1)
Nella
piattaforma è posta al punto 12 la chiusura dell'Ilva. Primo, questa
proposta non è venuta da nessun intervento dell'assemblea del 2
aprile e quindi non si può mettere come se fosse espressione
dell'assemblea. Noi di Taranto abbiamo informato della battaglia in
corso all'ArcelorMittal ex Ilva per ridurre al minimo la presenza dei
lavoratori in questo periodo di coronavirus, ma sicuramente non
abbiamo parlato di chiudere l'Ilva, né altri l'hanno posto. Secondo,
questa questione dell'Ilva attiene a un dibattito più ampio e
specifico, dove sono presenti varie posizioni, e pertanto non si può
ridurre ad un punto di una piattaforma che deve rimanere
principalmente su come rispondere e lottare sull'emergenza
coronavirus, su come la stanno affrontando nelle misure padroni e
governo e come invece deve essere affrontata dal sindacalismo di
base, movimenti di lotta, organizzazioni.
Quindi
chiediamo che questo riferimento esplicito all'ILVA vada tolto.
Cogliamo
l'occasione per aggiungere brevissime considerazioni. Noi pensiamo
che proprio il coronavirus, emblematico oggi delle pandemie del
capitale, dovrebbe mostrare a tutti, compresa l'area degli
ambientalisti, che “nocivo è il capitale non la fabbrica”; che
puoi anche “chiudere l'Ilva” ma poi il coronavirus ammazza in
pochi mesi ancora più persone e quindi fa venir meno ogni illusione
di guardare e intervenire solo sugli effetti non affrontando la vera
causa, che è la produzione capitalista per il profitto che porta
allo sfruttamento dell'uomo e delle risorse naturali, alla
distruzione dell'ambiente e alla devastazione territoriale.
Il
sindacalismo di base e di classe ha ancora di più oggi
l'opportunità, il dovere di fare chiarezza. Non invece di alimentare
posizioni che allontanano dal cuore della contraddizione:
capitale/lavoro salariato – profitto/distruzione dell'ambiente.
2)
E' riduttivo e non esatto parlare della spinta delle proteste di
migliaia di lavoratori, citando solo la (citiamo dalla mozione):
“traduzione
concreta nelle campagne di astensione come quelle portate avanti da
SI Cobas e Adl Cobas nella logistica (che in queste ore si sta
traducendo nella definizione di accordi e Protocolli sulla sicurezza
tesi a ridurre sensibilmente le attività e a garantire una copertura
salariale prossima al 100% anche attraverso l'anticipo di FIS e
Cigs)”.
Le
proteste più significative sono state le decine e decine di
scioperi, in particolare nelle fabbriche e posti di lavoro del nord,
ma non solo, anche queste in parte spontanee, costringendo in alcuni
casi dopo i sindacati confederali ad andare dietro.
Queste
hanno costretto il governo a prendere alcune misure (che chiaramente
sono totalmente insufficienti). Su questo oltre al ruolo importante
del SI COBAS nella logistica, altre strutture del sindacalismo di
classe - compreso noi – e di base hanno fatto e continuano a fare
in questi giorni la loro parte. Ogni sindacato di base e di classe
non può non considerare più importanti, dal punto di vista della
lotta di classe, gli scioperi piuttosto delle astensioni anche di
massa usando la malattia; arrivando a sostituire questa astensione
(che chiaramente in molti casi è stata obbligata e vasta) all'arma
di classe dello sciopero, dando, quindi, un messaggio non adeguato
agli stessi lavoratori.
Detto
questo, in questo momento anche in altre realtà vi sono stati e vi
sono interventi sulle misure di sicurezza che riescono a strappare
dei risultati.e potremmo fare un nutrito elenco.
Quindi
chiediamo che questo pezzo venga modificato nella mozione - mettendo
in questa maniera: “sulla spinta di numerosi scioperi in fabbrica
e proteste dei lavoratori, così come delle campagne di astensione
come quelle portate avanti da SI COBAS e ADL Cobas nella logistica e
da altre realtà del sindacalismo di base e di classe in tanti posti
di lavoro...”
