GLI OPERAI REAGISCONO ALLE SANZIONI DISCIPLINARI PRETESTUOSE, AI PEDINAMENTI DELLE AGENZIE PRIVATE CHE HANNO PORTATO A LICENZIAMENTI, ALLE PESANTI CONDIZIONI DI LAVORO CHE METTONO A RISCHIO LA SALUTE E IN UNA CALDA ASSEMBLEA SINDACALE COSTRINGONO I SINDACATI CONFEDERALI ALLA ‘INSOLITA’ PROCLAMAZIONE DI UNO SCIOPERO DI OTTO ORE, CONTRO QUESTO ‘CLIMA DI PRESSIONE’.
SIAMO DALLA PARTE DEGLI OPERAI CHE SI RIBELLANO, MA CONTRO ‘QUESTO CLIMA’ CI VUOLE AUTONOMIA, ORGANIZZAZIONE E UNITÀ DI CLASSE, ROMPERE IL LEGAME CON I SINDACATI CONFEDERALI DIFENSORI DELLA PACE PRODUTTIVA IN FABBRICA, CHE LE SPINTE DI RIBELLIONE LE SOFFOCANO, NON LE ALIMENTANO.
QUESTO CLIMA È IL FASCISMO PADRONALE, PARTE DELLA TENDENZA GENERALE AL MODERNO FASCISMO, CHE NON PERDE OCCASIONE PER MOSTRARE IL SUO FEROCE
VOLTO, LICENZIAMENTI E INTIMIDAZIONI PER COSTRINGERE GLI OPERAI AD ABBASSARE LA TESTA, ALLA BREMBO COME ALLA EX FIAT DOVE L’AZIENDA SI ACCANISCE CONTRO GLI OPERAI A RIDOTTE CAPACITÀ LAVORATIVE, CONSUMATI DAL PROFITTO E RESI PARZIALMENTE INVALIDI DAI METODI SCIENTIFICI USATI PER IMPORRE SULLE LINEE I FATICOSI E RIPETITIVI GESTI PER IL MONTAGGIO DELLE AUTO, FINO ALL’EX ILVA, DOVE L’ATTACCO AGLI OPERAI CON I LICENZIAMENTI ‘DISCIPLINARI’ MIRA AD IMPEDIRE LA CRESCITA DI DENUNCE E MOBILITAZIONI SULLA SICUREZZA, SULLA MANCANZA DI MANUTENZIONE SUGLI IMPIANTI, E NATURALMENTE A TOGLIERE FORZA AGLI OPERAI NELLA DIFESA DEI POSTI DI LAVORO...
Ciò
che accade alla fonderia Brembo non può essere definito una
eccezione. Questa interpretazione dei confederali è funzionale ad un
recupero della spinta operaia e a mettere barriere al coinvolgimento
degli operai del gruppo. A 'questo clima' non si risponde con la normalizzazione ma con la 'guerra di classe'.
Hanno dovuto proclamare lo sciopero, ma già stanno lavorando per riconciliare gli operai con il sistema di sfruttamento della fabbrica, stendere ponti al padrone e riportare la pace sociale nello stabilimento. Bastava essere davanti ai cancelli ieri al cambio turno per cogliere il piazzale quasi pieno, perché lo sciopero è stato indetto solo in un reparto, con l’adesione massiccia degli operai ‘fissi’, tutti i precari dell’agenzia al lavoro. L’altra faccia della disciplina di fabbrica.
L’enorme diffusione del lavoro precario negli stabilimenti Brembo, con le agenzie di somministrazione ma non solo, è già una forma estesa di controllo capillare su operai che diventano ricattabili. Ma tanti precari richiedono tanti capi, capetti e capi linea per essere sorvegliati e valutati. E la fabbrica si trasforma secondo il sistema di pensiero del padrone.
Ed anche questo è parte del fascismo padronale.
Solo questo basterebbe a sfatare l’illusione che negli altri stabilimenti del gruppo le cose siano a posto per i lavoratori.
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