situazione all'ilva taranto ora .. dal blogtarantocontro
Ilva/Riva: l'attuale situazione e i nostri compiti
Mentre sono in via di conversione e applicazione i decreti precedenti, anche
l'ultima crisi dell'Ilva con il ricatto della chiusiura degli stabilimenti
'Riva Acciai' ha avuto il suo decreto.
Lo hanno richiesto insieme Riva-Bondi e sindacati confederali al loro
servizio,
nonostante ci sia stata una soluzione che, per quanto provvisoria, permette
il ritorno al lavoro degli operai della 'Riva Acciai' e, a quanto pare,
anche il pagammento dei fornitori.
Si sono blindati i poteri di
Riva-Bondi e di garantire la parte che a loro interessa di tutta la vicenda
Ilva, vale a dire, mano libera alla produzione per i profitti e
eventualmente usare questi profitti per pagare il tutto: materie prime,
fornitori, stipendi, circolazione delle merci, messa a norma, ecc. ecc.
Basta elencare queste fonti di spesa per capire che padroni e governo qui
vogliono che si affermi innanzitutto il principio di chi comanda in fabbrica
e di come si usano i soldi, dato che è evidente che in questa situazione dai
ricavi della produzione non potranno certo venire tutti i fondi necessari.
Questo vuol dire che si userà l'argomento del funzionamento della produzione
per il profitto per giustificare tutto in azienda, ristrutturazione, tagli,
mancata osservanza dei tempi dell'Aia, ecc.; per riproporre continuamente il
ricatto occupazionale e la pressione sul governo.
Questa storia ha un finale segnato, e non certo dalla "nazionalizzazione che
salva lavoro e ambiente", come propongono i riformisti anche estremi, ma
dalla continuità sotto qualsiasi veste dell'attacco al lavoro, al salario,
alle condizioni di sicurezza e salute.
In fabbrica serve la trincea del sindacato di classe, alternativo al
sindacalismo neocorporativo e complice, Fiom compresa, ma diverso anche nel
programma, linee di lotta e forme organizzative dal sindacalismo di base,
peraltro attualmente presente solo all'Ilva di Taranto.
Un sindacato di classe diverso nella piattaforma generale, che è inquadrata
dalla proposta dello Slai cobas per il sindacato di classe dai punti del
'decreto operaio', a cui rimandiamo; diverso, perchè servono i cobas e il
coordinamento di essi tra i vari stabilimenti; diverso, perchè deve avere
una chiara prospettiva politica su cui lottare alternativa ai padroni e al
governo dei padroni, perchè pensare che questa vertenza possa risolversi
solo con la lotta sindacale è una pia illusione.
Peraltro, tutte le organizzazioni sindacali in campo agiscono attualmente
legate a forze politiche e da esse dipendenti. Fim e Uilm sono dentro il
sindacalismo neocorporativo che si rifà all'assetto moderno fascista dei
governi di centrodestra e centrosinistra, sia quando sono alleati che quando
sono contrapposti; ad essi e alla loro politica affidano le sorti degli
operai e di essi sono "cinghia di trasmissione". La Fiom gioca su più tavoli
ma il risultato è sempre lo stesso, in parte è dentro la logica
neocorporativa, in parte è legata sempre più organicamente a quelle forze
parlamentari temporaneamente fuori dall'area di governo ma fino in fondo
dentro una logica riformista, Sel, Rodotà, ecc., anzi, queste forze oltre
che non contare assolutamente nulla nel conflitto di classe attuale sono un
utile copertura per la Fiom per presentare una faccia che non corrisponde
alla realtà nelle fabbriche, nè a Taranto, nè a Genova e ancora meno
nell'intero gruppo 'Riva Acciai'. Non dimentichiamo inoltre che a Genova la
Fiom ha come maggiore esponente un dirigente di 'Lotta comunista' che
certamente non brilla per la difesa degli interessi operai fuori
dall'orizzonte neocorporativo della burocrazia confederale.
Infine, l'Usb esprime un radicalismo corrispondente a quello della 'Rete dei
comunisti' e del nuovo raggruppamento in corso di formazione che si
definisce Ross@, che è meglio di Sel e Rodotà ma certamente non ha una linea
di classe alternativa adeguata ai caratteri dello scontro. senza tener conto
che il cemento comune della parola d'ordine "nazionalizzazione" è alla fine
l'unica base politica di questo raggruppamento per quanto riguarda la
vicenda Ilva.
