Il 1 luglio Controinformazione rossoperaia è stata dedicata alla giornata internazionale in onore de Martiri della rivoluzione in India e nelle Filippine, così come per la libertà dei prigionieri politici in India e in tutto il mondo e a sostegno delle guerre popolari che si sviluppano in questi due paesi.
Una giornata indetta dal Comitato di sostegno alla guerra popolare in India, un organismo che raccoglie a livello internazionale partiti e organizzazioni, realtà solidali con la guerra popolare che si sviluppa in quello che è oggi il più grande paese del mondo.
In India del mondo esiste il più grande Partito Comunista del mondo, un partito che conduce la guerra di popolo, un partito radicato nelle larghe masse contadine e povere, un partito che ha la sua bandiera nella lotta rivoluzionaria della classe operaia e del proletariato, come guida e direzione del movimento generale delle masse popolari, che possa rovesciare all'interno di questo paese il regime reazionario indiano indutva, vale a dire fascista, integralista e nazionalista che, per conto dell'imperialismo, delle multinazionali e dei capitalisti indiani, guida la politica contro i proletari, le masse popolari, non solo dell'India ma dell'intero scacchiere dell'Indo Pacifico.
Nello stesso tempo siamo solidali in questa giornata con la guerra di popolo condotta nelle Filippine - una delle più antiche guerre di popolo - anch'essa diretta dal Partito Comunista delle Filippine
guidato, in teoria e ideologia, per tutto lungo corso della sua vita, dall'amato compagno Josè Maria Sison che recentemente è morto.
Questi due partiti oggi costituiscono un punto di riferimento per il movimento comunista internazionale per la lotta della classe operaia, del proletariato internazionale e per il movimento di liberazione nazionale e sociale che si sviluppa nei paesi oppressi dall'imperialismo.
Lo sviluppo delle guerre di popolo, lo sviluppo della rivoluzione in questi grandi paesi, va insieme all’avanzata del processo di ribellione, di rivolte all'interno delle cittadelle imperialiste. Salutiamo con entusiasmo la rivolta in corso nei quartieri popolari di Parigi; la gioventù proletaria di questo paese ancora una volta ha alzato la bandiera della ribellione e della lotta di fronte all'uccisione di un giovane per mano della polizia, una uccisione che ne segue tante altre e che in direzione del giovani proletari delle banlieues è anche di carattere razzista.
E’ giusto ribellarsi ed è giusto che il movimento di ribellione in corso nei quartieri popolari ottenga il sostegno e la solidarietà di tutto il mondo, ottenga risultati concreti nel mettere un freno alle violenze poliziesche e alla dittatura dello Stato del Capitale. Macron, il suo Stato, i suoi ministri, la sua classe dominante, reagisce di fronte alla rivolta dei giovani con più violenza, con più repressione. Li vuole incarcerare tutti? Ne vuole ammazzare tanti altri? Ma come la storia ci ha insegnato proprio in Francia: la repressione alimenta la ribellione.
E sono stati proprio i compagni delle guerre popolari, i compagni del Partito Comunista dell'India maoista che in occasione del grande movimento di lotta – sempre in Francia - dei lavoratori contro la riforma del pensioni, lo hanno appoggiato. Un movimento di lotta prolungato fatto di 14 giornate di mobilitazione nazionale con milioni di proletari partecipanti a cui via via si sono aggiunti gli studenti, i giovani e anche lì vi sono stati scontri con la polizia, perché anche lì il governo borghese, il governo dei padroni, imperialista, degli affaristi, degli industriali della Francia guidati da Macron, hanno voluto opporre il No alle richieste dei lavoratoriì e hanno utilizzato il Parlamento come cosa propria, con una logica da dittatura. Ma opponendosi alle richieste dei lavoratori ne hanno alimentato l’estensione.
Ebbene i compagni indiani hanno appoggiato dall'India questo movimento, lo hanno salutato come importante, hanno fatto riferimento alla storica Comune di Parigi e alla storia del proletariato francese che ha avuto un ruolo importante nella storia del movimento operaio per indicare la strada. I compagni indiani verso cui esprimiamo la solidarietà oggi sono i primi ad essere solidali con tutto ciò che si muove all'interno delle cittadelle imperialiste.
I compagni indiani, i compagni filippini sono in prima fila nella lotta contro la guerra imperialista che dall'Ucraina si estende in tutto il mondo. Conoscono bene l'imperialismo, lo combattono nei loro paesi perché il regime reazionario delle Filippine è uno dei puntelli dell'imperialismo USA nella zona, così come il regime indiano è uno degli anelli-chiave dei nuovi schieramenti della guerra imperialista.
