pubblichiamo in testi e audio registrati gli interventi fatti dalle diverse realtà
cominciamo con uno che per ragioni di tempo non è stato fatto nell'assemblea
quello da Ravenna della Rete Nazionale per la Sicurezza e Salute sui posti di Lavoro e sul Territorio - ora anch'essa aderente alla Rete per il Lavoro Sicuro
Contro le morti sul lavoro è sempre più necessario costruire l’unità delle lotte, per una battaglia di lunga durata, che è politica, che ha a che fare con i rapporti di forza, con la questione del potere che, fino a che comanderanno i padroni, impone la “normalità” di 4 morti al giorno, una lotta che, in definitiva, non può che puntare sulla causa prima che genera contemporaneamente profitti per i padroni e peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per i proletari e per i lavoratori in generale, cioè fare avanzare le lotte per il rovesciamento di questo sistema basato sul profitto padronale, che è un “sistema”, appunto, composto da tanti soggetti politici/istituzionali/sociali/repressivi che aiutano il fronte padronale. E’ molto positivo che a livello nazionale alcune realtà impegnate sulla salute e sicurezza hanno cominciato a mettersi in Rete e a portare la lotta sul piano nazionale. Ci riferiamo alle realtà che hanno fondato la Rete naz lavoro sicuro, dietro impulso dei macchinisti del Comu, assieme ad alcuni esponenti Medicina Democratica con Totire, il 26 maggio a Modena, e i compagni e le realtà di lotta nella Sanità e per il diritto alla casa, comitati disoccupati che hanno organizzato il secondo appuntamento del Congresso della salute, "la salute non è una merce", qui al Metropoliz, il 28-29 maggio, per la difesa della salute e per la difesa del Servizio Sanitario pubblico, inteso come bene comune, pubblico, gratuito e universale. Realtà che fanno parte di questa Assemblea proletaria anticapitalista. A Ravenna interveniamo alla Marcegaglia: non è un caso che gli enormi profitti dello scorso anno, un risultato “storico” per i padroni, hanno avuto come contraltare un operaio morto a luglio 2021 e una situazione che, per quello che riguarda la sicurezza sul lavoro, è sempre più di emergenza, con pinze che si staccano dai carroponte e coils stipati in spazi che non lasciano vie d’uscita, una grave situazione denunciata varie volte dagli operai che ha costretto persino i confederali ad indire uno sciopero. Morti ed infortuni avvengono perché sono i padroni i primi a violare le leggi, dal Testo Unico sulla sicurezza allo Statuto dei lavoratori. I padroni vanno denunciati e combattuti per la "mancata applicazione" di queste leggi, così come dobbiamo rilanciare la lotta perché i DVR non rimangano di competenza esclusiva del padrone, come hanno denunciato gli operai GKN all’Assemblea di Modena della Rete Lavoro Sicuro: è il padrone che redige i moduli in maniera burocratica e, soprattutto, lo fa senza il coinvolgimento dei lavoratori e delle loro rappresentanze. Così, di conseguenza, anche il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dei rischi ( RSPP ) è legato a questo documento redatto dal padrone. Bisogna che i lavoratori si riprendano e organizzino in prima persona le assemblee di reparto e di azienda e che supportino gli Rls nella stesura anche dei DVR. Il controllo della produzione, l’ispezione senza preavviso, il potere di prendere decisioni immediate che fermino la produzione in caso di rischio-sicurezza per la vita degli operai, devono tornare in mano agli operai, come in mano agli operai deve tornare l’elezione degli RLS dal basso, non nominati da Rsu/Rsa, e in tutte le aziende, anche in quelle sotto i 15 dipendenti, realtà dove le avvengono maggiormente infortuni ed infortuni mortali, dove i padroni, per incrementare produttività e profitti, tolgono perfino le misure protettive sugli impianti, formando una lista di operai che intendono metterci la faccia e il proprio impegno, indipendentemente dalle tessere sindacali e votati da tutti i lavoratori del sito così da avere un mandato forte che risponde ai lavoratori e non alle RSU o RSA o ai capi. Sviluppiamo un forte e