Ecco perchè lo Slai cobas per il sindacato di classe si riferisce
esplicitamente ad un'organizzazione politica di classe come Proletari
comunisti. Perchè senza il simultaneo sviluppo del sindacato di classe e
dell'autonomia politica operaia organizzata in partito, non si può condurre
coerentemente nella vicenda Ilva/Riva una battaglia strategica e anche una
tattica sindacale che risponda a questa strategia. E dietro le parole:
strategia, tattica, non c'è tanto un formulario propagandistico quanto la
vita concreta della classe operaia e delle masse popolari, in particolare a
Taranto che hanno pagato e pagano un alto costo alla strategia e alla
tattica dei padroni, del loro Stato, dei loro governi, dei loro partiti e
dei loro sindacati.
In questa guerra di classe di lunga durata, perchè di questo si tratta, chi
vince e chi perde non è ancora deciso e saranno le masse operaie alla fine a
deciderlo.
circolo proletari comunisti taranto
pcro.red@gmail.com
ottobre 2013
Cambiare per organizzare il sindacato di classe, è necessario e possibile
All'Ilva il sindacalismo di classe si trova nella fase della difensiva
strategica, comincia ad esistere, si esprime in maniera qui confusa, qui
chiara, raccoglie complessivamente un centinaio di operai che ha scelto di
ribellarsi e organizzarsi in maniera alternativa ai sindacati confederali e
che su singole battaglie o nei momenti clamorosi di lotta riesce a farsi
valere e sentire.
Ma manca tra questi operai una linea strutturata, coerente, un'unità
d'azione e un senso di solidarietà che la renda un blocco comune e compatto.
E' avvenuto questo in occasione della lotta degli operai del MOF, il 27
novembre con l'occupazione in fabbrica, il primo giorno in occasione del
licenziamento di un attivista del Usb, Zanframundo; ma normalmente ciò non
avviene.
Gli operai "liberi e pensanti" influenti a livello di opinione rifiutano
l'organizzazione sindacale di classe. L'Usb procede come un "carro armato"
dichiarando scioperi ad oltranza ad ogni piè sospinto, che naturalmente non
portano a risultati concreti. Il mancato rinnovo delle RSU impedisce anche
che si faccia un salto in avanti nella rappresentanza alternativa in
fabbrica.
Lo Slai cobas ora come ora è una linea appoggiata da molti operai ma che
conta su pochi attivisti e una struttura interna non ramificata.
Questo stato delle cose però deve essere decisamente modificato con una
volontà di unità ma anche con una lotta di posizione, perchè senza la lotta
di posizione questa unità non si sviluppa e non può cambiare lo stato del
sindacalismo di classe in fabbrica.
Lo Slai cobas è per il sindacato di classe che non si può basare su
personaggi, anche quando si tratta di attivisti spesso validi e
riconosciuti, perchè alcuni di questi personaggi hanno girato già troppe
organizzazioni sindacali per non temere che continueranno a farlo; nè un
sindacato di base e di classe può basarsi su iniezioni finanziarie dall'alto
anche quando sono a fin di bene; nè tantomeno su rapporti equivoci con
"Fondi pensione" o forme di funzionariato sempre possibili a degenerare.
All'Ilva queste visioni del sindacato alternativo sono presenti anche nelle
fila degli operai, disabituati da molto tempo a una linea, a una pratica, a
metodi e a una forma organizzata realmente alternativi al sindacalismo
corrotto e complice.
In questo senso è giusto dire che questa battaglia non è tanto per affermare
una sigla sulle altre ma per trasformare operai e sindacato in corso d'opera
e attrraverso la lotta.
Certo, è un peccato che operai ribelli, attivisti giustamente radicali nella
critica al sindacalismo confederale facciano mancare il loro apporto a
questa battaglia decisiva in fabbrica e sul territorio, ma vincere la
battaglia sulla concezione del sindacato di classe è anello decisivo per
ridare speranza, forza, partecipazione e potere agli operai che vogliono
cambiare le cose.
slai cobasper il sindacato di classe ilva taranto
slaicobas@gmail.com
ottobre 2013
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sabato 12 ottobre 2013
ilva -bondi supercommissario, serve la vera alternativa politica e sindacale
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