...da tarantocontro
Appalto Acciaierie d'Italia - Troppo dalla parte delle aziende!Nei giorni scorsi avevamo denunciato (e stiamo andando avanti) l'accordo discriminatorio firmato alla Ditta Pellegrini da Cisl e Usb.
Ma purtroppo dalla denuncia di vari lavoratori di altre ditte viene fuori che questo tipo di accordi/svendita stanno diventando una prassi e guarda caso sono quasi sempre Cisl e Usb a firmarli. Tanto che operai iscritti all'Usb per avere un sindacato dalla loro parte - contro l'andazzo di accordi svendita dei sindacati confederali - si ritrovano, anche in ditte in cui vi è una presenza maggioritaria dell'Usb, con gli stessi accordi svendita, e anche peggiori (come appunto alla Pellegrini), e si rendono conto che nessun reale cambiamento c'è stato nella difesa intransigente dei loro interessi e anche nella gestione delle trattative . per cui prima si firma e poi i lavoratori lo sanno a cose fatte.
La giustificazione da parte dei sindacati è la condizione di difficoltà delle ditte per avere i pagamenti da Acciaierie d'Italia; ma in questo modo questi sindacati non fanno altro che accompagnare l'andazzo inaccettabile, per cui le difficoltà vengono subito scaricate sui lavoratori (dalla Peyrani, alla Sanac, dalla Ecologica alla Geapower, ecc.) non pagando per mesi gli stipendi, o facendoli lavorare per poche giornate, o mettendoli in cassintegrazione o minacciando chiusure e licenziamenti.
COSI' LE AZIENDE, SPESSO GRANDI AZIENDE, SALVAGUARDANO I LORO PROFITTI E GLI OPERAI E OPERAIE PERDONO SEMPRE!
Occorre un'altra azione sindacale. E su questo lo Slai Cobas sc è disponibile.
TORNANDO ALL'ACCORDO ALLA PELLEGRINI
Questo accordo ha in un certo senso superato i limiti di accordi al ribasso a cui purtroppo gli operai e operaie ci sono abituati. Infatti alla Pellegrini si è stabilito un precedente molto negativo: si è resa legittima la discriminazione sull'orario di lavoro tra lavoratori e lavoratrici che svolgono lo stesso lavoro; si è messo sotto "processo" il diritto (si a per dire...) alla malattia; si è resa legittima l'aperta violazione di norme dello Statuto dei Lavoratori e contrattuali, e della privacy dei lavoratori. Si è creato un precedente pericoloso per altri accordi simili in altre ditte.
Ora delegati della USB (firmataria dell'accordo con la Cisl - mentre gli altri sindacati non l'hanno firmato), ammettono che quest'accordo è illegittimo, che è stato un errore firmarlo, che ora (e solo ora...) devono far esprimere i lavoratori e lavoratrici con assemblee. MA LA PRIMA COSA DA FARE E' RITIRARE LA FIRMA!
Questa mattina all'interno di un volantino sulla situazione generale ad Acciaierie d'Italia/Appalto, siamo tornati sulla situazione alla Pellegrini.
DAL VOLANTINO DIFFUSO ALLE DITTE APPALTO QUESTA MATTINA
L’accordo discriminatorio alla Pellegrini, un caso
che può valere anche per
altri
L’accordo sull’orario di lavoro
firmato alla Pellegrini da Cisl e Usb prevede che solo a una parte
minoritaria dei lavoratori part time vengono stabilizzate le 24 ore
settimanali fatte nei due anni di covid; a tutti gli altri NO,
tornano indietro a 20 o meno ore settimanali. Vengono esclusi chi ha
superato le 48 ore di assenza nel periodo feb/dic 2021; da queste
assenze vengono illegalmente escluse buona parte delle malattie,
anche interventi operativi, periodi di quarantena per covid - in cui
era vietato dalla normativa di uscire di casa, ecc.
Questo
accordo colpisce soprattutto le donne. Per le lavoratrici solo la
“maternità obbligatoria o facoltativa” non viene definita
“assenza”, ma tutto il resto sì: problemi di salute per dover
fare il doppio lavoro, in fabbrica e in casa, problemi familiari,
con i figli, problemi di assistenza genitori (scaricati sulle
donne).
Si tratta di una vera e propria discriminazione e
divisione tra i lavoratori fondata su un “criterio di premialità”,
una sorta di fedeltà all’azienda, alla subordinazione ai criteri
di “produttività, efficienza e obiettivi”. La Pellegrini,
grazie a questo lavoro ha incassato profitti, ai lavoratori si
attaccano diritti.
Non solo. I sindacati stanno dicendo ai
lavoratori di presentare all’azienda cartelle cliniche, cioè di
permettere che sia l’azienda a decidere se quella patologia e il
livello di malattia sia riconosciuta o meno nei criteri fissati
dall’accordo. Violando in questo modo sia la privacy, sia lo
Statuto dei lavoratori, che dice: “Sono vietati accertamenti da
parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per
malattia del lavoratore. Il controllo può essere effettuato
soltanto attraverso gli istituti previdenziali competenti”.
QUESTO ACCORDO DISCRIMINATORIO,
ILLEGALE VA RITIRATO.
Slai Cobas per il sindacato di classe
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