martedì 18 luglio 2023

19 luglio - CALDO TORRIDO E CONDIZIONI DI LAVORO SCHIAVISTICI: ALTRO LAVORATORE MORTO; UNA DENUNCIA; UNA LETTERA. Padroni assassini governo Meloni/negazionista complice

Lonato, operaio morto in un container nel cantiere Tav: ipotesi caldo killer 

L’uomo,  Gabriele Lucido, di origini campane, aveva 65 anni e dormiva in uno degli alloggi provvisori dandosi il cambio con i colleghi nell'area dei lavori della frazione Campagna.

di Redazione - 19 Luglio 2023 - 7:01

Lonato del Garda. Il forte caldo di questi giorni potrebbe avere causato la morte di un operaio che lavorava alla Tav, la linea ad alta velocità ferroviaria, nel cantiere di Lonato del Garda, nel bresciano.
È stato stroncato da un malore e non si esclude che possa essere dovuto alle alte temperature che stanno vessando la Penisola.
L’uomo,  Gabriele Lucido, di origini campane, aveva 65 anni e dormiva in uno degli alloggi provvisori dandosi il cambio con i colleghi nell’area dei lavori della frazione Campagna.

da Radio Onda d'Urto

 BRESCIA: AL CENTRO SMISTAMENTO DI VIA DALMAZIA I POSTINI LAVORANO SENZA ARIA CONDIZIONATA (MENTRE I DIRIGENTI AI PIANI SUPERIORI STANNO AL FRESCO)

“Invio dei lavoratori portalettere allo sbaraglio, con temperature africane e senza concrete tutele, dovendo circolare, pure indossando caschi, per consegnare la posta proprio nelle ore peggiori esponendosi a situazioni potenzialmente pericolose, sul piano dei malori, degli incidenti, degli infortuni e della morte”.

È la denuncia di Slg-Cub Poste in queste giornate di caldo senza precedenti. “Questa gravosa condizione climatica – prosegue il comunicato sindacale – riguarda anche i lavoratori interni come quelli del centro di smistamento postale di Brescia, in via Dalmazia, che non ha attivato l’impianto dell’aria condizionata relativo al piano in cui si svolgono le lavorazioni postali, mentre funziona benissimo al piano in cui sono collocati gli uffici della dirigenza”. Inviata una lettera all’azienda e ATS chiedendo di intervenire.

da Delegati-Lavoratori- Indipendenti Pisa

 

A 50 gradi costretti a lavorare

 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA LETTERA SULLE CONDIZIONI DISUMANI LAVORATIVE DI QUESTI GIORNI


Mi chiamo Oreste , ho 37 anni e lavoro da quasi 16 anni in una fabbrica della provincia di Pisa, settore meccanico.

Siamo una trentina di operai, in fabbrica non esiste il sindacato, il sindacato firmatario di contratto si presenta due volte l'anno per il premio di risultato e per fare tessere in cambio di servizi come il caf. La detassazione del premio conviene al datore di lavoro e assai meno a noi, sono briciole al cospetto dei guadagni e dei fatturati aziendali.

Da giorni lavoriamo con temperature di quasi 50 gradi, i pochi ventilatori sono insufficienti, solo negli uffici c'è l'aria condizionata Alcuni operai hanno accusato malori, abbiamo anticipato di un'ora l'ingresso ma alle 9 l'aria è già irrespirabile, un caldo incredibile accresciuto dai macchinari. Chi lavora sul piazzale sta quasi sempre al sole a caricare e scaricare i camion, con e senza muletto.

Abbiamo chiesto di ridurre l'orario di lavoro approfittando delle eccedenze orarie accumulate in Giugno ma la proprietà non sente ragione, ci sono richieste continue da evadere, ordini dall'Italia e dall'estero.

Un mulettista è andato a casa oggi per un colpo di sole, era svenuto sul piazzale, due operai oggi hanno accusato cali di pressione e hanno perso anche loro i sensi. Non hanno chiamato l'ambulanza ma solo acconsentito di uscire prima con un permesso speciale e senza recuperare le ore mancanti.

In questi anni con i soldi guadagnati avrebbero potuto dotare la fabbrica di aria condizionata, non averlo fatto è stata una decisione scellerata di cui paghiamo le conseguenze. Per tenerci buoni ci hanno promesso una sorta di una tantum di 100 euro netti da riscuotere al termine del mese di Luglio se la percentuale dei presenti sarà pari all'80 per cento degli organici. Ad oggi ci sono 6 colleghi a casa per il caldo che corrispondono a un quinto del personale, poi ci sono due colleghi infortunati e uno con il tumore, 8 assenti su 30 operai e con questi numeri non vedremo manco questi soldi.

Potremmo ricorre alla cassa integrazione o a turni ridotti lavorando magari solo la notte ma in tal caso non raggiungeremmo la produzione prevista in base alla domanda. Siamo senza tutele e disperati, abbiamo chiesto anche di fare sciopero ma regna la paura e purtroppo la rassegnazione, il sindacato ha poi firmato un accordo per scambiare pochi euro con l'aumento dei ritmi produttivi e vuole mantenere la parola data ad ogni costo, ossia sulla nostra pelle.


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