lunedì 20 novembre 2017

17 novembre - Ennesimo attacco al Diritto di Sciopero: A Chieti lo sciopero è..., "ingiustificato"!


27 Ottobre: assenza “ingiustificata”
Riscontro stampa: L'Italia è fuori da Il Pasquino 14 novembre 2017
                                                 Fuoriregistro 15 novembre 2017
Lo avevamo denunciato: l’esercizio del diritto di sciopero è in pericolo. Come se non bastasse “l’editto” di Del Rio – che 24 ore prima dello sciopero generale del 27 ottobre scorso proclamato rispettando tutte le regole imposte dalla normativa e con ben 3 mesi e mezzo di anticipo ha precettato i lavoratori del comparto trasporto pubblico riducendolo da 24 a 4 ore e sterilizzandolo nei fatti – un altro episodio gravissimo ci è stato segnalato da Chieti. I fatti. 11 lavoratori della Bravo Srl di San Salvo (Chieti) aderendo all’invito di USI-AIT hanno esercitato il proprio diritto soggettivo inalienabile. Diritto – lo ribadiamo con forza – di rango costituzionale e, in quanto tale, tutelato dalla legge: hanno scioperato!

La Bravo Srl di Chieti occupa circa 360 dipendenti e fa capo ad una multinazionale giapponese del vetro (NSG Group) con sedi a Settimo Torinese, Melfi e Porto Marghera: ai primi di novembre, spulciando nella busta paga, i lavoratori hanno trovato una sorpresa. Hanno scoperto che – il 27 ottobre – la trattenuta effettuata dall’azienda aveva, come causale, un’assenza … “ingiustificata” e non l’adesione ad uno sciopero – lo ripetiamo, proclamato con larghissimo anticipo e rispettando tutti i, rigidissimi, vincoli di legge: a cominciare dall’ordine di precettazione!. Nei giorni successivi sono cominciate a pervenire le prime lettere con le quali la Direzione aziendale preannunciava l’apertura di un procedimento disciplinare a carico degli scioperanti … “ingiustificati”.
Chiariamo subito che la Segreteria nazionale USI-AIT si è già attivata per tutelare i lavoratori fornendo alla Direzione aziendale tutta la documentazione relativa allo sciopero generale del 27 ottobre 2017 inoltrata – come prescrive la normativa – alle Autorità competenti che, ad ogni buon conto e a beneficio della direzione aziendale chietina, ribadiamo:
• Presidenza Consiglio dei ministri;
• Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
• Ministero del Lavoro;
• Ministero Funzione pubblica;
• Presidente Commissione di Garanzia ex lege 146/90.
Nessuna legge o clausola contrattuale obbliga le OOSS in lotta per ottenere miglioramenti salariali o sociali ad informare le singole aziende – come pretende la filiale chietina della NSG Group – dell’agitazione in corso dal momento che l’obbligo giuridico dell’informazione corretta e tempestiva ai sensi dell’articolo 2 comma 6 della legge 146/90 (come correttamente riportato e rammentato nel telegramma di indizione dello sciopero indirizzato alle Autorità competenti) spetta al Governo e – in ultima analisi – agli organi di (dis)informazione di massa (tiggì in primis) che però – per calcoli meschini e fin troppo facili da prevedere – si guardano bene dal farlo. Informare correttamente e per tempo i lavoratori e le lavoratrici di uno sciopero generale riguardante sia il settore pubblico che quello privato – che rientra negli obblighi etici prima ancora che giuridici di quel “servizio pubblico” denominato informazione di massa – significherebbe aumentare potenzialmente il rischio di adesione/partecipazione alle iniziative di lotta proposte dal sindacalismo più combattivo. Meglio, molto meglio (per il governo ed i media asserviti) mettere la “sordina” a queste iniziative e poco importa se questo atteggiamento di “censura preventiva dell’informazione” comporti “l’effetto collaterale” di cogliere di sorpresa i padroni che reagiscono in maniera arrogante e scomposta: come alla Bravo Srl di San Salvo. Pur non volendo corredare il gravissimo episodio di un significato improprio non possiamo fare a meno di rilevare come questa iniziativa padronale abbia fortemente scosso ed irritato i lavoratori palesandosi come una forma – nemmeno tanto occulta – di condizionamento se non proprio di vera e propria intimidazione in occasione di – assai probabili – mobilitazioni future. E, probabilmente, è proprio questo lo scopo che si prefigge la direzione aziendale protagonista di questo episodio: scongiurare mobilitazioni future!
Un tentativo di “condizionamento occulto” che – stringendoci idealmente agli scioperanti di Chieti – rispediamo al mittente. Nell’esprimere la piena e completa solidarietà ai lavoratori di San Salvo oggetto di discriminazione invitiamo tutti i solidali ad inviare una lettera alla Direzione aziendale in modo che sia chiaro e tangibile che essi non sono e non saranno lasciati soli alla mercè delle arbitriarie interpretazioni padronali.
Se toccano uno toccano tutti.
Per USI-AIT Puglia
Pasquale Piergiovanni
P.S.: I messaggi solidali vanno indirizzati alla Direzione della Bravo Srl al seguente recapito postale (o al numero di fax indicato in calce) con questa dicitura: “Piena e completa solidarietà agli scioperanti della Bravo Srl di San Salvo (Chieti) vittime di procedimento disciplinare per aver aderito e partecipato allo sciopero generale del 27 ottobre scorso. Se toccano uno toccano tutti”.
Direzione Aziendale BRAVO SRL ZONA INDUSTRIALE 66050 SAN SALVO (CH)
Fax 0873 549998


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