Cosmint è un’azienda cosmetica (circa 400 operai) che produce, per conto terzi, l’intera gamma di prodotti cosmetici.
Nasce nel 1994 a seguito dell’acquisizione della fabbrica italiana di un grande gruppo multinazionale.
Annovera oggi, nel suo portafoglio clienti, le più grandi aziende cosmetiche internazionali e nomi prestigiosi della Cosmesi e della Profumeria nazionale.
COMUNICATO STAMPA
Nasce nel 1994 a seguito dell’acquisizione della fabbrica italiana di un grande gruppo multinazionale.
Annovera oggi, nel suo portafoglio clienti, le più grandi aziende cosmetiche internazionali e nomi prestigiosi della Cosmesi e della Profumeria nazionale.
CONTINUA LA LOTTA PER I DIRITTI DEGLI OPERAI DELLE COOPERATIVE
CHE LAVORANO NELLA FILIERA DELLA PRODUZIONE DEI COSMETICI DI LUSSO
Una lotta che i lavoratori iscritti allo Slai Cobas stanno pagando in prima persona sia come lavoratori che come soci della cooperativa, infatti da aprile dopo che si sono iscritti sono stati oggetto di varie pressioni con trasferimenti, cambi di turni improvvisi e riduzione delle ore contrattuali mensili, per arrivare al 1 luglio quando sono stati sospesi dal lavoro con una contestazione disciplinare non riguardante il rapporto di lavoro ma la loro partecipazione all’assemblea dei soci svoltasi il 28 giugno dentro la Cosmint, probabilmente alla cooperativa non è piaciuto lo sciopero indetto propio per quel giorno dal sindacato per garantire l’esercizio di questo diritto primario dei soci.
Si tratta di lavoratori che da anni svolgono la loro attività ogni giorno in maniera stabile sulle linee di produzione dei cosmetici dalla Cosmint di Olgiate alla Pinkfrog di Rozzano e che assieme a tanti operai nelle loro stesse condizioni sono schiacciati dal meccanismo perverso e al ribasso degli appalti e subappalti a cui fanno ricorso le aziende committenti.
Una situazione di sfruttamento non molto diversa da quella che è emersa in questi anni grazie alla lotta dei “facchini” nei magazzini della logistica della grande distribuzione che hanno acceso i riflettori sul sistema neo-schiavista delle cooperative, utilizzate per venire meno ai diritti contrattuali spettanti ai lavoratori nelle fabbriche se inquadrati correttamente.
Per questo sarebbe interessante aprire un dibattito pubblico e serio per rispondere alla domanda:
A COSA SERVONO LE COOPERATIVE NELLE FABBRICHE?
COSA SIGNIFICA QUESTA CONDIZIONE PER I LAVORATORI?
COME E’ POSSIBILE PER LE COMMITTENTI AVERE UN COSTO DEL LAVORO INFERIORE RISPETTO AL PROPRIO (a volte anche del 60% come si legge sul sito del consorzio www.axaservizi.it) ?
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