della Memoria”, con la collaborazione della Proloco e del Comune di Erto
e Casso, consueto appuntamento organizzato dai Cittadini per la Memoria, con una settimana
di anticipo rispetto alla ricorrenza del tragico evento del 9 ottobre di 53
anni fa, per non sovrapporlo al altre iniziative ed anche per rispettare il
silenzio che alcuni preferiscono in quella data.
AIEA ADERISCE ALL’ASSEMBLEA
DEI POPOLI PER IL TRIBUNALE MONSANTO
AIEA Onlus porterà
all’Assemblea dei popoli all’Aja il 15 ottobre i suoi 25 anni di lotta contro
l’amianto e alcuni dei grandi risultati che ha ottenuto come la legge del 1992
che ha bandito l’amianto in Italia e gli innumerevoli processi che stanno
portando le grandi industrie nelle aule dei tribunali.
CONVOCATO TAVOLO TECNICO PER
RIESAME LAVORATORI OTTANA E ASSEMINI
Soddisfazione
di AIEA, ANMIL e CGIL per la convocazione da parte INAIL Sardegna del Tavolo
Tecnico per il riesame delle domande dei lavoratori del poli chimici di Ottana
e Assemini, secondo quanto da tempo richiesto.
Nessun commento:
Posta un commento