domenica 26 giugno 2022

26 giugno - Sfruttati a 600 euro o pagamenti in nero: la giungla del lavoro

 

La disperazione dei giovani: «Ci pagano 2,70 euro all’ora». Stipendi da fame in fast-food, studi medici e tabaccherie

Da una parte il Piemonte vanta il triste record di disoccupazione giovanile, dall’altra nessuno vuole più fare il cameriere e il cuoco, e i titolari delle attività non sanno come fare a reclutare il personale. Con il Covid tutto e cambiato e sembra che i giovani finalmente abbiano deciso di non sottostare più alla logica del lavoro, spesso in nero, con compensi da fame e carichi di lavoro spropositati.

LO SFRUTTAMENTO

Martina, il nome è di fantasia, nell’ultimo periodo ha cambiato un gran numero di impieghi. «Ho lavorato per un amministratore di condominio che mi pagava 800 euro al mese in nero e quando mi sono presa il Covid mi ha lasciata a casa, ho anche fatto il corso come amministratrice con un’agenzia ma non mi hanno rilasciato nessun certificato – spiega la 27enne torinese che non si è mai data per vinta e ha continuato a cercare -. In una tabaccheria mi hanno offerto 600 euro per 10 ore di lavoro al giorno, facendo un calcolo, togliendo i giorni di riposo, avrei guadagnato 2,70 euro all’ora. Mi piacerebbe tanto poter essere autonoma – commenta – ma con questi compensi non posso pagarmi l’affitto e sono costretta a vivere coi miei».

Paola racconta la sua triste esperienza in un fast food di provincia: «Al McDonald’s mi hanno fatto un contratto di apprendistato da 600 euro al mese che non mi hanno mai fatto vedere, e mi avrebbero potuto spostare in ogni fast-food del mondo pagandomi sempre quella cifra che poi ho scoperto essere soltanto 400 euro. È stato un vero incubo, le colleghe mi facevano la guerra per due spicci, una volta una mi ha fatto lo sgambetto, un’altra mi hanno spinto e sono finita col braccio nella friggitrice».

Ilaria ha lavorato in un pub di corso Vittorio a Torino: «Mi davano 30 euro al giorno per 9 ore serali di lavoro, dalle 17 alle 2 di notte. E a volte lavoravo perfino senza la certezza di essere pagata. Ho resistito due mesi poi mi hanno praticamente costretto ad andarmene. Checché ne dicano i titolari di bar e ristoranti – sottolinea la giovane -, il mondo della lavoro continua a essere in larga parte basato sullo sfruttamento. Per fortuna noi ventenni l’abbiamo finalmente capito».

E se con il calo della domanda di camerieri e baristi gli stipendi offerti dai datori di lavoro ora sembrano mediamente un po’ più alti, ci sono una marea di settori, anche nell’ambito dell’alimentare, in cui le retribuzioni continuano a essere da fame e non danno alcuna garanzia di futuro.

PRECARIATO SUL WEB

Per farci un’idea abbiamo cercato lavoro sul web passando in rassegna gli innumerevoli annunci che offrono posizioni quanto mai precarie. È di pochi giorni fa la proposta della società Gruppo Dimensione Spa di Grugliasco in cui si cerca un ingegnere civile, conoscitore di due lingue, retribuito 600 euro al mese. Ma su Indeed si possono trovare varie “offerte” di questo tipo. Sempre a Grugliasco un assistente al project manager di Cta Spa prende sempre 600 euro, stesso compenso offerto dalla Brule piadineria di Torino per un addetto alle preparazione delle piadine e gestione punto cassa, così come dallo studio dentistico Di Gioia a Moncalieri che per 600 euro cerca una segretaria front office per prendere appuntamenti e accogliere clienti l’intera giornata. Per muovere i primi passi come addetta alla selezione del personale, la Kelly Service Spa di Torino propone uno stage a tempo pieno retribuito appena 500 euro. Perfino la multinazionale Ikea sottopaga gli stagisti: per lavorare nell’angolo delle occasioni nel “baraccone” di Collegno si guadagna sempre la modica cifra di 600 euro. Come già fatto notare dalle ragazze intervistate, tra i luoghi in cui lo sfruttamento è più di casa ci sono anche tabaccherie e fast-food. Sempre per 600 euro al mese una tabaccheria di Nichelino ricerca una posizione da commessa, sotto forma di stage, con orario flessibile. Mentre per lavorare come operatore fast-food la Bkno Srl offre un impiego a tempo pieno a ben 700 euro mensili.

Neppure i camerieri non se la passano poi così bene: la paga al ristorante Passami il sale a Venaria è di 600 euro al mese, anche per prima esperienza. Mentre Food & Company cerca una figura extra il sabato sera per 50 euro.




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