Recentemente vi è stata una visita di Modi negli Stati Uniti e questa visita si è tradotta in un rafforzamento dell'alleanza anche militare tra India e Stati Uniti, nuove forniture di armi che vengono usate dall'India sia in chiave interna contro il proprio popolo, contro le masse contadine che si ribellano con la guerra di popolo; sia per consolidare le alleanze in funzione anti cinese nell'area.
Quindi solidarizzare con le guerre popolari in India e nelle Filippine è contribuire all'avanzata della lotta rivoluzionaria nel mondo, è contribuire alla lotta contro la guerra.
Nello stesso tempo questa giornata è stata indetta per onorare i martiri della rivoluzione. La data non è un caso: 1 luglio del 2010 è morto il compagno Azad, uno dei leader storici del Partito Comunista dell'India, una figura amata dai proletari e dal popolo indiano e amata dai comunisti e dai proletari avanzati e dalle forze rivoluzionarie anti imperialiste nel mondo.
E proprio in questa giornata rendendo omaggio ad Azad - che ha dato un’impronta rivoluzionaria al Partito Comunista dell'India e che è stato una figura preminente e ha ispirato tanti rivoluzionari secondo il suo insegnamento teorico/politico/pratico - onoriamo i martiri più recenti della rivoluzione nelle Filippine, due amati dirigenti di questo partito, i compagni “Ka Laan” e “Ka Bagong-tao” che sono stati rapiti e uccisi dallo Stato borghese filippino. Essi come tanti altri uomini e donne rivoluzionari sono Martiri che hanno sacrificato la loro vita per il popolo, per la rivoluzione, per l’abolizione delle classi nel comunismo. Così come ricordiamo i martiri più recenti della rivoluzione indiana: è morto recentemente il compagno Anand, una figura storica di questo partito che ha attraversato la storia gloriosa del Partito Comunista dell'India fino agli ultimi giorni e ha guidato negli anni più recenti la rivista internazionale, “Peoples March”, dei compagni indiani.
“È importante che il proletariato dei diversi paesi del mondo - dice il comunicato del Comitato di sostegno alla guerra popolare in India - ricordi tutti i comunisti che hanno saputo sacrificare le loro vite per trasformare un mondo che nell'epoca dell'imperialismo è sempre sotto il pericolo della guerra e della distruzione e della devastazione del mondo e dell'umanità”.
I martiri sono la punta di iceberg di una campagna di repressione ed annientamento che le forze reazionarie in India e nelle Filippine, come in tutto il mondo, sostenute quasi sempre dall'imperialismo americano e dall'imperialismo occidentale - il nostro governo compreso – conducono contro le lotte rivoluzionarie, le ribellioni dei popoli.
La repressione, la tortura nelle prigioni, lo sterminio dei governi fascisti dell'India e delle Filippine sono un anello fondamentale dello sforzo dell'imperialismo e dei suoi regimi per schiacciare le ribellioni e le rivoluzioni dei popoli.
E proprio per questo i prigionieri politici sono una trincea avanzata della lotta tra rivoluzione e contro rivoluzione, proprio per questo la nostra lotta deve essere instancabile per ottenere la loro immediata liberazione.
Libertà per Sai Baba, per Varavara Rao e per le altre grandi figure del movimento comunista e di liberazione nell'India che sono nelle prigioni tra cui tante donne, tante compagne.
La lotta di liberazione dei prigionieri politici è una lotta internazionale: è in questa veste che i compagni indiani, filippini e tutti coloro che li sostengono hanno dato il massimo supporto alla campagna internazionale per la liberazione di George Ibrahim Abdallah e uniscono la loro voce alla lotta nelle carceri in tutti i paesi, compreso nel nostro paese.
Lottare per la liberazione dei prigionieri politici nelle carceri dell'imperialismo ovunque si trovino.
Lottare nel nostro paese per la libertà per Alfredo Cospito, per la libertà per Nadia Lioce, per la libertà di tutti coloro che, lottando contro i capitalisti, i padroni e i loro governi e il loro Stato, finiscono nelle prigioni, allo scopo di essere non solo repressi, ma cancellata, annientata, la loro identità. Per questo dobbiamo fortemente sostenere la difesa delle condizioni di vita dei prigionieri politici in tutte le carceri.
