Menci: lavoratori in assemblea urgente, annunciata la chiusura
CASTELNUOVO SCRIVIA – Lavoratori della Menci stamattina riuniti in assemblea convocata d’urgenza. La situazione dell’azienda è improvvisamente precipitata. Annunciata la chiusura della sede locale.
Tre dipendenti trasferiti in Messico, protesta alla Util
Delegazione sindacale in prefettura ad Asti
Le cose sono precipitate la sera di mercoledì 8 giugno alla Util di Villanova d'Asti. Tre lettere recapitate ai dipendenti. Oggetto: trasferimento in Messico. Quanto basta per scatenare la protesta alla Util di Villanova.
«La rabbia è subito montata perché potrebbe sembrare una ritorsione. Così siamo stati ricevuti in Prefettura per affrontare il problema».
CUNEO)
Flussi: i braccianti in Granda ci sono ma non possono lavorare
Senza un’occupazione e spesso senza una dimora, da oltre un mese attendono che il Viminale riattivi la piattaforma informatica che elabora i contratti per ottenere l’assunzione.
“I braccianti ci sono ma non possono lavorare perché non hanno un contratto. E in attesa che la piattaforma si rimetta in moto, il comparto agricolo perde ogni giorno una parte dl suo raccolto. La frutta non aspetta i tempi biblici della burocrazia e in attesa che il Viminale riattivi la piattaforma informatica, mirtilli, pesche e susine, maturano, cadono e marciscono. Così un’annata agricola buona rischia di finire al macero”.
nonostante la soluzione sia a portata di mano, anzi di un semplice tasto che deve essere schiacciato per riavviare il sistema informatico che gestisce i flussi, bloccato dal 22 aprile al 10 maggio ed ora in attesa che qualcuno esegua quel salvifico clik.
“Questa è una buona annata - prosegue il direttore Porcu - eppure rischiamo che la frutta non raggiunga i punti vendita dove così ci saranno solo prodotti stranieri e con i prezzi alle stelle. E questo nonostante una parte dei mille e 600 flussi del Cuneese, siano già arrivati: alcune centinaia di persone sono come parcheggiate in attesa che si riattivi la piattaforma per avere un contratto che permetta loro e quindi agli imprenditori, di essere in regola”.
Una sorta di limbo che nuoce a tutto il comparto e crea un cortocircuito: i braccianti sono regolarmente in Italia ma non possono lavorare perché privi di contratto .
Le aziende “si scambiano” i pochi lavoratori disponibili ma la frutta non ritarda la maturazione in attesa che la piattaforma informatica torni ad essere operativa.
TORINO)
Carrefour: "Sostituisce i dipendenti tagliati con le cooperative"
L'azienda dei supermercati aveva incentivato 719 esuberi: ma ora parte del lavoro viene esternalizzato
Prima si tagliano lavoratori, poi si constata che manca il personale e per sopperire si aprono le porte alle cooperative, esternalizzando alcuni servizi. Sta accadendo in questi giorni a Carrefour, la catena della grande distribuzione che ha in Piemonte uno dei poli più densi di punti vendita d'Italia, assieme alla Lombardia. Su 719 esuberi dichiarati in tutta Italia con una procedura di licenziamento collettivo, un centinaio riguardano la sola provincia di Torino, che conta 13 ipermercati e 18 Carrefour Market.
IVREA)
Comdata precisa brutalmente: chi non passa in Inps si ritenga licenziato
“Le precisiamo che la cessazione della commessa di cui al richiamato contratto farà venir meno la ragion d‘essere del Suo rapporto di lavoro con noi.”
nonostante la richiesta di alcuni lavoratori di sciopero immediato, ad oggi non sia pervenuta alcuna dichiarazione di stato di agitazione.
Con questa gelida frase Comdata precisa “per quanto superfluo” ai suoi dipendenti impegnati sulla commessa del call center Inps che con l’avvio dell’internalizzazione del servizio a dicembre 2022 gli stessi devono ritenersi licenziati. In realtà, poi, ad esempio nella sede di Ivrea, l’azienda ha mandato la lettera di “avviso” non solo ai 100 dipendenti impegnati su Inps, ma a tutti quelli che risultano aver lavorato su Inps dal 2019, non importa se oggi non sono più su quel cliente, portando a 170 le persone alle quali Comdata ha detto in pratica se non entreranno in Inps devono comunque ritenersi fuori anche da Comdata.
