CORRIERE DI TARANTO
Tessitura Mottola, si chiede la mediazione del prefetto
Lo
Slai cobas ha tenuto ieri (7/9) la prevista assemblea in piazza
Plebiscito a Mottola sulla vertenza in atto della Tessitura srl in
liquidazione del gruppo Albini, che ha visto la partecipazione del
gruppo dei lavoratori aderenti allo Slai cobas più altre realtà
sostenitrici della lotta di Taranto e di Mottola. “In contemporanea
alla nostra assemblea il senatore Mario Turco ha continuato nella sua
opera di illudere i lavoratori a fini di campagna elettorale
incontrando alcuni di essi; a questa iniziativa hanno naturalmente
partecipato gruppi ristretti di lavoratori della Tessitura aderenti
ai sindacati confederali, nonostante le precedenti promesse di Turco
siano cadute nel vuoto – mentre la maggioranza dei lavoratori non
ha partecipato a nessuna delle iniziative per la delusione subita a
causa della situazione creatasi e per sfiducia nella possibilità di
cambiarla” affermano dallo Slai cobas provinciale – Rsa Tessitura
di Mottola
L’assemblea dei lavoratori Slai cobas ha preso
alcune decisioni che saranno comunicate a tutti i lavortori: “Una
richiesta di incontro alla Prefettura – affinché venga
trasmesso al governo in carica la situazione di disagio e
preoccupazione dei lavoratori dopo il ritiro della Motion e la
necessità di prorogare la cassa integrazione; invitare i lavoratori
a partecipare in massa con un presidio sotto gli uffici della
Regione a Bari il 27 settembre in occasione dell’incontro
convocato dalla Task force regionale per l’occupazione diretta dal
dott. Caroli, anche per sostenere la necessità che l’incontro sia
con tutte le rappresentanze sindacali senza alcuna discriminazione e
diktat di Albini e segreterie confederali anti Slai cobas; i
rappresentanti dei lavoratori Slai cobas Tessitura saranno a Roma
per una assemblea nazionale con altre realtà lavorative in lotta
nel nostro Paese, con l’obbiettivo di rinsaldare e stringere i
rapporti con le altre fabbriche in lotta contro la delocalizzazione e
la chiusura: Gkn di Firenze Wartsila di Trieste, ecc, per una
solidale e comune lotta che preveda una manifestazione comune, in
occasione dell’insediamento del nuovo governo, al Mise e a Palazzo
Chigi“.
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
QUOTIDIANO
COMMENTO DI F. GENTILE "CASA DELLA SINISTRA"
L'altra sera ho partecipato all'incontro di chiara matrice
elettorale tra il sen. Turco, il Sindaco Barulli ed alcuni candidati
5 stelle alle politiche ed una rappresentanza dei lavoratori e delle
lavoratrici nella sala del Palazzo della Cultura del "Perasso".
Mi
ha fatto un certo effetto ascoltare dalla bocca di un autorevole
rappresentate delle Istituzioni, fidato collaboratore di un ex
Presidente del Consiglio nonché deus ex machina del partito di
maggioranza relativa in Parlamento e fino a 15 giorni fa azionista di
maggioranza del governo Draghi (il movimento 5 stelle) che, dopo aver
annunciato a giugno l'imminente chiusura della vertenza, come
dimostrato dall'articolo dell'ottimo e sempre attento cronista locale
Francesco Francavilla, uno dei problemi più importanti su cui la
trattativa si è arenata è il valore del capannone, oltre al solito
richiamo al costo dell'energia che nella scale delle cazzate
giustificatrici, ha preso prepotentemente il posto della pandemia.
Peccato che a metà giugno a pochi giorni dal trionfale ballottaggio dei 5 stelle, cui la presunta chiusura di questa importante vertenza ha dato sicuramente il suo contributo, il viceministro Alessandra Todde, quindi non un passante qualunque o un "quisque de populo", aveva dichiarato che entro luglio ci sarebbe stato il deposito del contratto di sviluppo e del piano industriale.
Ora non sarò un esperto di piani industriali come gentilmente ricordato dal succitato senatore Turco, lui sì esperto di materie economiche e di acquisti immobiliari, tuttavia e chiedo anche soccorso all'"umile zappatore della vigna del credito" Gianvito Caldararo alla luce della sua esperienza di direttore di Banca, se è possibile arrivare alla firma di un contratto ed elaborare un piano industriale senza tenere conto della valutazione della struttura su cui andrebbe ad incidere l'opificio stesso.
Credo che siamo ai limiti dell'abuso della credulità popolare, ovviamente declinato in termini politici.
Altro fatto che, di fatto, determina un cambio di rotta nella strategia politica stellare è stato l'invito dello stesso senatore ad alzare il livello dell'attenzione, anche mediatica, su questo tema. Quindi dopo lunghi mesi in cui il mantra è stato: toni bassi e non disturbate i manovratori (Turco, Todde & C.) e dove chi si permetteva di avanzare anche il minimo dubbio sulla efficacia di questa strategia veniva tacciato, nel migliore dei casi, di sciacallaggio, ora si riscopre il valore della lotta e della rivendicazione pubblica.
Ultima perla della serata è stato l'invito al Sindaco Barulli di farsi parte attiva nella vertenza, chiara ed implicita ammissione della passività tenuta sino ad ora e di coinvolgere in ciò sia le parti sindacali che politiche del territorio.
Cioè dopo aver ostinatamente rifiutato per mesi, anzi anni, di aderire agli inviti fatti ad esempio dall'ex consigliere Diego Ludovico di convocare un Consiglio Comunale aperto e monotematico, che rappresenta l'abc della grammatica politica, ora si ricordano che per avere più forza e legittimazione, il territorio in tutte le sue articolazione, a cominciare dal quelle politico/istituzionali, necessita di essere coinvolto.
Noi siamo pronti, come sempre dichiarato, a dare il nostro contributo.
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