L’Assemblea proletari anticapitalista di Roma ha avuto una buona riuscita. Presenti complessivamente più di 70, in grande maggioranza espressioni di realtà di lotta sindacale, sociale e di organizzazioni politiche anticapitaliste, e provenienti da diverse città, Taranto, Roma, Viterbo, Napoli, Palermo, Viareggio, Bergamo, Milano, l’Aquila, Torino, Ravenna, ecc.
Il luogo in cui si è tenuta, Metropoliz – Museo dell’altro e dell’altrove, è stato un valore aggiunto, e il suo significato, la sua vitalità è stata ben illustrata dagli interventi di presentazione iniziali.
Un risultato che è andato al di là delle previsioni, e che avrebbe richiesto un’intera giornata per permettere l’intervento di tutti, dibattito e conclusioni unitarie.
Ciononostante, tutta l’assemblea si è svolta in un clima di lotta, unità, domanda e condivisione di iniziative e scadenze, analisi e anche proposte sul fronte teorico della formazione operaia.
L’assemblea è stata la manifestazione della realtà necessaria di unire e collegare le lotte, costruire un patto d’azione politico e sociale, avanzare sul fronte unico di classe.
Grande peso hanno avuto nell’assemblea non solo gli interventi delle realtà di fabbrica e del territorio, ma anche la discussione sulla guerra, sulla repressione e più in generale la lotta contro lo Stato del capitale, in una prospettiva rivoluzionaria.
Sia pure in forme differenziate per le realtà di lotta diverse e per la pluralità di riferimenti politici presenti, l’assemblea ha cercato la strada della socializzazione delle lotte, della riflessione sugli aspetti più significativi di esse, del sostegno reciproco e del superamento di limiti di organizzazioni e riferimenti sindacali, soprattutto quando essi sono spesso di autoproclamazione e autoreferenzialità e di visione ristretta delle dinamiche delle lotte sindacali stesse.
L’assemblea ha affermato chiaro che l’unità da costruire è una unità di lotta e un contributo di contenuti e partecipazione da immettere e relazionare con tutte le realtà del sindacalismo di classe e combattivo, dei movimenti sociali e territoriali, del fronte di opposizione politica, antifascista, antimperialista, naturalmente contro il nuovo governo che scaturirà dalle elezioni.
L’assemblea ha cercato negli interventi delle varie realtà di lotta di cogliere in ciascuna di esse l’elemento generale, nello sforzo di trasformare ogni lotta particolare in lotta generale, da sviluppare e scagliare contro padroni, governo, Stato e Istituzioni locali.
Centrali nell’assemblea sono stati gli interventi operai, dalla Tenaris Dalmine alla Tessitura di Mottola, alla Gkn – intervenuta in collegamento telefonico; gli interventi sullo stato attuale della lotta dei migranti dei campi rappresentata nella denuncia e nelle iniziative sviluppate attualmente da Campagne in lotta; le voci dirette di un gruppo di operai indiani di Bergamo sulla realtà dello super sfruttamento dei lavoratori immigrati da parte di cooperative, appalti, e la loro determinazione di lotta. Quindi interventi sul fronte della sanità impegnati in uno scontro quotidiano e nel lavoro per un coordinamento nazionale; poi interventi sulla pesante ristrutturazione in corso nelle Poste, sulla lunga esemplare battaglia dei lavoratori e delle lavoratrici precarie delle cooperative sociali di Palermo, ecc; realtà da comprendere, sostenere e allargare.
Chiaramente è entrata di peso nell’assemblea la questione dei morti sul lavoro, della salute e sicurezza a partire dal saluto emozionato e impegnato contro l’ennesima morte/assassinio di uno studente in formazione-lavoro. Sono seguiti interventi sulla grande battaglia in corso contro le stragi impunite, come quella di Viareggio, e altri interventi che non si sono potuti fare per ragioni di tempo nell’assemblea, di Vito Totire (scritto), della Rete per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territorio e del ricercatore Chiodo su pandemia e sanità
Un peso importante emotivo hanno avuto gli interventi contro la repressione, con un richiamo alla necessità, anche storica, di assumere questa lotta non come mera denuncia, vittimismo o solo, pur indispensabile, azione sul fronte legale dei processi, ma per comprendere anche il salto che lo stato attuale della repressione domanda, con i riferimenti storici aggiornati alle grandi esperienze del ‘68, autunno caldo, anni ‘70.
Forte è stata la denuncia e in certi casi l’analisi della guerra interimperialista in corso e della sua dinamica, dell’economia di guerra che ne consegue scaricata sui proletari e masse popolari, e sulle iniziative necessarie di parte proletaria: lotta per più salario meno orario, salario garantito ai disoccupati, non pagare le bollette, opposizione alle Basi militari,- con intervento inviato e condiviso del Movimento NO MUOS - lotta contro il proprio governo imperialista, unità internazionalista con tutti i proletari e i popoli in lotta nel mondo.
Tutta l’assemblea ha sostenuto l’indispensabile unità tra lotta economica e lotta politica e il rifiuto di ogni fiducia al sindacalismo confederale, ai partiti parlamentari e alla via elettorale.
Interessante è stato lo sforzo di alcuni intellettuali marxisti di introdurre elementi della formazione teorica dei proletari nell’analisi del modo di produzione capitalista, base e fondamento per affrontare tutte le questioni della società, dal lavoro all’ambiente, al carovita, ai tagli della spesa pubblica, alla questione delle lotte delle donne.
Su quest’ultimo tema l’assemblea ha avuto una forte impronta con gli interventi delle compagne, che sono state la maggioranza, che hanno portato la marcia in più delle lotte delle donne lavoratrici, ultima la Beretta di Trezzo, l’esperienza agente di unità/collegamento dell’Assemblea nazionale donne/lavoratrici, e soprattutto la doppia lettura femminista e proletaria su tutti i terreni, dal lavoro all’aborto, contro ogni generica questione di genere e contro ogni forma di concessione al femminismo istituzionale e piccolo borghese; dichiarando già da ora “guerra” ad un possibile governo diretto da una donna fascista, la Meloni
Tanta carne a cuocere in questa assemblea, dentro una visione combattiva ed ottimista (tranne un solo intervento) che dimostra che il cammino dell’unità delle lotte e del fronte unico di classe è necessario e ha ripreso la sua marcia.
L’assemblea non ha avuto una conclusione e un piano di lavoro comune, per i tempi ma soprattutto per la necessità di approfondire le questioni e trovare i punti di convergenza praticabili come Assemblea proletaria anticapitalista e come parte del movimento proletario e popolare generale in questo autunno, anche nell’orizzonte dello sciopero generale che viene proposto per dicembre; affermando però che la questione principale ora è accendere e alimentare i tanti “fuochi” possibili e necessari di lotta proletaria, estenderli e collegarli, “scagliare” ogni singola lotta, vertenza nella battaglia generale contro il governo.
Sono disponibili le registrazioni di tutti gli interventi, saranno pubblicate le trascrizioni di alcuni di essi, come di altri che non sono potuti intervenire ma hanno inviato loro testi all’assemblea.
Assemblea proletaria anticapitalista
17-9-2022
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