giovedì 23 novembre 2017

22 novembre - Flessibilità ovvero il moderno schiavismo sul lavoro: una lettera di denuncia



La flessibilità, il punto di vista di una moglie. Lettera sul tempo rubato 


Ciao a Tutti, parlo da moglie di un addetto vendita in un grande negozio di elettronica. Mio marito ha un contratto part time ed è una categoria protetta con un’invalidità del 67%. Ha più volte chiesto un aumento delle ore che gli viene negato senza dare ulteriori spiegazioni; data la flessibilità del lavoro e i turni dati una settimana prima, non può neanche trovare un secondo lavoro… perché è difficile vivere con 800 euro al mese. E quindi da parte mia cerco di fare più lavori possibili per vivere decentemente, concedendosi qualche sfizio ogni tanto.
E’ davvero assurdo e alquanto triste dover pregare i “capi” per avere anche solo una domenica libera, per avere un’ora di permesso anche per una visita medica o un funerale. Ad ogni richiesta corrisponde sempre un “No, manca la copertura” oppure “Ho dimenticato di segnarlo, quindi mi dispiace ma non ti do nessun permesso”.
E’ incredibile come abbiano la capacità di far sentire anche il più forte degli uomini, un uomo senza valore, annientato da gente che ha fatto “carriera” calpestando i diritti di lavoratori e lavoratrici onesti e professionali. Non trascorriamo una domenica libera insieme da non so più quando. Ci stanno rubando il tempo, siamo giovani, novelli sposi e non abbiamo neanche la possibilità di andare ad una mostra, a teatro o solo semplicemente oziare e riprendere le forze per affrontare una nuova settimana. Ogni diritto viene calpestato e quando si chiede qualcosa, ecco la risposta “E tu cosa dai all’azienda?”. “Beh” sto dando la mia vita e il mio onesto lavoro, quindi credo possa bastare. E quando si parla con i più “fortunati”, ci si sente dire che la domenica non hanno nulla da fare che andare a fare la spesa o a comprare l’ultimo Iphone, anche se poi staccano ogni giorno alle 17 e lavorano 5 giorni a settimana. E’ un’ingiustizia sociale che fa soffrire, perché questo tempo non ci verrà mai più restituito…"


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