Quando si dice giornata internazionale si lancia un appello a livello internazionale e questo appello è rivolto a tutti, non solo alle organizzazioni comuniste marxiste-leniniste-maoiste che sono naturalmente organizzazioni fratelli e in prima fila per sostenere i partiti che si ispirano alla loro stessa ideologia e alla stessa via di trasformazione del mondo che è la guerra di popolo, la rivoluzione proletaria, ma esso si rivolge a tutte le forze, alle organizzazioni rivoluzionarie anti imperialiste, a tutti coloro che sono solidali con le lotte dei popoli, dalla Palestina al Medio Oriente, a tutti coloro che sono parte del fronte progressista nei confronti delle forze delle reazione mondiale. Quindi nel nostro paese questo appello per questa giornata viene rivolto a tutti.
Questo appello per la mobilitazione di una giornata lancia una campagna che peraltro andrà avanti per il tutto il mese e richiede assemblee, riunioni, incontri come quelli che si tengono oggi a Bergamo, a Palermo e iniziative nelle piazze, sui muri, scritte e striscioni, presidii che testimoniano la diffusione della solidarietà, perché la solidarietà è un'arma, con le lotte che, peraltro, fanno delle armi uno strumento di liberazione, perché le armi nelle mani del popolo - nell'India, nelle Filippine come in tutto il mondo - sono armi di liberazione contro la violenza, la repressione degli Stati, contro le guerre ingiuste e reazionarie come quella in corso in Ucraina per l'invasione russa e per il sostegno al regime reazionario di Zelensky da parte dell'imperialismo USA/NATO/ Europa.
I martiri della rivoluzione non devono essere mai dimenticati.
Nel nostro paese abbiamo un discorso da approfondire: quali sono i legami attuali tra il governo italiano, lo Stato imperialista Italiano, i padroni italiani e questi regimi?
Da un lato il nostro governo si trova nello stesso campo dei nemici dei proletari e dei popoli oppressi dell’India e delle Filippine. Il nostro governo da Draghi a Meloni - ancora più con Meloni - è parte integrante del sistema di alleanze dell'imperialismo americano, della NATO, e quindi condivide la politica di aggressione dei popoli di questi imperialismi ed è, nello stesso tempo, amico stretto dei regimi di questi paesi. Questo è stato evidenziato con estrema chiarezza in occasione della recente visita della Meloni in India.
La visita della Meloni in India è stata una visita al servizio dell'imperialismo e dei padroni italiani, delle sue industrie. Essa è giunta all'appuntamento per sostenere la linea di consolidamento delle relazioni militari e geostrategiche, con forte base negli interessi economici dell’area che è attivamente impegnata a schierare l’India contro la Cina e a collocare l’India in una posizione utile all’attuale guerra imperialista volta a opporre a Cina e Russia un fronte ampio, e chiaramente l'India è fondamentale in quest’area.
Il governo italiano è andato in India e il primo atto che ha fatto è stato di estremo servilismo: la Meloni ha elogiato con piaggeria l'India e il suo premier, è arrivata a dire che Modi, il fascista Modi, il nemico del suo popolo, è il “leader più amato del mondo”. Questo lo ha potuto fare evidenziando anche l'affinità ideologica esistente tra il governo italiano attuale e il governo indiano. E qual è questa affinità ideologica? La natura fascista, clerico-fascista, integralista-fascista. Conosciamo tutti la politica clerico-fascista condotta dal governo italiano, dai suoi ministri, dai suoi importanti esponenti, contro le donne, così come la politica razzista contro gli immigrati la stessa che il governo in India scatena con campagne nazionaliste contro le parti di popolazione di religione non indù, contro le masse musulmane, contro le masse stesse cattoliche.
Quindi vi è stato un buon rapporto tra la Meloni e il regime Modi e lo stesso avverrà - non abbiamo dubbi - quando la Meloni avrà modo di fare viaggi nelle Filippine.
Dietro tutti questi salamelecchi e elogi reciproci ci sono gli interessi degli imperialismo, dei padroni, del grande Capitale. La Meloni e il suo governo hanno agito nel rapporto con l'India da grand commis innanzitutto dell’industria bellica, energetica, Leonardo, Fincantieri, Enel. La cosa ha portato a pianificare massicce commesse nel campo e l'industria bellica, massicce commesse che hanno fatto da corrispettivo alla partecipazione diretta dei soldati italiani, delle truppe italiane a manovre congiunte, addestramenti nell'area dell'Indo Pacifico.
Qual è il rapporto tra l’India e il governo italiano? Più industria bellica, più economia di guerra, più spese militari e così via, più omogeneità con i regimi che trasformano le guerre in una crociata contro i popoli e contro coloro che non sono al servizio dell'imperialismo e delle classi dominanti.
Per questo nel nostro paese la campagna non può essere una pura campagna di solidarietà nei confronti di una guerra di popolo lontana, né tantomeno solamente una campagna per la liberazione dei prigionieri politici. La migliore solidarietà è la lotta contro il nostro governo imperialista, anche nei suoi particolari rapporti con l'India.
