La guerra in Ucraina continua con il suo carico di morti e di distruzione. L'elemento però centrale in questa fase è la crescente partecipazione della NATO e dei paesi NATO alla guerra stessa, non solo con il supporto militare che da tanto tempo tutti i paesi imperialisti, dagli Stati Uniti ai paesi europei, all’Italia, offrono all'Ucraina, all'Ucraina di Zelensky, all'Ucraina che celebra gli eroi nazisti, all’Ucraina che, in mano a Zelensky, è diventato oltre che un paese reazionario aspirante al nazismo - pieno di nazisti nelle forze armate e nel governo - una punta di lancia per trasformare l'invasione dell'imperialismo russo del paese in una controffensiva che ha come posta la Russia stessa, la Cina e quindi il conflitto mondiale.
Negli ultimi due giorni due fatti che mostrano come le cose vanno avanti molto al di là di quello che viene anche presentato quotidianamente da una stampa, da una televisione allineata agli interessi dell'imperialismo occidentale, dell'imperialismo USA, della NATO, nel nostro paese, agli interessi di un governo parte della NATO e strettamente legato, fiancheggiatore, oltre che alleato, in questa campagna degli Stati Uniti e della NATO.
In uno dei recenti attacchi della Russia, le forze armate hanno distrutto un carro armato Leopard in Ucraina. Come si sa, i carrarmati Leopard sono un’arma offensiva che, prima con reticenza e poi sempre più apertamente, i paesi imperialisti occidentali - e in particolare la Germania - hanno fornito all'Ucraina. L'attacco russo, la distruzione di un carro armato Leopard in Ucraina ha messo in luce che non solo la Germania ha fornito i carrarmati ma che i soldati tedeschi partecipano attivamente a questa guerra, guidando essi stessi i Leopard, così come altri armamenti sempre più offensivi che vengono dati all'Ucraina e i piloti vengono addestrati nei paesi e nelle basi militari degli Stati Uniti e dei paesi europei, compresa l'Italia.
Il caso del Leopard tedesco dimostra che la partecipazione militare si svolge direttamente nel territorio ucraino e rende quindi le truppe imperialiste europee protagoniste dirette della guerra. Una guerra per procura si è detto, una guerra per interposta persona che diventa sempre più una guerra diretta e che inevitabilmente innesca quel processo di azione e reazione che allarga la guerra e allarga le prospettive di una guerra che può arrivare ad essere nucleare.
In particolare siamo nella fase in cui gli Stati Uniti in primis e i diversi paesi europei a seguito forniscono armi d'attacco che hanno l'obiettivo di colpire il territorio russo e quindi passare alla cosiddetta “offensiva Ucraina” che tutti gli osservatori, anche di parte imperialista, dicono che non sta avendo successo, che va a rilento e così via, e che fa da corrispettivo, invece, ad azioni di attacco sul territorio russo che si intensificano e diventano sempre più una delle caratteristiche di questa fase della guerra e, soprattutto, della futura fase della guerra.
La Germania si dichiara pronta a fornire all'Ucraina missili Cruise Taurus con una gittata superiore a circa 500 km, seguendo quindi gli Stati Uniti, che hanno annunciato il sostegno a Kiev con missili a lungo raggio Atacms. Quindi è chiaro che tutte le potenze imperialiste occidentali si apprestano a entrare direttamente in guerra, innanzitutto permettendo e organizzando l'utilizzo degli armamenti, degli armamenti più sofisticati e più avanzati, che permettono di attaccare direttamente il territorio russo con una presenza anche diretta di loro, truppe che finora è segreta, finora è travestita, avvolta dal discorso dei mercenari, ma che in realtà nostra, come sin dall'inizio, e sempre di più, i soldati dell'imperialismo occidentale partecipano attivamente a questa guerra.
Questo, oltre che smascherare la propaganda Ucraina e occidentale, mette in luce il vero carattere di questa guerra che è una guerra inter-imperialista legata alla crisi dell'imperialismo, alla marcia verso una nuova ripartizione del mondo che riguarda le potenze imperialiste, in primo luogo, Cina compresa e ogni angolo del mondo viene coinvolto in questa guerra.
Ma anche per Italia in questi giorni sono venute fuori notizie che mostrano come anche l'Italia, certo con un ruolo minore e fondamentalmente di fiancheggiamento degli Stati Uniti, sempre di più entra direttamente nella guerra. Scrive il Fatto Quotidiano: “è già venuto il primo ordine di decollo immediato per gli F 35 dell'Aeronautica militare italiana impegnata nella missione in Polonia. Per la sicurezza dello spazio aereo nei paesi della NATO dopo l'intercettazione di velivoli russi, il 21 settembre, gli F 35 italiani schierate nella base aerea di Malbork sono intervenuti direttamente nei confronti dei caccia russi che avrebbero violato lo spazio aereo NATO”.
