domenica 4 settembre 2022

4 settembre - Le aziende legate all’energia fanno super-profitti e scaricano sugli operai gli effetti della guerra Nelle fabbriche come alla Tenaris i sindacati confederali fiom in testa corrono in aiuto ai padroni

Così gli aumenti del prezzo del gas sono pagati due volte sulla nostra pelle, fuori dalla fabbrica (bollette, benzina…) e dentro i reparti, come nelle ultime assemblee del reparto ATB bombole dove la proposta sindacale e aziendale è la destrutturazione delle turnazioni settimanali regolari vendute per 30 euro di cambio turno, perchè l'azienda deve risparmiare 20mila euro 

Un'altro tassello che porta sempre più le condizioni di lavoro in fabbrica come quelle delle cooperative: un lavoro da schiavi. Dove l’orario di lavoro e tutta la vita, viene gestito unilateralmente dall’azienda a secondo le sue esigenze, dove si sa quando si entra ma non quando si finisce…

Una linea sindacale succube e conciliatrice degli interessi dei padroni rivendicata apertamente dai delegati fiomfimuilm che invece di mobilitare i lavori collettivamente contro le politiche di padroni e governo, usano gli argomenti della borghesia e finanza per spiegare come inevitabile la situazione economica di crisi.

Non è un caso che la mozione operaia contro la guerra in reparto non è stata firmata solo dai delegati e da pochi altri, che hanno detto che non c’entra la tenaris ma è il governo… 

Così gli effetti della guerra vengono accettati come inevitabili, e diventano la scusa/minaccia per la “produzione di guerra” e quindi per dire agli operai che a causa del prezzo del metano l’azienda è in difficoltà per i costi di gestione del forno di trattamentomodificando la turnazione settimanale con un turno aggiuntivo notturno per 2 giorni, che avverrà, non aggiungendo nuovo personale, ma togliendo alcuni operai dal 1 e 2 turno, con il risultato di avere turni sotto organico ed eliminare la regolarità dei turni, facendo e poi gli altri 2 la notte, ovviamente mani libere all’azienda dato che è specificato “a seconda della quantità di materiale da trattare…”

economia di guerra è la logica che si vuole far passare in fabbrica da accettare come normale, un naturale adeguamento all’esistente, e siccome il sindacato non è neutrale rispetto alla politica, o politica proletaria o politica borghese, questa linea sindacale diventa di fatto sostenitore della politica della borghesia imperialista tra le file operaie.

Dove non si usano le 200 aziende crisi al Mise per unirle nella lotta per la difesa dei posti di lavoro, ma si agita il terrore che le aziende possono chiudere e quindi la soluzione è quella di fare accordi vergognosi per gli esuberi incentivati chiamati volontari, affermando che questo ha impedito all’azienda di licenziare i giovani!!! Quando è proprio grazie a questo accordo che centinaia di giovani sono sotto il ricatto del contratto a scadenza invece, sommati a quelli assunti a tempo indeterminato con il jobsact, vengon usati dall’azienda per abbassare inesorabilmente le condizioni di tutti gli altri che si pensano garantiti.

Accordi sindacali che agevolano 2 volte i padroni evitando potenziali conflitti e ottenendo il ricambio di manodopera fresca, ricattata sottopagata con giovani precari, indebolendo i rapporti di forza degli operai verso l’azienda.

Un fascismo padronale che avanza impone il controllo totale anche della salute e sicurezza, pochi mesi fa alla tenaris Dalmine c’è stato uno sciopero partecipato perchè l’azienda aveva rimandato al lavoro un operaio infortunato dopo essere passato dall’infermeria interna (oltre affatto che viene offerto dal welfare aziendale la possiiità di effettuare da parte dell’azienda esami sul proprio stato di salute).

La nostra proposta portata in assemblea è stata che questo problema che ora appare attraverso il costo del metano è causato da una guerra che sta andando avanti e che quindi bisogna muoversi per questo non possiamo stare a guardare la campagna elettorale ma la usiamo per mettere insieme i lavoratori, perchè bisogna invertire questa situazione a partire dal fatto che noi operai non dobbiamo pagare doppiamente i costi della guerra dentro e fuori la fabbrica, e che quindi bisogna contrastare ogni peggioramento delle condizioni di lavoro e legarlo alla lotta più generale contro padroni e i loro governi che fanno politiche che attaccano tutta la vita dei lavoratori.

Si è messo al centro appunto che la situazione necessità di unire gli operai sia nei vari reparti contro i peggioramenti, mentre la fiom ha usato l’argomentazione opposta dei premi di produzione presi al 130% in reparto osannando l’impegno degli operai al raggiungimento dell’obbiettivo aziendale, appunto perchè è peggiorato dando il via libera ai sabati volontari di straordinario oramai diventato strutturale, alla conseguente diminuzione delle ore di manutenzione.

La fiom ha pure negato l’evidenza che il gas che usiamo abbia un impatto diverso a seconda del reparto dicendo: no, non siamo un’azienda unica noi dobbiamo fare reddito a se... non siamo sulle spalle di tenaris

Ma le aziende come la tenaris hanno già ampiamente compensato i rincari delle materie prime attraverso gli alti profitti degli ultimi anni e oggi stanno spingendo al massimo per sfruttare le congiunture offerte dalla guerra interimperialista per ritagliarsi nuove fette di mercato e commesse nel mondo.

Profitti che non piovono dal cielo ma attraverso l’aumento dello sfruttamento con più produzione con meno operai, l’allungamento della settimana lavorativa, il salto dei riposi, etc. Rinforzati dall’aumento del prezzo della bombola, Quindi se li devono compensar loro i problemi o comunque non devono andare peggiorare i lavoratori

La nostra linea sindacale è quella di lottare contro i peggioramenti a partire dalle fabbriche e a livello nazionale contro il nuovo governo dei padroni.

l’assemblea nazionale del17 ottobre a Roma serve per unire i lavoratori su una linea di classe, ricostruire la forza e  mettere al centro della lotta gli interessi di classe, che anche in questa campagna elettorale sono esclusi, per unirsi a tutti i settori e movimenti di lotta per opporre un fronte proletario al fronte di padroni-governo-sindacati confederali.

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