12 giugno nel ricordo sempre vivo di Paolo e Pasquale e di tutti gli operai morti all'Ilva - Rilanciata a livello nazionale la Rete per la sicurezza sui posti di lavoro
Il 12 Giugno del 2003 all'Ilva morirono per il crollo di una gru,
assassinati dal profitto di padron Riva, i giovani operai Paolo
Franco e Pasquale D'Ettorre, che dopo le tanti morti del periodo
dell'Ilva/Italsider pubblica, aprirono la tragica stagione delle
morti della nuova giovane generazione operaia che è continuata con
le altre troppe morti, di cui altre due sempre per le gru.
Senza
ribellione e lotta non si potevano salvare le vite degli
operai.
Subito dopo la morte/assassinio di Franco e
Pasquale, per l'azione dello Slai cobas per il sindacato di classe e
di alcuni, pochi, tenaci operai dell'Ilva, si rispose a Taranto e
poi a livello nazionale non solo con le lacrime e la rabbia impotente
ma con l'azione per rendere concrete le parole d'ordine "BASTA
MORTI SUL LAVORO" - "SI LAVORA PER VIVERE NON PER
MORIRE!".
Per la prima volta i familiari degli operai
uccisi, con alcuni operai dell'Ilva, cominciarono a organizzarsi. Si
costruì a Taranto il "Comitato 12 Giugno". Unendo in
questo e attorno ad esso anche avvocati, artisti, giuristi, ispettori
del lavoro, democratici, compagni e compagne di lotta, ecc.
Per
la prima volta, grazie ad "Attricecontro" di Roma, con il
toccante spettacolo, costruito insieme ad operai e familiari
dell'Ilva, "Se questo è un operaio - viaggio nell'inferno
dell'Ilva", venne portata sulla scena di teatro la verità
della condizione operaia di sfruttamento, di subordinazione ai capi,
di oppressione, controllo/ricatto in una fabbrica come l'Ilva che sta
dietro la morte degli operai.
Per la prima volta l'Ilva con il
suo carico di morti per infortunio, malattia fu portata come uno
"schiaffo" a livello nazionale e anche internazionale, e
ruppe il complice silenzio di governi, Stato, mass media, sindacati
confederali.
Per la prima volta con altre realtà operaie e di
familiari di altre città, in particolare gli operai della
ThyssenKrupp di Torino, si mise sù la Rete nazionale per la
sicurezza sui posti di lavoro - diventata poi "Rete
nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e
territori" con l'emergere sempre più forte delle micidiali
ricadute sulle popolazioni dei territori della logica padronale di
profitto contro la vita, la salute, l'ambiente.
E la Rete ha
dato vita alle uniche manifestazioni nazionali (oltre quelle, tante,
locali e specifiche che si sono fatte e si fanno), all'unità
necessaria delle realtà di fabbrica come dei territori, degli operai
come dei familiari, dei lavoratori come di esperti, di democratici,
avvocati, ecc. - e a Taranto dalla manifestazione del 9 aprile 2009 a
quella del 22 marzo 2013.
NOI QUESTO 12 GIUGNO VOGLIAMO
RICORDARE E RENDERE VIVO.
Questa data, purtroppo, è
stata poi di fatto consegnata alle istituzioni, ai preti,
arcivescovi, ai rappresentanti delle Forze dell'ordine - che per 364
giorni non fanno nulla e sono o complici col loro silenzio, o
direttamente responsabili della morti in fabbrica e dopo della
mancanza di giustizia.
Questo purtroppo ha reso l'attuale 'Comitato 12 giugno' una
piccola cosa nettamente in contrasto con lo spirito iniziale di lotta
e di strumento di classe, infangato da chi usa questa data per
affossare ancora una volta gli operai e la loro condizione che invece
grida ribellione! Per questo lo Slai cobas se n'è dovuto
sottrarre.
MA LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA E LA
SALUTE SUI POSTI DI LAVORO E TERRITORI ESISTE E PROPRIO IN QUESTI
MESI E' STATA RILANCIATA in assemblee nazionali e iniziative di lotta
in alcune città.
ANCHE A TARANTO IL NOSTRO IMPEGNO E' RILANCIARE LA RETE, per non aspettare altri morti.
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