E’ evidente che questo tipo di situazione è uno dei fattori fondamentali dei famosi incidenti che possono capitare, di conflitti diretti tra le truppe occidentali - in questo caso le truppe italiane e i russi - che può innescare quel meccanismo di confronto diretto tra NATO e Russia. Quindi l'Italia in realtà è ben dentro lo scenario diretto della guerra e si avvicina sempre di più, mentre le sue truppe sono già presenti in numerosi paesi che circondano la Russia, in Romania e in Bulgaria, con missioni di cui viene tenuto all'oscuro il popolo italiano, perché le uniche informazioni vengono fornite al Parlamento dal Copasir, che peraltro fornisce queste informazioni al Parlamento con tanti omissis e il Parlamento ha approvato decreti a lunga durata, che permettono l’allungamento automatico e senza nuove discussioni parlamentari degli armamenti. Nello stesso tempo, non distante dall'Italia, si è acceso in maniera sempre più virulenta il conflitto nel Kosovo. Il Kosovo, sostenuto dall'Albania e indirettamente da USA e NATO, attacca la minoranza serba all'interno che protesta e chiaramente si va verso un'escalation che può portare all'intervento diretto della Serbia che viene considerata dallo schieramento imperialista occidentale come appartenente al campo della Russia.
Già il 23 maggio scorso 25 militari, di cui 11 italiani, erano stati feriti perché l'Italia svolge con le sue truppe un ruolo in questo paese apparentemente di interposizione, ma in realtà di sostegno alla politica sempre più aggressiva e di collocazione dentro lo schieramento della guerra imperialista del Kosovo. La forza nata in Kosovo già in luglio ha avviato un'esercitazione militare nella parte occidentale del paese e non dimentichiamo che questa missione avviene sotto il comando italiano.
Parlano di dialogo e della pace ma intanto accentuano l'azione militare.
Abbiamo trattato nei giorni scorsi, la questione dell'immigrazione, la questione del ruolo che l'Italia va svolgendo nel Mediterraneo in contesa con gli altri imperialismi nel sostegno ai regimi reazionari del Nord Africa, dalla Tunisia alla Libia, eccetera, in cui l'interesse specifico del contenimento dell'immigrazione si lega agli interessi economici della presenza italiana, sostenuta dall'intervento militare nei paesi nel Nord Africa. Già in questi paesi, dietro la richiesta di potenziare i campi-lager come contenimento dei migranti, si lega alla necessità di sostenere anche militarmente questi paesi. Anche in Niger, attraversato dal colpo di Stato, c'è un contingente militare italiano all'interno di una missione europea.
E’ evidente che tutto questo rende necessari l’informazione, la controinformazione, la denuncia di tutti gli interessi in gioco dietro la vicenda dell’immigrazione.
Il governo italiano, già con la presenza della Meloni all'ONU e con il suo discorso, si è buttato avanti nel chiedere un sostegno alla sua azione e ai suoi interessi particolari, travestiti sotto la denominazione di “piano Mattei”. Eva tenuto conto che l'Italia sta organizzando una conferenza per l'Africa per fine ottobre, che ha lo scopo di rendere organico il ruolo dell'imperialismo italiano in tutto il continente, in alleanza e concorrenza con gli altri imperialisti.
I riflessi nel nostro paese si riversano sull'attivismo militare interno che comporta la mobilitazione delle Basi militari. Tra le basi militari una particolare importanza assume la base di Ghedi dove, come hanno denunciato recentemente diverse associazioni, esistono ordigni nucleari segreti che fanno di questa Base la Base aerea italiana e NATO pienamente impegnata. Il 2 ottobre diverse associazioni terranno un Convegno a Ghedi nel quale l'obiettivo principale è mettere in luce l’aspetto “nucleare” di questa base e il sostegno a una campagna che punti a mettere fuori legge il nucleare nel nostro paese.
Chiaramente una campagna che ha ben poche possibilità di raggiungere i suoi obiettivi, finché abbiamo non solo gli interessi generali dell'imperialismo italiano nella guerra internazionale imperialista in corso, ma anche il ruolo sempre più guerrafondaio e apertamente militarista dell'attuale governo Meloni.
E’ positivo che si sia decisa nel quadro della delle iniziative contro la guerra una manifestazione di tipo nazionale a Ghedi a cui diamo il massimo sostegno e adesione, anche se non condividiamo con gli organizzatori una visione autoreferenziale di questa manifestazione che la separa obiettivamente dal contesto generale della lotta contro la guerra e contro il nostro imperialismo che richiede una mobilitazione proletaria e popolare su tutto il territorio nazionale e in tutte le Basi.
Il 21 ci saranno altre manifestazioni, a Palermo, in Sicilia, un'altra in Toscana, alla base di Coltano e una a Taranto contro il ruolo della base navale di Taranto, tra l'altro possibile futuro comando NATO nel contesto del Mediterraneo e della guerra in corso.
Il fronte della guerra nel nostro paese si unisce strettamente al fronte dell'immigrazione. In questo senso pensiamo che la piattaforma generale delle giornate del 20 e 21 debba dare più spazio alla solidarietà con i migranti e alla lotta contro le leggi anti-immigrati in corso, di cui si vanno approvando nuovi decreti di cui abbiamo parlato.
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