Manifestazione dei colleghi in
sostegno della lavoratrice lasciata a casa senza preavviso. La sua funzione è
stata esternalizzata
di ROBERTA
RAMPINI
3 novembre
2017
Rho (Milano), 3 novembre 2017 - Convocata dalla
direzione aziendale per "bere un caffè insieme" e dopo
qualche minuto licenziata. "Mi hanno consegnato la lettera e sono
stata accompagnata fuori dai cancelli". Cinquantuno anni, mamma
separata con tre figli, di cui due ancora minorenni, Anna Palmabella dopo
33 anni e 8 mesi di lavoro alla Sicor-Teva Italia di Rho, azienda del
settore chimico-farmaceutico, è stata licenziata senza nessun preavviso e
senza nessuna comunicazione alle Rsu. Motivo? La sua mansione di
impiegata nell’ufficio personale è stata soppressa, o meglio, esternalizzata.
Le organizzazioni sindacali e le Rsu hanno indetto uno sciopero di 8 ore e
giovedì mattina hanno fatto un presidio di protesta davanti ai cancelli di
via Terrazzano. "Le motivazioni di una protesta così forte nei confronti
dell’azienda riguardano le modalità adottate per il licenziamento - dichiara
Massimo Ranieri, delegato sindacale della Filctem Cgil -. Le parti sindacali
non sono state coinvolte nel processo di riorganizzazione del reparto dove
lavorava la nostra collega e così non abbiamo avuto la possibilità di gestire
le gravi ricadute occupazionali. Insomma abbiamo scoperto dell’esubero del
personale a licenziamento avvenuto. Questo comportamento è
inaccettabile". Amareggiata, ma tutt’altro che rassegnata, la lavoratrice
licenziata era davanti ai cancelli insieme ai colleghi del sito che occupa
180 dipendenti: "Ho sempre lavorato tanto, facendo sacrifici, anche il
sabato e la domenica da casa; solo qualche giorno prima c’era stata una
riunione per definire gli obiettivi del 2018 e poi mi sono sentita dire che non
hanno più bisogno di me - racconta Anna - senza alternative, senza darmi
risposte, nemmeno avessi rubato, sono stata umiliata". Un primo
incontro all’Ispettorato del lavoro c’è già stato, la direzione aziendale
ha offerto alla lavoratrice un compenso economico, ma lei non ci sta.
"Noi chiediamo il reintegro anche con altre funzioni - dichiara
Leonardo Alfarano, funzionario della Femca Cisl Milano - auspichiamo che l’azienda
trovi una soluzione per risolvere la vertenza della lavoratrice che tra l’altro
è monoreddito con tre figli". Anna ha bisogno di quel lavoro, tanto che
è disponibile anche a essere trasferita in un altro sito. Il sindacato è
con lei, sta anche garantendole il supporto legale e annuncia: "Se sarà
necessario faremo altre manifestazioni e bloccheremo l’attività
produttiva".
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