Il flash mob
dei lavoratori davanti alla sede dell'azienda che vuole eliminare il salario
minimo di 5,60 euro all'ora. Nessuno parla con i ragazzi, solo un cartello:
"Oggi lo sportello rider è sospeso"
di FRANCESCA
ROBERTIELLO
01 dicembre
2017
"Mai più consegne senza
diritti".
Un urlo all'unisono quello dei rider di Deliveroo che hanno protestato davanti la sede milanese del colosso londinese del food delivery. Ma il grido, forse, è contenuto dalle maschere che indossano: "Sono l'emblema di quello che siamo per l'azienda, non abbiamo un volto, siamo un nulla". E non basta nemmeno il megafono ad amplificare la richiesta di un confronto, così i lavoratori sbattono le mani sulla vetrina trasparente per richiamare l'attenzione dei vertici, in particolare di Matteo Sarzana, general manager di Deliveroo Italia.
Dentro ci sono i loro 'colleghi', quelli che lavorano seduti
dietro a una scrivania. Ma nessuno apre le porte. Nessuno esce per dare qualche
risposta. C'è solo un foglio in mostra con scritto: "Oggi lo sportello rider
è sospeso". I fattorini che lavorano in bici anche come in giorni con
rischio neve come questi hanno ricevuto una e-mail sul loro futuro contratto,
che sì si rinnova ma dovrebbe passare da una retribuzione oraria al cottimo. I
rider, perciò, hanno chiesto l'apertura di un tavolo con l'azienda per
discutere dei contratti e dei loro diritti di lavoratori. Dallo stipendio,
all'assicurazione fino alle ferie e ai contributi. "Per l'azienda siamo
solo collaboratori - spiega un rider - quando superiamo i 5mila euro di
guadagno in un anno abbiamo solo due strade: il licenziamento 'spontaneo' o
l'apertura di una partita Iva''. "Con il pagamento orario (il minimo
garantito è di 5,60 euro, ndr) riusciamo a guadagnare anche 9 euro all'ora, ma
Deliveroo vorrebbe passare al pagamento per consegna", spiega un altro
lavoratore. Che prosegue: "Lavoriamo in città dove spesso il clima non
agevola chi fa consegne a domicilio su una bicicletta. E se per qualche motivo
scivoliamo e cadiamo, non siamo nemmeno coperti da assicurazione".Un urlo all'unisono quello dei rider di Deliveroo che hanno protestato davanti la sede milanese del colosso londinese del food delivery. Ma il grido, forse, è contenuto dalle maschere che indossano: "Sono l'emblema di quello che siamo per l'azienda, non abbiamo un volto, siamo un nulla". E non basta nemmeno il megafono ad amplificare la richiesta di un confronto, così i lavoratori sbattono le mani sulla vetrina trasparente per richiamare l'attenzione dei vertici, in particolare di Matteo Sarzana, general manager di Deliveroo Italia.
"I lavoratori i questo modo sono ricattati dall'azienda, e di fronte a qualsiasi richiesta ricevono un no o vengono intimiditi", aggiunge un consulente del lavoro. Anche lui non dice il nome per paura di ritorsioni. "All'incontro di ieri per organizzare il presidio - prosegue - Deliveroo ha minacciato di negare i turni ad un rider se avesse preso parte alla protesta". Ma i fattorini di Deliveroo non si arrendono davanti alla chiusura da parte dell'azienda e stanno già provando a organizzare uno sciopero generale.
L'ultima volta, per rivendicare condizioni di lavoro migliori - dopo quelli di Foodora - avevano protestato lo scorso luglio. Solidali alla causa anche i dipendenti di altre città italiane e quelli di altre aziende di consegne a domicilio, come Just Eat e Glovo, con i quali condividono le precarie condizioni di lavoro.
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