Il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo decreto, il decreto cosiddetto “Caivano” che nasce come emergenza da quanto è successo a Caivano, gli stupri delle due bambine.
Già questo fatto del decreto che ormai è un'abitudine del governo Meloni è sintomatico: un decreto in pochi giorni, di "emergenza", che, come dicono tanti sulla stampa, nelle dichiarazioni, avrebbe avuto la necessità, il tempo per sentire pareri di esperti della situazione dei giovani, delle situazioni territoriali e lo stesso Parlamento, che ormai è una cassa totalmente vuota e asservita. Già questo è un sintomo di che tipo è il decreto.
Nello stesso tempo, questo decreto sembra che vada insieme ad altri provvedimenti che, guarda caso, riguardano la velocizzazione dei rimpatri dei migranti e le misure per aumentare le pene a chi aggredisce le forze dell'ordine. Quindi un decreto in cui la logica principale è una logica repressiva che viene accompagnata da blitz-spettacolo, da un uso della stampa, della televisione, “all'americana”, in cui si vedono queste forze della polizia abbattere porte, entrare in massa a Caivano.
Questo è il carattere di questo decreto. Un decreto unicamente all'insegna della repressione, di aumento di polizia, per non risolvere nessuno, nessuno! dei problemi che sono a monte, dei problemi che ci sono
a Caivano – ma non solo a Caivano - in tanti quartieri, città, nelle periferie abbandonate da questo Stato, degradate dal fatto che vengano negati interventi per le popolazioni, per gli abitanti, per i giovani di questi quartieri.
Ma poi che sia un blitz-spettacolo è dimostrato anche dai risultati di questa invasione improvvisa a Caivano. Leggiamo su questo un elenco dei cosiddetti “risultati” fatto dal 'Il manifesto': 3 persone denunciate per contrabbando di tabacchi e 44 mila euro sequestrati a due soggetti; rinvenuti 408 gr di hashish, 375 gr di marijuana, 28 grammi di cocaina, 5 bilancini di precisione; 3 armi bianche - tra cui una mazza da baseball, considerata alla stessa stregua di un fucile, di una pistola -, 1 coltello a serramanico e 1 arco - tutte queste sarebbero “armi sequestrate” - 1 pistola e alcune munizioni, anche un altarino della camorra. Poi sono stati identificati 141 persone, controllati 110 veicoli, 10 dei quali sequestrati, ritirate 7 patenti, eccetera eccetera.
La Meloni si era recata a Caivano promettendo una grande risposta dello Stato al degrado, e la “grande risposta” l'abbiamo vista, c'è stata, ed è quella, unica, di un aumento della polizia. Uno Stato che sapeva, non poteva non sapere, come non può non sapere di tanti posti delle periferie, della situazione di Caivano, della presenza della camorra, della grande criminalità, che inevitabilmente porta a una micro criminalità lì dove non c'è altro.
Viene detto che questo aumento della polizia dovrebbe rimanere quasi permanente. Viene detto che anche quell'utile intervento contro i degrado del Parco Verde per adibirlo a centro sportivo. sarà gestito dalle fiamme oro, cioè dalla polizia.
E’ facile pensare che cosa comporta tutto questo per cambiare una situazione che loro, in tanti anni passati, hanno portato al degrado, all'imbarbarimento, a un vuoto di prospettiva.
Torniamo ancora sulla polizia. Anche ieri abbiamo saputo di un altro tragico femminicidio, di una giovane donna in Sicilia, un femminicidio che era stato annunciato, era stato denunciato più volte dalla stessa donna alle forze di polizia! - come è successo per altri recenti o passati femminicidi. Allora, questa polizia è responsabile, è direttamente responsabile di questi assassinii delle donne. E questa sarebbe la polizia che dovrebbe risolvere la situazione dei minori, che dovrebbe intervenire contro gli strupri, i femminicidi eccetera?! Ma per piacere!
Questi provvedimenti del governo vengono usati in maniera populista, in maniera demagogica e reazionaria, per far vedere che il governo si muove ma, in realtà, per non risolvere assolutamente nulla.
Altri ministri stanno parlando del mettere al centro la questione della scuola. Anche questo decreto lo pone in termini ancora una volta repressivi: cioè i genitori che non mandano (non si sa perché: per colpa loro? perché non possono?), o che comunque non controllano che i figli vadano alla scuola dell'obbligo potranno essere anche incarcerati.
Ma che tipo di scuola si sta avviando? Una scuola in cui chi farà lezione sempre di più sostituendo le lezioni normali dei professori saranno le forze dell'ordine, saranno esponenti dell'esercito, della Guardia di Finanza, dei militari, per addestrare i giovani a quello che sarà un "futuro impiego", in cui l'unico impiego potrà essere nella polizia, nelle missioni militari, eccetera; oppure, una scuola in cui, come ha detto il presidente della Confindustria, Bonomi, qualche giorno fa "manderò i nostri esperti", cioè i padroni manderanno i loro agenti anche qui per addestrare, per inculcare tra i giovani, nelle teste dei giovani, che il loro futuro è solo quello di essere sfruttati o per selezionare la “carne fresca”.
