Non possiamo cominciare questo numero di Ore 12 Controinformazione rossoperaia senza mandare un saluto e un sostegno solidale alla popolazione in Marocco, dove migliaia sono morti nel terremoto.
Le cifre ufficiali parlano di 2100 morti, ma si tratta di cifre che probabilmente sono al di sotto di quelle che effettivamente sono sia per le vittime del terremoto che per le distruzioni: ci sono interi villaggi scomparsi; in moltissime zone del Marocco non si è ancora arrivati; sono oltre 300.000 gli sfollati e per i feriti gravi e si parla di circa 2000. Gli ospedali e le strutture sanitarie che già in questo paese non sono tante - e sono condizionate dal tipo di paese, un paese oppresso dall'imperialismo, innanzitutto francese, ma anche da quello italiano e delle diverse potenze imperialiste, gestito da una borghesia capitalistica burocratica compradora che ha nella monarchia il suo centro - e con livelli di prevenzione della sanità nettamente al di sotto anche degli standard minimi dei paesi imperialisti e in particolare dei paesi occidentali, sono drammaticamente insufficienti.
Dall'ospedale di Marrakech giunge forte la denuncia: “non facciamo altro che amputare”, “non riusciamo a contare i morti”, “sono mobilitati gli studenti di medicina per dare una mano” .
E che questo paese sia, oltre che colpito dal terremoto, colpito dal regime che lo guida è una denuncia che viene da un reportage su La Repubblica, dove si dice: “Nell’Atlante ferito dal sisma niente tende alle donne e muli come ambulanze”.
Sappiamo che in Italia vi sono molti lavoratori migranti marocchini e ad essi va la nostra solidarietà e sostegno per ogni tipo di iniziativa e di lotta che vogliano intraprendere anche nel
nostro paese perché arrivino aiuti reali alla popolazione del Marocco e che ci siano tutte le possibilità per i lavoratori marocchini sia di rientrare alle loro abitazioni con il diritto di poter tornare a lavorare, sia che si aprano le frontiere di fronte alle possibili nuove ondate migratorie che potranno venire da questo terremoto.
Ancora una volta il terremoto in Marocco ci mette di fronte a un sistema imperialista impegnato in quotidiani investimenti nelle industrie della guerra - la guerra in Ucraina ha visto impegnati miliardi su miliardi e tanti altri se ne prevedono per uccidere - per cui, per la guerra i soldi non sono mai assenti per bombardare, distruggere territori, mentre in Marocco si deve scavare a mani nude per salvare vite umane.
Contro tutto questo esiste una sola strada: la lotta dei proletari e dei popoli del mondo, in ogni angolo del mondo, per marciare uniti e rovesciare questo sistema che produce tutto questo.
La base di ogni lotta rivoluzionaria delle masse popolari sta essenzialmente nelle condizioni economiche che quotidianamente i lavoratori subiscono, le masse popolari subiscono.
E quindi l'attenzione alle lotte operaie, proletarie, che ci sono anche nel nostro paese, non è solo perché senza la lotta la condizione salariale, le condizioni di lavoro peggiorano, ma perché questa lotta è alla base della crescita dell'organizzazione e della coscienza di classe dei lavoratori, e sia finalizzata a una lotta politica, a una lotta generale, rivoluzionaria, per eliminare le cause che producono l'attacco alle condizioni salariali al lavoro e alla vita quotidiana dei proletari.
E in questo si può ben capire come tutto il mondo sia collegato e come le masse colpite attualmente dal terremoto in Marocco e le masse proletarie nel nostro paese appartengono a uno stesso mondo: il mondo della lotta di classe, sociale per cambiare le cose.
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