Come noto la commessa Inps è stata persa da Comdata a causa della decisione dell’Istituto di internalizzare il servizio clienti affidandolo alla partecipata Inps Servizi spa (100 per cento di capitale pubblico attraverso la stessa Inps). Il contratto di appalto per la prestazione dei servizi di “contact center multicanale” tra Inps e Comdata prevede la scadenza e dunque la sua cessazione con effetto al 30 novembre 2022, ma sempre come già noto, Inps non assorbirà tutte le operatrici e gli operatori che lavorano sulla sua commessa. La clausola sociale difatti non è stata applicata, e oltre 300 persone rimarranno fuori. E a chi non avrà la “fortuna” di essere assunto da Inps Servizi, Comdata ha tenuto precisare che non si aspettino di conservare il posto di lavoro, poiché “vien meno la ragion d’essere”.
Da parte sua l’Inps ha avviato una procedura di selezione del personale attraverso “Avviso di Selezione” datato 25 maggio 2022 e che si è chiusa il 9 giugno. Comdata ha invitato ogni lavoratore coinvolto “a partecipare a tale selezione nei dovuti modi, termini e condizioni” previsti nell’avviso, sottolineando che Comdata “è del tutto estranea al programma di internalizzazione”. Ponzio Pilato era nessuno al confronto.
le rsu scrivono “Comunicazione ai dipendenti inseriti sulla commessa INPS – e aggiungono – Inoltre risulta totalmente inaccettabile la dicitura presente sulla stessa comunicazione in cui si dichiara che “la cessazione della commessa di cui al richiamato contratto farà venir meno la ragion d’essere del Suo rapporto di lavoro con noi.»nel comunicato che i sindacati si esprimono più duramente: «riteniamo che l’arroganza di Comdata nel minacciare i lavoratori non possa e non debba passare sotto silenzio. A seguito della chiusura delle selezioni, fissata per il 9 giugno 2022, saranno molte le verifiche da fare rispetto all’assegnazione dei punteggi e alle reali condizioni, sia economiche che normative, di un eventuale passaggio dei lavoratori in INPS Servizi. Invitiamo pertanto Comdata ad abbandonare atteggiamenti di questo tipo che, oltre ad essere molto gravi, rischiano di diventare controproducenti.»
Con il bando di selezione che chiudeva il 9 giugno e nessuna informazione chiara sulle condizioni di lavoro future in Inps Servizi (a quale livello, in quale sede, come neo assunti e quindi senza scatti di anzianità e senza articolo 18?), i lavoratori e le lavoratrici erano allo sbando e in pochi in questa incertezza hanno partecipato al bando di selezione.
Mercoledì 8 giugno (un po’ tardi) sono state convocate le assemblee per illustrare e discutere la situazione di questa commessa. Nel comunicato di convocazione dell’assemblea le Rsu hanno anticipato i temi.
Sono diversi mesi che nelle varie assemblee tenute, sia come RSU
che alla presenza delle Strutture Territoriali, abbiamo riportato la
situazione che si sarebbe potuta prospettare quando la controparte è
un ente pubblico che per una logica di budget ha scelto di
reinternalizzare un servizio di contact center senza un confronto
serio e concreto con il Sindacato.
La complicità della politica
è evidente, è stata assente oltre che deleteria, gestita da una
classe dirigenziale da troppo tempo inetta ed inadeguata, incapace di
far applicare leggi dello Stato Italiano quali la Clausola Sociale;
una Legge che ha alla base un principio di civiltà e giustizia
sociale, che dalla sua entrata in vigore ha salvaguardato migliaia di
posti di lavoro.
Facciamo presente a tutta la controparte
coinvolta che hanno in capo una responsabilità sociale a cui nessuno
si può sottrarre! Si parla di centinaia di famiglie che rischiano di
non avere certezze dopo il 30 novembre!
Riteniamo inoltre la risposta di Inps Servizi alla nostra richiesta di incontro [Inps risponde di fatto che non c’è bisogno di un incontro, che hanno approntanto un call center e una serie di FAQ per risolvere ogni necessità di chiarimento, ndr] un insulto a tutti i Lavoratori che stanno vivendo momenti di incertezze.
Il comunicato delle Rsu termina con un appello: “Siamo pronti a qualsiasi iniziativa, come sempre, con l’auspicio che ora vi sia una consapevolezza tale tra i Lavoratori affinché le eventuali mobilitazioni abbiano un esito ben diverso sulle percentuali registrate negli scorsi mesi.“. Sembra però che nonostante la richiesta di alcuni lavoratori di sciopero immediato, ad oggi non sia pervenuta alcuna dichiarazione di stato di agitazione. Eppure è questa una vertenza di portata tale che occorrerebbe una azione sindacale a livello territoriale e nazionale più forte sia verso Comdata sia verso Inps e non ultimo verso in ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’Economia e delle Finanze (che vigilano sull’Istituto). Il rischio di una ennesima emorraggia di posti di lavoro anche nel nostro territorio è alta.
a cura di Cadigia Perini
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