Allora, di che educazione, di che scuola, parliamo? Si vogliono togliere i ragazzi dalle strade per mandarli dove? Li togli dalle strade per portarli in luoghi in cui devono essere sfruttati, in cui devono lavorare per una manciata di soldi per tante ore (e qui gli esempi sono decine e decine), così li togli dalle strade per mandarli nelle missioni di guerra che sempre più si approssimano?
In questo senso questo decreto è un decreto che non solo non risolverà niente ma creerà aumenterà i problemi, perché non c'è nessun intervento sulle cause che portano a questo degrado, a un imbarbarimento delle situazioni in questi quartieri della periferia.
Questo tipo di intervento non è un'eccezione. Da quando questo governo si è insediato, verso i giovani, verso le situazioni effettivamente drammatiche, cosa ha fatto?
Facciamo solo un brevissimo cenno: all'inizio ha fatto il “decreto rave” - utilizzando una manifestazione assolutamente isolata ha fatto un decreto che vuole impedire tutte le manifestazioni, le feste di strada a tutti quanti, indipendentemente da come si svolgono; c'è stato il decreto Cutro che è servito non certo a salvare i migranti ma per inasprire le pene, considerandole di valore universale, per cui gli scafisti dovrebbero essere perseguiti su tutto il “globo terracqueo”; così come altre misure che hanno solo il sapore di repressione, per esempio l'ultimo, quello sulla maternità surrogata, che sarebbe un reato a livello universale - anche questo ridicolmente, perché non potrebbe neanche essere applicato.
E nello stesso tempo sappiamo, lo abbiamo denunciato tante volte, che il governo verso i problemi reali di vita, di mancanza di lavoro, di mancanza di salario, di prospettiva per i giovani, non solo non ha fatto niente ma ha fatto molto peggio: ha tolto il reddito di cittadinanza, non vuole fare un provvedimento per il salario minimo che tocca tanti giovani, tante donne, nelle fabbriche, nei posti di lavoro, super sfruttati.
Questo governo non solo non è la soluzione ma è un danno!
La soluzione ai problemi veramente gravi di Caivano, della Sicilia, dei femminicidi, degli stupri, è solo da parte delle donne, può essere solo da parte degli abitanti che vogliono ribellarsi. Non chiaramente tutti, perché in quartieri come questi è necessario uno scontro, una "guerra civile"; perchè "l’occupazione" di questi quartieri da parte di malavitosi, camorra, criminalità, eccetera che coinvolge anche parte della gente c'è, eccome, ma solo una lotta diretta da parte di chi subisce, da parte delle donne, dei giovani che non ci stanno, che si ribellano, può portare la "soluzione"! E a questo noi guardiamo con fiducia e ottimismo.
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Se è tutto polizia, “tout le monde deteste la police!”, tutto il mondo odia la polizia! Se sostituite la polizia alla soluzione dei problemi reali dei giovani, dei proletari, delle masse sfruttate, dei quartieri degradati, allora è chiaro che l'unica risposta è la lotta contro la polizia, trasformare tutte le periferie in balieues alla parigina, trasformare 10-100-1000 occasioni di repressione, di persecuzione dei giovani e degli abitanti di queste banlieues, di questi quartieri-ghetto, in rivolte.
E' chiaro che se c'è oppressione, se c'è militarizzazione, se c'è arbitrio e sopruso poliziesco, se c'è brutalità poliziesca, c'è ribellione!
Fate, fate, fate e vi ritroverete Parigi a Napoli, Parigi nelle periferie di Roma, di Milano, di Torino... Perché la rivolta è necessaria contro lo Stato borghese, dei padroni, dei ricchi, degli sfruttatori, della grande criminalità, della mafia e della camorra - che naturalmente non vengono minimamente toccate da questi provvedimenti, dato che restano intatti i santuari della grande criminalità, i santuari che sono nelle istituzioni, nelle banche, nelle industrie, nella corruzione, nel malaffare, nella grande Finanza, dove si ricicla e si piazza la grande criminalità. La grande criminalità viene lasciata in pace e la persecuzione nei quartieri diventa l'unica soluzione, invece che lavoro, salario, spazi di aggregazione liberi.
E’ evidente che voi volete trasformare questi quartieri in caserme!.
Qualcuno ha sollevato il problema della fiction “Mare fuori” - una buona fiction che racconta storie reali e vite vissute all'interno di un carcere e anche le genesi di alcuni processi che portano i giovani a non avere altra soluzione che la piccola malavita, sempre e comunque collegata alla grande malavita. Certo in questa fiction c'è un eccesso di romanzesco che permette a volte di fare di questi giovani di “Mare fuori” dei simboli che possono essere imitati in senso negativo, ma, attenzione, rappresentare la realtà è innanzitutto un'operazione-verità che dà strumenti per comprendere perché in questi quartieri poi succede quello che succede, che via c'è da intraprendere per modificarla.