Questo è il segno delle iniziative che nel nostro paese si svolgono in questa giornata e in questo mese, con obiettivi: la Leonardo, l’ArcelorMittal, ecc., proprio per far conoscere anche tramite queste iniziative ai proletari, agli operai che lavorano in queste fabbriche che la lotta contro i propri padroni è parte della lotta internazionale contro tutti i padroni del mondo che in una certa misura, sono gli stessi comuni nei nemici. E questo è l'internazionalismo proletario, quello vero.
Infine un’ultima cosa.
I compagni indiani non sono un'organizzazione nascosta. Chiaramente la lotta rivoluzionaria è condotta in forma clandestina perchè è una guerra, è una guerra di popolo, di classe. I compagni ci fanno pervenire quotidianamente documenti e informazioni che tramite il Comitato di sostegno internazionale è possibile avere, conoscere e seguire tappa dopo tappa quello che sta avvenendo nell'India e nelle Filippine.
La campagna prosegue per tutto il mese, fino alla Settimana dei Martiri che si svolge in India dal 28 luglio al 3 agosto, una settimana storica in cui ogni angolo dell'India vengono celebrati i Martiri e viene riaffermato l’impegno delle masse indiane alla lotta per la rivoluzione, per la liberazione dalle catene dell'imperialismo, dello sfruttamento e dell’oppressione da parte del loro governo, e il loro saldo impegno ad essere una parte importante del fronte generale dei proletari e dei popoli del mondo per la loro liberazione.
Attualmente la parola d'ordine su cui i compagni indiani agiscono è: “sconfiggere la guerra imposta contro le masse indiane dalle classi dominanti indiane fasciste integraliste indù dell'India, combattendo i piani e le strategie che il governo indiano conduce per annientare la guerra popolare”. Ogni anno Modi dice che questo è l'ultimo anno e fa piani di massacri di bombardamenti contro le masse indiane in armi, ma il risultato è sempre lo stesso: i piani falliscono e la guerra di popolo resiste, si sviluppa e si consolida.
Fare avanzare il movimento rivoluzionario in India, fare avanzare il movimento rivoluzionario delle Filippine, apprendere gli insegnamenti da questi grandi partiti perché in ogni angolo del mondo bisogna costruire i partiti del proletariato che sono il nucleo centrale del Popolo; i più forti tra questi partiti indicano la strada a quelli che sono in formazione, come quello del nostro paese. Certo, gli scenari sono diversi, una cosa è l'India una cosa sono le Filippine, una cosa è un paese imperialista come il nostro e i paesi occidentali, una cosa è la Francia una cosa è l'Italia, però esiste un filo che li accomuna: la lotta per la rivoluzione proletaria mondiale.
I partiti comunisti di questi paesi sono partiti che nella loro lotta costruiscono attraverso il sangue, il sacrificio, avanzamenti e arretramenti, una forza indistruttibile che poi è la garanzia della vittoria.
E’ importante, quindi, studiarne anche i documenti attraverso il Comitato, attraverso il blog nel nostro paese più solidale con le guerre popolari in India nelle Filippine, proletari comunisti; attraverso anche l'informazione che può avvenire con la Controinformazione rossoperaia, è possibile conoscere ancor di più come e perché questi partiti siano diventati una forza così determinante nel loro paese e attraverso quali leggi. Le leggi della guerra di classe, le leggi del pensiero e della teoria rivoluzionaria che siano in qualche maniera state in grado di conquistare l’avanguardia proletaria e di costruire una strategia e una tattica che sta dimostrando nei fatti come può essere sconfitto il nemico interno, all'interno dell'India come all'interno dei paesi come l'Italia.
Noi vogliamo consegnare nelle mani di coloro che vogliono capire e vogliono combattere realmente nel nostro paese e nel mondo l'imperialismo che produce miseria, reazione e guerre in ogni angolo del mondo e anche all'interno dei nostri paesi, che consegna nelle mani dei governi reazionari e repressivi il potere politico al servizio del grande Capitale.
Ecco, una giornata come questa serve a “guardare alto” per calarsi nella realtà quotidiana secondo l'analisi concreta della situazione concreta e marciare insieme lungo la via della Rivoluzione, una via tortuosa ma il cui sentiero è luminoso e questo sentiero luminoso è la ragione dell'azione dei compagni indiani e filippini e può e deve diventare la ragione nella nostra lotta politica e sociale quotidiana, nel nostro programma e nella nostra prospettiva di creare anche nel nostro paese le condizioni per la Rivoluzione.
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