Traffico di rifiuti ILVA
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Chiediamo al ministro dell’Ambiente il
blocco immediato del traffico di rifiuti dall’Ilva verso la Sicilia.
Invitiamo il governo Crocetta e le
amministrazioni locali a prendere posizione sulla vicenda.
Facciamo appello alla mobilitazione della
cittadinanza, partendo dai comuni del Siracusano.
Apriamo al confronto con le realtà sociali
e ambientaliste della comunità di Taranto.
I rifiuti dell’Ilva di Taranto tornano a
essere smaltiti in Sicilia, ancora una volta nel bel mezzo del polo
petrolchimico siracusano e nel più completo silenzio delle istituzioni, nonché
all’insaputa delle popolazioni locali. Era già successo ad aprile del 2015, quando
una partita di circa 9 mila tonnellate di polverino prodotto dagli altiforni
dell’acciaieria pugliese, dopo essere giunta in nave al
porto di Augusta, fu trasferita alla
discarica Cisma di Melilli.
La novità preoccupante, adesso, è che
questo traffico di rifiuti industriali è divenuto regolare e decisamente
intenso. Da più di un mese e con cadenza settimanale, infatti, diversi
autotreni carichi di polverino s’imbarcano sulla nave Eurocargo Livorno del
Gruppo Grimaldi, in partenza ogni mercoledì mattina dal porto di Taranto.
Rispetto all’episodio dello scorso anno,
inoltre, è da evidenziare una curiosa variazione nel percorso marittimo: i
rifiuti non sbarcano più ad Augusta, ma fanno scalo notturno a Catania; per poi
raggiungere via terra, il giorno successivo, la stessa discarica di Melilli.
Come associazioni ambientaliste e
organizzazioni impegnate sui territori, riteniamo grave questo arbitrario e
sistematico trasferimento di rifiuti speciali, da un’area altamente contaminata
a un’altra che versa nelle medesime disastrose condizioni sanitarie e ambientali.
Si tratta, per di più, di un’operazione che è avvenuta, e continua ad avvenire,
senza informare n? consultare la Regione Siciliana e le comunità locali. Nella
totale mancanza di trasparenza istituzionale, quella decisa a tavolino dal
ministro Galletti con i commissari dell’Ilva è una soluzione non solo
insostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche palesemente
antieconomica, se non per le aziende private incaricate di attuarla. Inoltre,
la scelta di deviare da Augusta a Catania il passaggio del polverino, oltre ad
essere meno agevole e più costosa, fa sorgere il legittimo sospetto che ci sia
una precisa volontà di tenere quest’operazione distante da quei riflettori “pubblici,
mediatici e giudiziari” che da diversi mesi, in seguito
allo scoppio dell’inchiesta lucana
Petrolio, sono puntati sulla rada di Augusta, e sulle società e sui business
che le gravitano attorno.
In proposito, giova ricordare che alcuni
soggetti economici e istituzionali citati nelle carte della procura di Potenza,
risultavano direttamente o indirettamente coinvolti proprio nell’”affare” del
polverino Ilva. Un fatto quest’ultimo che avrebbe dovuto consigliare al
ministero dell’Ambiente quanto meno una buona dose di cautela, anziché l’ennesimo
avallo di un traffico di rifiuti dai contorni poco
chiari.
Per tutte queste ragioni, chiediamo al ministro
dell’Ambiente Gian Luca Galletti il blocco immediato dell’importazione in
Sicilia degli scarti industriali dell’Ilva, nell’attesa di ridiscutere e
ricercare delle modalità più sostenibili e, soprattutto, più trasparenti per risolvere
il problema del corretto smaltimento di questo genere di rifiuti. Il tutto
partendo, a nostro avviso, da un coinvolgimento attivo delle comunità locali,
dei cittadini tanto quanto degli operai costretti a subire i costi devastanti
di un’industria inquinante che continua a divorare l’ambiente e la salute
pubblica, giocando al ricatto occupazionale e negando il diritto ad un lavoro
sano e sicuro.
Siamo molto vicini alla comunità di
Taranto, perché da sempre la loro lotta per la vita è anche la nostra. E non
potremmo mai trattare questa vicenda come una mera istanza localistica, senza
considerare nell’insieme la problematica e aprire al confronto con le realtà ambientaliste
e i comitati territoriali di Taranto.
Così rivolgiamo a loro l’invito a
pronunciarsi su questa vicenda, per fare insieme piena luce su quanto sta
accadendo, costruire una vertenza dal basso e trovare soluzioni condivise e
funzionali all’obbiettivo primario che ci accomuna: ossia, la bonifica e la riconversione
ecologica dei territori che abitiamo.
Concludiamo invitando il governo Crocetta
e le amministrazioni locali a prendere una chiara posizione in merito, mentre
facciamo appello alla mobilitazione della cittadinanza, affinché si spinga il
governo nazionale a porre fine a questo dannoso e insensato traffico di rifiuti
Ilva.
promuovono: Legambiente Augusta;
Decontaminazione Sicilia; Natura
Sicula; Don Palmiro Prisutto
per adesioni: stopveleni@email.it
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