Voi volete far occupare i quartieri da poliziotti, preti, eccetera eccetera. Ma pensate davvero che così i giovani dovranno accettare di vivere nei loro quartieri, perseguitati con il Daspo, con leggi in cui un quattordicenne viene assimilato a un criminale assassino, a un killer di professione e riempito di diffide, denunce? Voi volete criminalizzare le famiglie che non controllano se i figli vanno a scuola? Ma mandateli voi a scuola i figli di famiglie in cui non c'è reddito, non c'è lavoro, non ci sono servizi sociali, non c'è nulla, e tutti devono in qualche maniera portare un pezzo di pane a casa per una vita misera, che è facile preda poi se arrivano le "proposte giuste"! I racconti che vengono fatti dell’unico "reddito di cittadinanza" assicurato spesso dalla grande malavita rispetto a uno Stato che lo toglie e non dà lavoro ci spiegano più di mille discorsi televisivi qual è la reale situazione.
Certamente noi dobbiamo respingere - invitiamo soprattutto i lavoratori, le masse popolari che vengono bombardati con i messaggi televisivi - la facile demagogia.
Diciamo loro: ma chi pensate siano i grandi fruitori elettorali della grande criminalità? Andate a vedere il voto in Sicilia, il voto nelle zone della camorra, il voto nelle zone della ‘ndrangheta: sono stati i partiti dell'attuale governo che hanno avuto nella maggior parte dei casi il cosiddetto consenso elettorale, campano sui voti della grande criminalità. Pensate a Roma, a 'Mafia Capitale', a esponenti politici, istituzionali legati al sottobosco della grande criminalità che oggi controlla pezzi delle istituzioni.
La droga: il mercato della droga è un mercato della grande Finanza, i grandi fruitori della droga andateli a trovare tra i colletti bianchi, nei grandi capitalisti, nei ricchi, nei parassiti, andate a trovare lì i veri fruitori del mercato della droga!
E invece fate esattamente l'opposto.
Per questo non è accettabile in nessuna forma il silenzio delle masse popolari, dei proletari e delle organizzazioni sociali e politiche che dicono di interessarsi della vita della gente, che vogliono migliorarla, soprattutto dei settori più sfruttati rispetto a un decreto di polizia che peggiora la situazione, avanza verso un moderno fascismo, uno stato di polizia che reprime la libertà di tutti in nome della persecuzione di alcuni reati efferati, che andrebbero sicuramente perseguiti.
Per questo bisogna far sentire la voce d’opposizione alle leggi anti-rave, anti-immigrati, eccetera eccetera, all'imposizione della dittatura poliziesca nei quartieri, nella società, nelle scuole.
Su questa strada servirebbe una mobilitazione nazionale generale, questi quartieri devono essere riempiti da manifestazioni di protesta e di rivolta. Questa è l'indicazione, questo è ciò che vogliamo fare là dove siamo e insieme a tutti quelli che vorranno farlo laddove non ci siamo, per fermare lo stato di polizia come stato fascista che reprime i poveri e privilegia i ricchi - i ricchi al potere e i poveri in galera: questo è quello che volete fare.
Noi diciamo NO a tutto questo e su questo dobbiamo legare la lotta contro lo stato di polizia alla forte rivendicazione dei diritti sociali, dei diritti economici delle masse: un salario dignitoso, un lavoro dove non si vada a morire, una possibilità di un futuro migliore, delle case - se voi le case non le date ci sono le occupazioni e sono una cosa buona, contro chi gestisce poi le case in questi quartieri assegnandole secondo criteri che certo non sono quelli dei diritti delle masse.
Se non date case, lavoro, trasporti, se non date una scuola migliore, una scuola che serva, formi e che permette poi effettivamente di sfruttare le professionalità, se umiliate quotidianamente i giovani togliendoli ogni tipo di spazio, con gli sgomberi dei centri sociali, gli sgomberi degli spazi sostituiti con le strutture della polizia, questi decreti non sono a soluzione di problemi che andrebbero certamente risolti, non sono per mettere fine anche a forme di orrore senza fine come i fatti di Caivano, sono invece un'occupazione militare dello Stato che peggiora queste situazioni.
Da qui ne viene l'appello di proletari comunisti, della Controinformazione rossoperaia, non solo ad esprimere il proprio dissenso in tutte le forme ma a costruire le condizioni per le manifestazioni nel cuore di questi quartieri dove ci sono questi problemi, che dicano NO e che uniscano intorno a questo i giovani in un'altra prospettiva. Perché ai giovani va data un'altra prospettiva: la lotta per il cambiamento, lo stare insieme per lottare, per migliorare la propria condizione in forma collettiva, per trasformare le lotte in una grande festa, in una socialità per costruire una Rivoluzione che, come dicono i nostri Maestri, è la festa degli oppressi!
Questo dobbiamo fare, questo è sempre più necessario di fronte a una società che ci dice: barbarie, barbarie, barbarie, Stato delle barbarie, sistema delle barbarie, fondata sulla legge fondamentale di questo sistema che è lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo per il profitto del capitale.
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