Verso il due dicembre e oltre.
E’ il magazzino Italtrans di Calcio in questo caso, è un metodo consolidato, che padroni e padroncini usano per contrastare la forza dei lavoratori che si organizzano e collettivamente rivendicano miglioramenti salariali e diritti, quello di aprire una trattativa e al momento buono cercare di trovare un’intesa individuale (assolutamente al ribasso ma a volte funziona) con i singoli lavoratori a patto che facciano le disdette sindacali.
Sono intese al ribasso che spesso scambiano gli aumenti di salario con la concessione a fare straordinari (anche con annessi sistemi per eludere l’inevitabile tassazione che i lavoratori si ritrovano a fare 12 ore tutti i giorni, restituendo all’azienda una forma di elusione)
o concedono solo una parte delle richieste, lasciando intendere che diversamente non avranno nulla, che la coop dovrà lasciare l’appalto…
o al limite chiedono l'iscrizione ad 'un altro sindacato' riconosciuto...
perchè soprattutto l’obiettivo è quello di fermare il percorso di presa di coscienza e di organizzazione, che con l’iscrizione al sindacato fa solo il primissimo potenziale passo. E garantirsi la gestione dei lavoratori come singonli con una forza contrattuale relativa, privi di capacità tattiche e di darsi obiettivi di prospettiva. Lavoratori che allo stesso tempo, così non hanno più la possibilità di mettere in discussione l’organizzazione del lavoro, ovvero i ritmi e i modi dello sfruttamento che incidino pesantemente sulla tutela della salutu e della sicurezza.
Questa volta la risposta è stata a tono. Uno sciopero di protesta con l’assemblea schierata con il sindato per non cedere.
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