sabato 4 aprile 2020

3 aprile - DA UN LAVORATORE NELLA PRIMA LINEA DI UN PRONTO SOCCORSO DI BERGAMO, A TUTTI I LAVORATORI DELLA SANITÀ.

SAPERE QUANTI SONO I TECNICI, GLI INFERMIERI… CHE IL SISTEMA SANITARIO DEL PROFITTO STA UCCIDENDO È UN MODO PER PRENDERE COSCIENZA, È UN MODO PER REAGIRE, COLLETTIVAMENTE, NON POSSIAMO ESSERE GLI ‘EROI’ CHE ORA LAVORANO, E DOPO FARANNO I CONTI’.







La morte, così come la vita è qualcosa di infinito. E l’infinito non è quantificabile per definizione. I numeri non possono quantificare la vita e la morte, non discriminano il bene dal male, il giusto dallo sbagliato. Ed allora cosa stride nella conta quotidiana dei morti? Non il numero. 
Per quanto mi riguarda dalla prima all’ultima mi provocano lo stesso infinito dolore, soprattutto se si tratta di morti evitabili, rimandabili, ingiuste, intollerabili. 
Stride la distinzione tra una persona ed un’altra. 
Stride che si racconti che gli stranieri non si ammalano. Personalmente, lo dico dalla prima linea, ho visto in pronto soccorso africani, arabi, sudamericani. Certo, meno degli italiani. Esattamente come prima del virus. Senza contare che sopra i 70 anni di stranieri non è che sia così pieno. Eppure circolano teorie sul fatto che il virus 🦠 abbia una predilezione per gli italiani molto ‘convincenti’.
Stride che si parli dei medici morti e non vi siano notizie degli infermieri morti. Provate a cercare in internet. Quanti operatori sanitari sono morti dall’inizio del contagio? Impossibile saperlo, la statistica parla solo dei medici. E ribadisco, una vita è una vita. Non sto dicendo che voglio sapere quanti infermieri e che dei medici non mi interessa. Vorrei semplicemente sapere quanti operatori sanitari sono morti, medici, tecnici, infermieri. Prendere coscienza è un modo per reagire ora, non possiamo essere gli ‘eroi’, che ora lavorano e dopo faranno i conti.
Cosi eroi significa ‘carne da macello’. Vogliamo lavorare in sicurezza. Ora.
E per porre il focus sul fatto che quello che professionalmente era il capitale umano che maggiormente andava tutelato, proprio per far fronte all’epidemia, è stato il più colpito e quello che più è stato fonte di contagio. Istintivamente potrebbe sembrare ovvio. “Uno che lavora in Ospedale è ovvio che abbia più probabilità di contagiarsi, di ammalarsi e dunque di morire”. 
È ovvio solo se viene mandato allo sbaraglio, da un sistema sanitario consegnato nelle mani di chi non cura come dovere sociale, ma per fare profitto.

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