Dall’inizio dell’anno al 1°dicembre i morti sui luoghi di lavoro sono 605.
Se si aggiungono i lavoratori morti con un mezzo di trasporto si arriva a
oltre 1250 vittime complessive per infortunio. Ma si continua a fare
volutamente confusione, mescolando senza fare chiarezza i lavoratori che
muoiono sui LUOGHI DI LAVORO da quelli che muoiono sulle strade e in itinere
che richiedono interventi completamente diversi. Da chi per esempio cade da un
tetto, o schiacciato dal trattore, da un lavoratore che muore in itinere
venerdì 1 dicembre 2017 Il sacrificio della vita
dei setti giovani della Thyssenkrupp di Torino morti dieci anni fa non è
servito a niente. da allora i morti per infortuni sono praticamente gli stessi
i
1 dicembre. Altri due morti sui Luoghi di lavoro. Un edile è morto nella
provincia di Venezia cadendo da un’impalcatura alta 7 metri, dopo un probabile
malore. Ha perso la vita anche un operaio di 31 anni in provincia di Teramo, è
stato schiacciato da un macchinario che gli è caduto in testa.
L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
compie 10 anni
http://cadutisullavoro.blogspot.it/
La strage
giornaliera dimenticata dalla ThyssenKrupp di Torino
Sono oltre 13.700 i morti per infortunio sul lavoro in questi dieci anni di
monitoraggio, 6.234 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere
Il 31
dicembre 2017 l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro compirà
dieci anni.
L’Osservatorio è nato per non far dimenticare la tragedia della Thyssenkrupp di Torino che avvenne esattamente dieci anni fa, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2007. Mi ricordo che rimasi sconvolto quando appresi della tragedia che colpì quei sette lavoratori, arsi vivi. Ricordo che le guance mi si bagnarono di lacrime. Per curiosità feci una ricerca su Internet per capire quanti erano i lavoratori morti per infortuni quell’anno, ma le notizie più recenti avevano almeno sei mesi o un anno e la fonte era sempre l’INAIL. Ero appena andato in pensione e il mio unico desiderio era quello di potermi dedicare finalmente all’arte, che è sempre stata la passione della mia vita. Ma non riuscivo a restare indifferente a quello che era successo e decisi di occuparmi in prima persona del monitoraggio delle morti sul lavoro e con l’aiuto dei miei due figli creammo un sito e tabelle specifiche dove venivano registrati tutti i decessi. Nelle tabelle registravo anche tutte le notizie relative all’infortunio mortale: le generalità della vittima, la data dell’infortunio, la provincia dove l’infortunio si era verificato, l’età della vittima, professione e brevi cenni sulle modalità dell’infortunio. Dopo un anno le prime sorprese: i morti che registravo sui luoghi di lavoro erano molti di più di quelli che venivano diffusi. Come mai? Dopo anni, anche con l’aiuto di bravi giornalisti come Santo della Volpe, che ricordo con affetto, scoprimmo che l’INAIL monitorava solo i propri assicurati e che tantissimi non lo erano, che quelle che diffondeva inoltre erano solo le denunce che riceveva questo Istituto, poi dopo un iter burocratico, molte di queste non venivano riconosciute come tali. Che le morti in nero non le prendeva in considerazione nessuno. Dunque, un terzo delle morti per infortunio sul lavoro non sono presenti in nessun monitoraggio: solo l’Osservatorio le registra tutte.
Inoltre, oltre la metà dei morti per infortunio sul lavoro erano sulle strade e con un mezzo di trasporto; che sulle strade muoiono in itinere tantissime donne. Che, contrariamente a quello che si pensa, le principali categorie dove si muore di più sono l’agricoltura, l’edilizia, quelle inerenti ai servizi all’impresa, l’autotrasporto, e l’industria.
Nessuno avrebbe mai immaginato che ogni anno muoiono schiacciati dal
trattore dai 120 ai 150 agricoltori: complessivamente sono morti in modo così atroce in
questi dieci anni oltre 1000 guidatori di questo mezzo, 1 morto su 5 (esclusi i
morti senza mezzo di trasporto) è causato da questo mezzo e chi guida il
trattore e muore ha tra i 17 e gli 85 anni. Tra l’altro occorrerebbe
aggiungerne altri, come bambini e adolescenti che vengono trasportati a bordo,
o che provocano le morti sulle strade.
Nessuno immagina che ogni anno dal 20 al 25% di tutti i morti ha un’età superiore ai sessantanni e che con la Legge Fornero si è registrato un ulteriore incremento del numero di lavoratori morti per infortunio in tarda età, com’era addirittura ovvio prevederlo, ma che pur avendolo denunciato innumerevoli volte a tutti i partiti rappresentati in parlamento, a nulla è servito: mandare su un tetto un anziano con acciacchi, fargli guidare un trattore (pochi mesi fa il parlamento, ha rinviato per l’ennesima volta una legge europea che obbliga gli stati membri a far sottoporre a un esame per il patentino per guidare questo mezzo mortale più di ogni altro).
Per non parlare poi del pericolo che si corre su una strada con guidatori di TIR anziani, che muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo numero di ore, dell’età e degli acciacchi.
Quindi è stata fatta nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro sicuro e chi invece corre il pericolo di morire per la mancanza di riflessi poco pronti e che è pericoloso per sé e per gli altri.
Nessuno immagina che ogni anno dal 20 al 25% di tutti i morti ha un’età superiore ai sessantanni e che con la Legge Fornero si è registrato un ulteriore incremento del numero di lavoratori morti per infortunio in tarda età, com’era addirittura ovvio prevederlo, ma che pur avendolo denunciato innumerevoli volte a tutti i partiti rappresentati in parlamento, a nulla è servito: mandare su un tetto un anziano con acciacchi, fargli guidare un trattore (pochi mesi fa il parlamento, ha rinviato per l’ennesima volta una legge europea che obbliga gli stati membri a far sottoporre a un esame per il patentino per guidare questo mezzo mortale più di ogni altro).
Per non parlare poi del pericolo che si corre su una strada con guidatori di TIR anziani, che muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo numero di ore, dell’età e degli acciacchi.
Quindi è stata fatta nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro sicuro e chi invece corre il pericolo di morire per la mancanza di riflessi poco pronti e che è pericoloso per sé e per gli altri.
Morti sui
luoghi di lavoro
2008 637
2009 552
2010 561
2011 663
2012 624
2013 588
2014 662
2015 650
2016 641
2017 605
Carlo
Soricelli
Curatore
dell’Osservatorio indipendente di Bologna dei morti sul lavoro
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