Sono più di 730 i morti sul lavoro in quest'anno fino ad oggi.
I dati dell'Dall'OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO: "733 fino ad oggi, 362 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade. In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni".
7 operai morti sul lavoro negli ultimi 2 giorni, nei cantieri, dai ponteggi, schiacciati da muletti, il profitto uccide operai di 72 anni e operai giovanissimi.
Basta! Cominciamo ad organizzarci, a metterci in Rete, a lavorare per portare la lotta a difesa delle vite operaie nei luoghi di lavoro, per la sicurezza, sul piano nazionale.
Qualcosa comincia a muoversi e a unirsi. Ora lavoriamo tutti per dare vita a una Rete nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e nei territori.
Di questo tratta l'intervento all'Assemblea Nazionale Anticapitalista del 17 giugno scorso del compagno della Rete nazionale sicurezza-nodo di Ravenna che riportiamo:
C’è un aspetto positivo in questa fase, e cioè che si sta rispondendo a livello organizzativo, alcune realtà si stanno cominciando a mettersi in Rete per rispondere alle morti sul lavoro e per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Due importanti appuntamenti si sono svolti di recente a cui abbiamo partecipato, il 26 maggio a Modena, che ha dato vita alla Rete naz lavoro sicuro, dietro impulso dei macchinisti del Comu, assieme ad alcuni esponenti Medicina Democratica con Totire e Paolo Fierro, vice presidente. Un’assemblea dedicata a Michele Michelino, che è stato commemorato in questo senso: un riconoscimento e una valorizzazione del suo impegno per la causa operaia e una volontà di lotta di proseguire il lavoro a cui Michelino ha dedicato tutta la sua militanza, quella della lotta contro le morti sul lavoro come prodotto di questo sistema capitalistico basato sul profitto dei padroni.
Questa assemblea di Modena è da appoggiare, sostenere, erano presenti anche gli operai Gkn che hanno portato la loro lotta e, in un passaggio del loro intervento è stata posta, sulla questione sicurezza, la questione dei DVRI che, siccome vengono preparati dall’azienda, sono poco obiettivi: su questa questione è una battaglia da fare.
Abbiamo voluto portare a questa assemblea le esperienze, le lotte, da noi fatte sul piano locale, alla Marcegaglia e all’Enichem, la questione delle postazioni ispettive e di prevenzione, sanitarie, fisse, nelle grandi fabbriche da imporre con la lotta. Altra questione che abbiamo portato è stata quella degli Rls, che azzeri la situazione attuale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro fatta di delega alle strutture sindacali (anche di base) che nominano gli rls all’interno delle rsu o rsa.
Totire diceva di creare ‘tipo radio carcere’ un momento di microfono aperto ai lavoratori con denunce dai luoghi di lavoro, una sorta di “sportello” per i lavoratori che intendono fare denunce.
Per noi era importante essere a Modena e contribuire, abbiamo aderito, fino adesso c’erano poche realtà sul campo, ad es. l’Osservatorio sulle morti sul lavoro di Bologna di Sorricelli (che ha partecipato all’assemblea) e poche realtà locali.
Altre realtà presenti sono state l’Sgb, il Si Cobas e l’Adl Cobas che hanno dato la loro adesione all'assemblea di Modena.
Altro punto interessante è stato il convegno a Roma, “la salute non è una merce”, anche qui necessità di mettersi in rete, coordinarsi e organizzarsi in un ambito nazionale. E’ sul piano nazionale che ci può essere un avanzamento per questa battaglia e ribaltare i rapporti generali tra operai e padroni.
Se non lottiamo, le leggi come quelle che equiparano le morti sul lavoro agli omicidi, non ce le regalano nessuno, vanno imposte ai parlamentari.
Il nostro lavoro deve riuscire a creare effettivamente una rete, con queste e altre realtà, abbiamo bisogno di conquistare i giovani, gli studenti che hanno dato prova di ribellione quando sono morti due studenti nell’alternanza scuola lavoro e come risposta da parte del governo hanno ricevuto repressione, arresti e manganellate.
Le cose positive cominciano ad esserci, in autunno qualche passaggio significativo lo dovremo mettere in campo, come un’assemblea in presenza per potere mettere in Rete tutte queste realtà che si stanno muovendo su questo fronte di lotta in termini organizzativi.
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