Dal
Corriere di Taranto
GIANMARIO LEONE
L’indomani lo tsunami
che ha travolto la vertenza del sito Tessitura Mottola srl in
liquidazione del gruppo Albini, con il disimpegno ufficiale della
Motion spa nella trattativa per l’acquisizione del sito produttivo
ionico, interviene la task force regionale per l’occupazione.
Alla
luce della comunicazione di “sospensione del progetto industriale
da parte di Motion Italia e preso atto del conseguente rinnovato
impegno di Tessitura di Mottola a trovare soluzioni alternative…per
il futuro dell’insediamento e dei lavoratori”, il presidente
del Comitato Leo Caroli ha convocato il tavolo regionale di crisi
“Tessitura di Mottola-Gruppo Albini”, per il giorno martedì 27
settembre 2022 alle ore 12.00, in presenza, presso la Sala di
“Jeso” della Presidenza Giunta Regionale (Lungomare Nazario
Sauro, 31 Bari). Rinviando dunque di diciassette giorni il tavolo
convocato inizialmente per il 5 settembre. Convocati i sindacati
generali e di categoria, il comune di Mottola, il gruppo Albini, la
società di intermediazione Vertus, i tecnici del MiSE e dei vari
settori della Regione Puglia.
Intanto, abbiamo qualche
chiarimento in più in merito alla decisione della Motion di
ritirarsi, almeno per il momento e sino alla fine dell’anno, dalla
trattativa in essere. Nella lettera inviata al gruppo Albini, si
legge che si comunica “con rammarico, l’impossibilità allo stato
di proseguire le trattive in corso, tese all’acquisto dell’immobile
di vostra proprietà, ubicato nel comune di Mottola (TA) ed al
ricollocamento del personale alle vostre dipendenze. Oltre a rilevare
il permanere di una distanza nella posizione delle parti in merito a
importanti aspetti dell’operazione, siamo giunti a questa
determinazione anche alla luce del quadro macro economico mondiale,
che sta coinvolgendo anche il nostro Paese e che determina una serie
di incertezze previsionali già a partire dai prossimi mesi.
Dall’inizio delle nostre trattative, lo stesso importo degli
investimenti è aumentato di circa il 10% per via dell’aumento
delle materie prime, anche relative ali’ampliamento immobiliare
necessario per la finalizzazione dell’investimento. Ciò ci
costringe a cautela nel dar seguito (allo stato) a una iniziativa
industriale in cui crediamo ancora fermamente, ma che ci vediamo
costretti a sospendere almeno fino alla fine del rente anno, in
attesa di poter misurare gli sviluppi e gli effetti del
deterioramento del quadro economico sopra riferito”.
Dunque,
come previsto, le questioni sul tavolo sono diverse. Sicuramente il
prezzo di vendita del capannone, visto che il gruppo di Bergamo ha
chiesto 5 milioni di euro per cedere il capannone, mentre la Motion
ha sempre cercato di ottenere un forte sconto sul prezzo. Desta
francamente perplessità leggere della crisi economica mondiale e
dell’aumento del costo delle materie prime, visto che tali
problematiche complesse incombono da mesi e non certo da oggi. Dunque
bisognerebbe comprendere perché lo scorso 11 agosto, la Motion ha
confermato quanto presentato lo scorso 31 maggio al MiSE (inviandola
al dr. Stefano D’Addona che è il Capo della Segreteria Tecnica del
Sottosegretario Alessandra Todde) ovvero la manifestazione
d’interesse per il sito di Mottola. Parliamo di un investimento di
circa 30 milioni di euro, con la possibilità di accedere ai
contratti di sviluppo del MiSE, rifinanziati con 3,1 miliardi dal
PNRR.
Le perplessità sono tante. Anche i dubbi. In
particolar modo dei sindacati e dei lavoratori. Che in questi mesi
abbiamo sempre denunciato.
E’ bene sempre tenere
presente che la vertenza coinvolge 114 lavoratori, la cui cassa
integrazione straordinaria per cessazione di attività scadrà il 28
ottobre, ma con l’aggangio alla precedente per Covid si arriverà
al 22 dicembre, che qualora non ci si dovesse arrivare ad una
risoluzione positiva della vertenza, ed eventualmente ad una proroga
della Cigs (come ad esempio accaduto per i lavoratori dell’ex
Cementir), sono attesi dalla NASPI, ovvero la procedura di indennità
per la disoccupazione che spetta ai lavoratori che hanno perso il
lavoro non per loro responsabilità: procedimento che ha un periodo
di copertura massima pari a due anni...
Registriamo la nota dello Slai Cobas, che
ricordano che “non sono bastati l’azione dei politici
interessati, da Turco alla sottosegretaria al Mise Todde, al Sindaco
di Mottola, né i “tappeti” con le promesse all’azienda da
Regione e sindacati confederali per assicurare un futuro lavorativo
ai 114 lavoratori. La notizia del ritiro della Motion ci preoccupa ma
non ci sorprende. Avevamo sin dal primo momento messo in guardia i
lavoratori da coloro, Turco e soprattutto rappresentanti dei
sindacali confederali che si sono sbracciati per assicurare i
lavoratori che a giugno sarebbe stato tutto risolto e che i
lavoratori massimo entro l’anno sarebbero tornati a lavorare –
mentre noi sin dall’inizio rilevavamo che la Motion cercava tanti
soldi pubblici per prendersi lo stabilimento, che le assicurazioni di
prendersi lo stabilimento e di attuare un piano industriale e
l’assunzione di tutti i lavoratori con i diritti acquisiti in tempi
brevi poggiavano sulla sabbia. Nello stesso tempo Albini non è
affatto innocente nel fallimento della trattativa volendo continuare
a lucrare nella cessione. E Albini ha chiesto esplicitamente di
escludere lo Slai cobas dai tavoli, con l’appoggio compiacente dei
sindacati confederali. Ora non rimane che la cassintegrazione da
rinnovare – anch’essa tuttora niente affatto certa. Ma per il
lavoro e una vera soluzione bisogna lottare contro delocalizzazione,
logica del profitto che guidano l’azione di padroni e governo alla
Tessitura come in tante altre fabbriche italiane. I padroni non
regalano niente e bisogna lottare seriamente per ottenere il lavoro
senza padrini politici e sindacati compiacenti. Noi vogliamo la
riapertura della fabbrica, il lavoro per tutti, la salvaguarda dei
diritti acquisiti. La lotta e non il voto può garantire tutto
questo”. Su queste basi
lo Slai Cobas
ha convocato un’assemblea dei lavoratori il prossimo 7 settembre
alle ore 18 in piazza Plebiscito.
Il tutto in
attesa della riunione in Regione il prossimo 27 settembre. E del
ritorno dei politici sulla vertenza: a cominciare dal senatore
tarantino Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, braccio
destro dell’ex premier Conte e ritenuto oramai il capo del
Movimento in terra ionica. Che è entrato a gamba tesa sulla vertenza
nei mesi scorsi per poi lentamente defilarsi. Ma già la prossima
settimana lo stesso potrebbe nuovamente recarsi a Mottola per
incontrare sindacati e lavoratori. Staremo a vedere.
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