combattivo fronte anticapitalista per modificare i rapporti di forza a favore dei lavoratori, non abbiamo altre strade. Sono i salari che non bastano, sono i contratti precari, è la sicurezza sul lavoro concepita come un costo da parte dei padroni, è lo sfruttamento che porta gli studenti a morire nell’alternanza scuola-lavoro, è la concezione del mondo e l’organizzazione del lavoro da parte dei capitalisti le cause materiali da rimuovere, formazione/informazione dei lavoratori non sono elementi sufficienti, non è certo la soluzione la cosiddetta “cultura della sicurezza” tanto cara a confederali, ai partiti della sinistra istituzionale, che poi la traducono in Tavoli concertativi per realizzare accordi su protocolli che rimangono sulla carta, oppure in monitoraggi/osservatori che significano un conteggio degli infortuni, invece che organizzare la lotta di lunga durata contro l'organizzazione capitalistica del lavoro, controllare dal basso e fermare la produzione nel caso di esposizione al rischio-sicurezza da parte dei lavoratori, e non invece, lasciare cadere sempre nel vuoto le denunce degli operai. Durante queste elezioni, i confederali, che sono stati il puntello del governo Draghi così come prima con gli altri governi, hanno lanciato un pietoso e inutile appello ai partiti perché si occupino della sicurezza nei luoghi di lavoro. Solitamente, durante le elezioni politiche, i candidati dei partiti politici si sperticano in promesse, ma in questa tornata elettorale nemmeno quelle, la questione delle morti operaie, della sicurezza sul lavoro non è neppure nell’”agenda” della borghesia, grande e piccola, e questo non ci sorprende. Fa parte di questa guerra contro gli operai. Nell'Autunno caldo gli operai hanno strappato con dure lotte accordi sulla sicurezza contro la sua monetizzazione da parte dei padroni, i rapporti di forza raggiunti dalle lotte operaie che hanno conquistato le norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. E’ grazie a queste lotte che abbiamo avuto lo Statuto dei lavoratori del 1970 e l’articolo 9 sulla Tutela della salute e dell’integrità fisica: “i lavoratori mediante le loro rappresentanze hanno diritto di contrattare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro integrità fisica”. Padroni e governi, con la complicità dei confederali e dei partiti parlamentari, hanno smantellato gli organi di vigilanza ispettivi e sanitari che invece noi, invece, rivendichiamo: abbiamo bisogno di postazioni permanenti di nuclei di ispettori e presidii sanitari nelle fabbriche e nelle zone industriali, nelle campagne, per un intervento continuo e preventivo, con un rapporto costante con lavoratori e Rls. Dobbiamo unirci alle lotte studentesche che vogliono cancellare l’alternanza scuola-lavoro che sfrutta e uccide i figli dei lavoratori negli stage aziendali. I processi per gli infortuni o la morte di un lavoratore durano molto tempo e si risolvono spesso con pene irrisorie o con la prescrizione, i padroni assassini se la cavano sempre e restano impuniti, è evidente che i processi fanno parte di questa guerra e richiedono una mobilitazione davanti ai Tribunali. Abbiamo bisogno anche di leggi pesanti per i padroni che violano la sicurezza ma che possiamo ottenere solo con la lotta, l’unità, l’organizzazione, le manifestazioni, non di certo con la delega. Dove siamo presenti sviluppiamo Reti per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e nei territori, organizziamo la partecipazione attiva dei lavoratori e delle loro rappresentanze assieme alle realtà a loro vicine, dai famigliari che vogliono verità e giustizia sulle morti dei loro cari, agli avvocati, agli studenti che scendono in piazza, agli artisti/intellettuali che mettono la loro attività militante al servizio di questa lotta, ad altre energie. E portiamo questa battaglia sul piano nazionale, una battaglia che potrà fare passi in avanti se saremo in grado di mettere in campo una “polarizzazione” dello scontro tra proletari da un lato e governi/Stato/padroni dall’altro su queste questioni.
Nessun commento:
Posta un commento