sabato 3 settembre 2022

3 settembre - Tessitura di Mottola - la Regione convoca un nuovo Tavolo - lo Slai Cobas convoca assemblea in piazza a Mottola per il 7 settembre ore 18

 

Dal Corriere di Taranto
GIANMARIO LEONE
L’indomani lo tsunami che ha travolto la vertenza del sito Tessitura Mottola srl in liquidazione del gruppo Albini, con il disimpegno ufficiale della Motion spa nella trattativa per l’acquisizione del sito produttivo ionico, interviene la task force regionale per l’occupazione.
Alla luce della comunicazione di “sospensione del progetto industriale da parte di Motion Italia e preso atto del conseguente rinnovato impegno di Tessitura di Mottola a trovare soluzioni alternative…per il futuro dell’insediamento e dei lavoratori”, il presidente del Comitato Leo Caroli ha convocato il tavolo regionale di crisi “Tessitura di Mottola-Gruppo Albini”, per il giorno martedì 27 settembre 2022 alle ore 12.00, in presenza, presso la Sala di “Jeso” della Presidenza Giunta Regionale (Lungomare Nazario Sauro, 31 Bari). Rinviando dunque di diciassette giorni il tavolo convocato inizialmente per il 5 settembre. Convocati i sindacati generali e di categoria, il comune di Mottola, il gruppo Albini, la società di intermediazione Vertus, i tecnici del MiSE e dei vari settori della Regione Puglia.
Intanto, abbiamo qualche chiarimento in più in merito alla decisione della Motion di ritirarsi, almeno per il momento e sino alla fine dell’anno, dalla trattativa in essere. Nella lettera inviata al gruppo Albini, si legge che si comunica “con rammarico, l’impossibilità allo stato di proseguire le trattive in corso, tese all’acquisto dell’immobile di vostra proprietà, ubicato nel comune di Mottola (TA) ed al ricollocamento del personale alle vostre dipendenze. Oltre a rilevare il permanere di una distanza nella posizione delle parti in merito a importanti aspetti dell’operazione, siamo giunti a questa determinazione anche alla luce del quadro macro economico mondiale, che sta coinvolgendo anche il nostro Paese e che determina una serie di incertezze previsionali già a partire dai prossimi mesi. Dall’inizio delle nostre trattative, lo stesso importo degli investimenti è aumentato di circa il 10% per via dell’aumento delle materie prime, anche relative ali’ampliamento immobiliare necessario per la finalizzazione dell’investimento. Ciò ci costringe a cautela nel dar seguito (allo stato) a una iniziativa industriale in cui crediamo ancora fermamente, ma che ci vediamo costretti a sospendere almeno fino alla fine del rente anno, in attesa di poter misurare gli sviluppi e gli effetti del deterioramento del quadro economico sopra riferito”.

Dunque, come previsto, le questioni sul tavolo sono diverse. Sicuramente il prezzo di vendita del capannone, visto che il gruppo di Bergamo ha chiesto 5 milioni di euro per cedere il capannone, mentre la Motion ha sempre cercato di ottenere un forte sconto sul prezzo. Desta francamente perplessità leggere della crisi economica mondiale e dell’aumento del costo delle materie prime, visto che tali problematiche complesse incombono da mesi e non certo da oggi. Dunque bisognerebbe comprendere perché lo scorso 11 agosto, la Motion ha confermato quanto presentato lo scorso 31 maggio al MiSE (inviandola al dr. Stefano D’Addona che è il Capo della Segreteria Tecnica del Sottosegretario Alessandra Todde) ovvero la manifestazione d’interesse per il sito di Mottola. Parliamo di un investimento di circa 30 milioni di euro, con la possibilità di accedere ai contratti di sviluppo del MiSE, rifinanziati con 3,1 miliardi dal PNRR.

Le perplessità sono tante. Anche i dubbi. In particolar modo dei sindacati e dei lavoratori. Che in questi mesi abbiamo sempre denunciato.

E’ bene sempre tenere presente che la vertenza coinvolge 114 lavoratori, la cui cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività scadrà il 28 ottobre, ma con l’aggangio alla precedente per Covid si arriverà al 22 dicembre, che qualora non ci si dovesse arrivare ad una risoluzione positiva della vertenza, ed eventualmente ad una proroga della Cigs (come ad esempio accaduto per i lavoratori dell’ex Cementir), sono attesi dalla NASPI, ovvero la procedura di indennità per la disoccupazione che spetta ai lavoratori che hanno perso il lavoro non per loro responsabilità: procedimento che ha un periodo di copertura massima pari a due anni...


Registriamo la nota dello Slai
Cobas, che ricordano che “non sono bastati l’azione dei politici interessati, da Turco alla sottosegretaria al Mise Todde, al Sindaco di Mottola, né i “tappeti” con le promesse all’azienda da Regione e sindacati confederali per assicurare un futuro lavorativo ai 114 lavoratori. La notizia del ritiro della Motion ci preoccupa ma non ci sorprende. Avevamo sin dal primo momento messo in guardia i lavoratori da coloro, Turco e soprattutto rappresentanti dei sindacali confederali che si sono sbracciati per assicurare i lavoratori che a giugno sarebbe stato tutto risolto e che i lavoratori massimo entro l’anno sarebbero tornati a lavorare – mentre noi sin dall’inizio rilevavamo che la Motion cercava tanti soldi pubblici per prendersi lo stabilimento, che le assicurazioni di prendersi lo stabilimento e di attuare un piano industriale e l’assunzione di tutti i lavoratori con i diritti acquisiti in tempi brevi poggiavano sulla sabbia. Nello stesso tempo Albini non è affatto innocente nel fallimento della trattativa volendo continuare a lucrare nella cessione. E Albini ha chiesto esplicitamente di escludere lo Slai cobas dai tavoli, con l’appoggio compiacente dei sindacati confederali. Ora non rimane che la cassintegrazione da rinnovare – anch’essa tuttora niente affatto certa. Ma per il lavoro e una vera soluzione bisogna lottare contro delocalizzazione, logica del profitto che guidano l’azione di padroni e governo alla Tessitura come in tante altre fabbriche italiane. I padroni non regalano niente e bisogna lottare seriamente per ottenere il lavoro senza padrini politici e sindacati compiacenti. Noi vogliamo la riapertura della fabbrica, il lavoro per tutti, la salvaguarda dei diritti acquisiti. La lotta e non il voto può garantire tutto questo”. Su queste basi lo Slai Cobas ha convocato un’assemblea dei lavoratori il prossimo 7 settembre alle ore 18 in piazza Plebiscito.

Il tutto in attesa della riunione in Regione il prossimo 27 settembre. E del ritorno dei politici sulla vertenza: a cominciare dal senatore tarantino Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, braccio destro dell’ex premier Conte e ritenuto oramai il capo del Movimento in terra ionica. Che è entrato a gamba tesa sulla vertenza nei mesi scorsi per poi lentamente defilarsi. Ma già la prossima settimana lo stesso potrebbe nuovamente recarsi a Mottola per incontrare sindacati e lavoratori. Staremo a vedere.


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