NELLO SCIOPERO GENERALE A BRESCIA, LA MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA, L’AZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI COMBATTIVI ALL’IVECO CONTRO 300 LICENZIAMENTI ‘VOLONTARI’ CONFEDERALI, LA RESISTENZA DEI 25 LAVORATORI DEL MAGAZZINO DI CHIARI CONTRO IL MODERNO CAPORALATO CON GLI APPALTI E LE COOP USATI COME LIBERTÀ DI SELEZIONE DEI LAVORATORI E LICENZIAMENTO, LA BATTAGLIA ALLA BTE PER RISPONDERE AL LICENZIAMENTO REPRESSIVO CONTRO GLI OPERAI ISCRITTI AL SINDACATO
La giornata del 29 a Brescia,
preparata in ordine sparso dai partecipanti dell’Assemblea dei Lavoratori Combattivi, con la contraddizione della componente di opposizione alla Cgil che interviene nelle assemblee ma non sciopera ‘perchè manca la copertura politica del suo sindacato’ e si ferma a dichiarazioni di intenti inutili nello scontro necessario con i padroni,
inizia all’alba con il partecipato sciopero nei magazzini;
alle 6.30 una delegazione dell’Assemblea dei Lavoratori Combattivi va all’Iveco, per la riduzione di orario a parità di paga, sul tavolo un ignobile accordo per 300 licenziamenti volontari, una meschina buona uscita per cancellare 20/30 anni di sfruttamento, che hanno ridotto circa 350 operai su 1500 ad essere inabili al lavoro e quindi da epurare, offrendo al padrone di turno (Stellantis o i futuri annunciati cinesi?) nuovi profitti con ritmi aumentati perché chi resta viene caricato anche del lavoro di chi se ne va, e segnando un’altra forte riduzione di posti di lavoro nelle fabbriche;
continua con un presidio in piazza del Duomo sotto la Prefettura, dove la piattaforma dello sciopero è stata rivendicata negli interventi, sono state rilanciate le prospettive di unità di azione dell’Assemblea, sono stati denunciati tra gli altri i casi della BTE con la repressione e i licenziamenti politici verso 13 operai, per togliere anche la parola a chi si ribella, accusati della lotta di classe, di essere corresponsabili di un intervento sindacale di denuncia sulle condizioni in fabbrica, fatto in piazza il 24 ottobre a Brescia davanti all’Unione Industriali;
dei facchini del magazzino di Chiari, ex Auchan/Conad che resistono da ottobre per difendere il posto di lavoro, davanti ad una situazione paradossale dove i padroni hanno fatto un ‘cartello’ per tenere vuoto il magazzino, l’unico fermo nell’area della BreBeMi, concentrato della logistica, piena di magazzini e cantieri per nuovi in costruzione, in una lotta dal valore generale perché contro i cambi appalto usati per selezionare o licenziare i lavoratori, rivendicando il diritto al posto di lavoro nel magazzino anche se cambiano i committenti;
una delegazione è stata anche ricevuta in Prefettura, portando i motivi dello sciopero, con un accento particolare sulla sicurezza nei posti di lavoro, da lavoro e da contagio, la situazione occupazionale, con i licenziamenti che comunque si fanno nonostante il blocco, con l’impatto da ‘bagno di sangue’ che ci sarà al termine della moratoria governativa, della condizione di illegalità diffusa presente nei magazzini e nelle fabbriche dove con gli appalti entrano le cooperative, con due esempi significativi, BTE e magazzino di Chiari, chiedendo la convocazione di un tavolo apposito.
Una grossa delegazione, oltre sessanta lavoratori, ha chiuso la giornata con una manifestazione solidale alla BTE, contro la repressione padronale per il reintegro di tutti i lavoratori licenziati.
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