Crac De Tomaso, la
teste in aula: "Corsi di formazione per nuovi operai? Solo per due mesi, e
al freddo"
Processo a 8 imputati tra cui l'ex patron
Rossignolo. A parlare la ex responsabile del personale: "L'azienda voleva
che inserissi costi non pertinenti, non ero d'accordo e fui esclusa"
"Il corso di formazione professionale
per i nuovi operai della De Tomaso? E' durato poco, da ottobre a dicembre del
2011: i locali, forse perché non erano state pagate le bollette, erano senza
riscaldamento". E' la testimonianza raccolta oggi dal tribunale di Torino
nel quadro del processo per il crac della storica casa automobilistica
piemontese, dove fra gli otto imputati compare l'imprenditore Gian Mario
Rossignolo e al quale, in ottobre, sono stati ammessi i dipendenti come parti
civili. A parlarne è stata la ex responsabile del personale dello stabilimento
di Grugliasco.
Una delle accuse mosse dal pm Vincenzo Pacileo è di avere promosso corsi professionali "fantasma" finanziati dalla Regione Piemonte. L'oggetto della testimonianza della donna era quello chiamato "Orientati al futuro", e doveva servire per spiegare agli operai ex Pininfarina (un ramo d'azienda era stato acquistato dalla De Tomaso con un'operazione che secondo il pm fu tra le cause del fallimento) come assemblare le vetture. La ex dirigente ha detto che vi presero parte non più di qualche decina di persone e ha parlato di problemi e contrasti nella preparazione dei rendiconti da presentare all'ente: "L'azienda voleva inserire dei costi che a mio parere non erano pertinenti. Mi dicevano che era una 'massimizzazione'. Ma io non ero molto d'accordo. E fui esclusa dal progetto".
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