Intervista 24 aprile 2020 |
Lettera aperta
a Rai 3 ‘mezz’ora in più’ di Lucia Annunziata
a Francesca Nava giornalista
a tutti gli operai Tenaris Dalmine
Contestiamo quanto fatto dalla redazione del programma, che a fronte dell’importante lavoro sul campo dei giornalisti che hanno raccolto molte voci alla portineria, in trasmissione ne ha selezionate poche ‘a contorno delle dichiarazioni di Bonomi’.
Censurato lo Slai Cobas per il sindacato di classe, perché tutti alla fine suonano la stessa musica: rientrare a lavorare alle condizioni dei padroni.
Nella trasmissione di domenica 26 aprile, ‘mezz’ora in più’ di Lucia Annunziata, si è parlato della riapertura delle fabbriche, se esistano o meno le condizioni per rientrare nei reparti e lavorare i sicurezza,
un tema caldo, visto il pericolo di contagio ancora alto, per i lavoratori, per le loro famiglie,
reso bollente dalle minacce di Confindustria,
ma alla fine tutti suonano la stessa musica: rientrare a lavorare alle condizioni dei padroni.
Ci sono le mascherine, ci sono i protocolli firmati da Padroni, sindacati confederali, ATS, gli unici argomenti ammessi al cospetto di Confindustria.
‘fino all’11 marzo non c’erano misure igieniche adeguate a contenere i contagi, sono arrivate dopo’
‘in fabbrica non ci si sente sicuri perché non ci sono ancora i test sierologici e i tamponi e chi sta bene oggi domani potrebbe stare male’
‘Tenarsi da tutte le protezioni (esagerando) ma è troppo presto rientrare oggi, bisognava aspettare il 4 maggio per tornare al lavoro...’
Quindi fanno parlare operai anche critici, ma non si può contestare il modo di produzione, fatto di ritmi e produttività sempre al massimo, il 27 aprile, il 4 maggio… NON SCRITTI NEI PROTOCOLLI!
NON SI PUÒ DENUNCIARE ‘SE SI LAVORA ALLE CONDIZIONI DEI PADRONI NON CI PUO’ ESSERE SICUREZZA’, NON SI PUÒ DIRE CHE CI SI STA ORGANIZZANDO PER DIFENDERCI.
Alla portineria venerdì è stata realizzata un’intervista di più di 10 minuti al delegato Slai Cobas sc di Tenaris Dalmine, completamente censurata.
Questo il contenuto:
la produzione delle bombole di ossigeno (5000 in un mese) è finita, è stata da un lato la foglia di fico per Tenaris per continuare anche in altri reparti con i volontari le produzioni non essenziali dei tubi per il petrolio, dall’altro una sperimentazione per produrre alzando la produttività, usando turni a organici ridotti (utile anche in funzione antisciopero) , invece che produrre sfruttando tutta la potenzialità dell’impianto a tre turni e produrre in metà tempo 10.000 bombole, COME L’EMERGENZA SANITARIA RICHIEDEVA.
Situazione che oggi nella ripartenza si è estesa ad altri reparti, non produzione sociale ma peggioramento delle condizioni di lavoro con saturazione dei tempi e massimo rendimento degli impianti.
Questo è in contrasto con una reale sicurezza che non ci può essere senza modificare l’organizzazione del lavoro, senza ridurre i ritmi.
A maggior ragione oggi ai tempi del virus, dove da un lato l’assenza di contagio non si può garantire con una formale mascherina, in alcune lavorazioni dopo poche ore sono già da buttare. Si tenga presente che a febbraio le mascherine non si potevano usare a parte le postazioni dove era già previsto all’analisi dei rischi, mentre ora se la togli un momento per respirare vieni sanzionato con la lettera disciplinare. I DPI devono essere adeguati alle condizioni di lavoro che in una siderurgia vedono reparti con polveri e fumi, fatica, dove già non si respira, per questo in tempo di emergenza non si può pretendere di produrre come prima e peggio di prima (produttività -rendimento) i protocolli sottoscritti con i sindacati confederali, sono formali, aprono le porte, le condizioni di lavoro reali...
ANCHE QUESTA CENSURA DELLA RAI DIMOSTRA CHE GLI OPERAI DEVONO TROVARE DA SE LA PROPRIA STRADA, IN AUTONOMIA
SENZA LOTTA E ORGANIZZAZIONE, NON C’È SICUREZZA.
SLAI COBAS
per il sindacato di classe
via Marconi 1 Dalmine
http//: cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.com
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