3)
Inoltre
alla rivendicazione al punto 6) della piattaforma "Garantire
la libertà di sciopero e l'agibilità sindacale...",
si deve aggiungere: “contrastare
e non rispettare i divieti della Commissione Garanzia Sciopero”;
(dato
che con la scusa del coronavirus la CGS sta attaccando il diritto di
sciopero e comminando pesantissime sanzioni, a cui occorre rispondere
prima di tutto confermando lo sciopero).
4)
Sui migranti. Gli obiettivi devono essere molto più chiari e netti -
frutto delle denunce e lotte dei migranti braccianti, lavoratori e
delle baraccopoli, portate anche nell'assemblea del 2 aprile da chi
fa queste lotte, in primis Campagne in lotta.
Noi
dobbiamo chiedere: “permessi di soggiorno, documenti anagrafici e
riconoscimento diritto d'asilo per tutti i migranti; insieme a
reddito, case, misure sanitarie, chiusura dei Cpr - anche per la
difesa della salute dal coronavirus; riapertura subito dei porti”
(il governo, oggi con la scusa del coronavirus, sta chiudendo i porti
mettendo a rischio la vita di decine di migranti, e alimentando, alla
stregua di Salvini, il razzismo tra la gente).
5)
Nella piattaforma è posto come primo obiettivo la “patrimoniale”.
Noi siamo perchè invece vengano poste prima le rivendicazioni
immediate, proposte da realtà come 'Vogliamo tutto', ecc; su cui è
necessario ora strappare risultati, anche perchè queste
rivendicazioni possono essere gestite nei luoghi di lavoro e sul
territorio vedendo protagonisti i proletari e le masse e hanno delle
controparti dirette (aziende, prefetture, regioni, comuni), e su cui,
quindi, sono possibili sia iniziative che contrattazione.
D'altra
parte sulla patrimoniale, essa è una giusta rivendicazione
dell'azione sindacale di classe che va inserita nella piattaforma,
mentre diciamo chiaro che non siamo d'accordo, come è scritto in
alcuni documenti politici che fanno riferimento all'area SI COBAS,
che imporre una patrimoniale del 10% vorrebbe dire “espropriare gli
espropriatori”; questo può sembrare più avanzato, ma in realtà
saremmo all'illusione riformista di poter “espropriare gli
espropriatori” senza il potere in mano agli operai. (Il governo ha
stanziato sì 400 miliardi ma per destinarli ai padroni).
6)
Per la stessa motivazione di sopra, sulla questione delle spese
militari - in cui si scrive "Drastico e definitivo taglio alle
spese militari" - siamo per togliere la parola "definitivo",
perchè far credere che in questo sistema capitalista/imperialista si
possano eliminare definitivamente le spese militari è massimalismo,
parolaio. Qui sarebbe più corretto dire: “spostare fondi dalle
spese militari alla sanità”.
7)
Circa lo “sciopero generale”, anche noi non eravamo d'accordo a
farlo coincidere col 1° Maggio, in cui c'è festa e quindi vi è già
un'astensione dal lavoro, che chiaramente non potremmo chiamare
“sciopero”. Ma ci rimettiamo alle decisioni collettive della
prossima assemblea.
Vogliamo
qui solo chiarire che nel nostro intervento il 2 aprile abbiamo
parlato di “scioperi” lì dove è possibile e necessario, non di
“sciopero generale”, come invece ha voluto interpretare il
coordinatore del Si.cobas, Milani per dire che era impossibile.
Ora
nella mozione lo si pone. Discutiamone alla luce della varietà della
situazione nei posti di lavoro.
8)
Circa il”patto d'azione” nel titolo. Noi siamo per un patto
d'azione di fase, come lo eravamo l'8 febbraio sulla questione
decreti sicurezza/repressione. “Patto d'azione” richiede però un
coordinamento nazionale collettivo che lo gestisce e permette di
capitalizzare i risultati delle assemblee, e organizzare e
strutturare il patto a livello nazionale e locale.
Slai
cobas per il sindacato di classe
coordinamento
nazionale
10.4.20