martedì 13 ottobre 2020

 

13 ottobre – L’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI COMBATTIVI A MILANO RILANCIA LA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE DEL 24 OTTOBRE APPROVATA A BOLOGNA COME PERCORSO E RAFFORZAMENTO DEL PATTO D’AZIONE, CENTRATA SULLE LOTTE E TAPPA VERSO LO SCIOPERO GENERALE.

NEGLI INTERVENTI SEGNATA LA DISTANZA CON SINDACATI DI BASE E OPPOSIZIONE CGIL CHE INSISTONO A SPOSTARE LA DISCUSSIONE DAL PATTO D’AZIONE AL COORDINAMENTO INTERSINDACALE, PER NON CAMBIARE MAI NULLA.




L’assemblea è cominciata con il giusto allontanamento di una provocatrice negazionista che pretendeva di state in sala senza la mascherina, esasperando la situazione con accuse e insulti ai compagni di essere autoritari e sottomessi alla propaganda del governo sul virus.

Tutta l’organizzazione e la sua gestione invece hanno fatto si che venissero garantite presenza e partecipazione dei lavoratori nel rispetto della sicurezza sanitaria anche con una seconda saletta attrezzata con casse acustiche per seguire il dibattito.


Presenti e hanno parlato in maggioranza le realtà milanesi, il Si Cobas di Brescia e di Novara, lo Slai Cobas per il sindacato di classe di Bergamo.


L’assemblea è stata nel complesso una buona occasione per sostenere la preparazione della giornata di lotta nazionale del 24, che proseguirà anche nelle altre sedi cittadine.

Di interesse il dibattito che si è sviluppato attorno alla natura di classe e all’avanzamento del Patto d’Azione, con la polemica con altri sindacati di base che sono intervenuti anche a Milano, che si dichiarano favorevoli a lotte comuni ma restano inchiodati alla prassi degli scioperi generali autoproclamati senza poi

una effettiva corrispondenza nella pratica, all’unità concepita come coordinamento tra sindacati, che non aiuta lo sviluppo del conflitto con i padroni, perché frutto di una visione riformista dell’attività sindacale per le conquiste possibili che poi diventano le piccole concessioni che i padroni sono disposti a fare e soffoca il protagonismo dei lavoratori. E in critica con l’opposizione dentro la Cgil. Un’opposizione dichiarata, ma sempre attenta agli equilibri e alle compatibilità. Opposizione ma mai praticata fino in fondo contro le burocrazie e la direzione della Cgil. Paradossale l’intervento sul CCNL dei metalmeccanici ‘la Fiom frena gli scioperi, fanno solo perdere tempo… dovete venire voi a rafforzare gli scioperi, e non una parola su come vengano effettivamente attaccati ‘dall’interno’ la burocrazia, i vertici sindacali complici, per rendere inoffensiva una struttura schierata attivamente a contenere e soffocare le lotte degli operai.

Di seguito l’intervento dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Bergamo e gli altri a seguire

Questo è un momento importante per il percorso del Patto d’Azione per un fronte Unico Anticapitalista che parta dalle lotte, dalla lotta di classe. Mettiamo al centro il 24 ottobre che come Slai Cobas sc condividiamo molto perché va a rompere con gli schemi degli scioperi generali o pseudo tali, e rimette al centro le lotte. Per farlo, come ha detto anche Aldo, siamo una classe internazionale, dobbiamo guardare alla situazione di crisi nella crisi, con la pandemia, che stanno portando delle contraddizioni sempre più elevate, pensiamo che in Indonesia ci sono tre giorni di sciopero, con in piazza operai e studenti insieme. Le cose vanno veloci per i padroni ma vanno molto veloci anche per noi. Concentriamoci per fare un passo in avanti concreto sulla situazione del 24, dove il Patto e il Fronte nascono e crescono nel fuoco della lotta di classe. Le lotte ci sono, ognuno nel patto le sta portando avanti; le lotte avanzano e diventano forti quando si prendono le parti più avanzate di queste lotte e si generalizzano. E gli operai capiscono di far parte di una stessa classe con interessi contrapposti ai padroni, e ai governi dei padroni. Questo dobbiamo tentare.

Al centro del 24 ci sono i lavoratori e le loro lotte. Nel nostro piccolo possiamo mettere in campo, le iniziative nel magazzino della logistica a Chiari per la difesa del posto di lavoro, contro la logica delle coop. Un punto unificante a livello nazionale della lotta delle coop logistica è: va via un padrone le merci rimangono, gli operai devono rimanere. Questo è un punto centrale per noi su cui non si transige. Ad esempio il magazzino di Chiari è questo, va via Auchan, Brivio Vigano, LGD, arriva Esselunga Italtrans con altri schiavi con l’obiettivo di rimettere tutto a zero. E partiamo sempre da zero, invece dobbiamo alzare il livello di scontro, loro lo hanno alzato. La lotta delle operaie della Montello, una cooperativa di 400 operaie dentro una fabbrica, cosa ci sta a fare non si capisce ma c’è. All’interno c’è la Cgil che tiene sotto questa fabbrica la controlla, e in questi giorni non è che contrasta la ristrutturazione che butta fuori le operaie dopo 10/15 anni di lavoro sulle linee diventate gobbe, col mal di schiena e che non riescono più a muovere le braccia. La Cgil cosa fa, un accordo per gli incentivi, fa il prezzo, ti hanno sfruttato non servi più. Quindi dobbiamo trovare il modo di fare piazza pulita di questo, noi non l’abbiamo ancora trovato. Ci rivolgiamo agli operai in lotta della Cgil ma dobbiamo spazzare le burocrazie i vertici perché sono un tappo alle lotte. Altra lotta gli operai della Maschio. Una lotta piccola per numero di operai ma che mette al centro gli operai che hanno detto ‘non mi butti fuori’ e vanno fino in fondo per la difesa del loro posto di lavoro di fronte ad una situazione dove li vogliono prendere per fame, prima i cambi appalto, sono in cooperativa, ora da mesi non prendono lo stipendio e stanno resistendo.

Per la sicurezza, sono operaio alla TenarisDalmine, ci tengo molto, dobbiamo mettere al centro le condizioni di lavoro e i ritmi di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro, che oltre ad avere un carattere di guerra di classe perché per ottenerlo bisogna mettere insieme morti e feriti, bisogna anche cambiare il fatto che un operaio debba stare in fabbrica e accettare lo sfruttamento. Questo discorso alimenta la battaglia per i lavoratori per avanzare nella coscienza. Su Modena, la battaglia contro la repressione, bisogna farci i conti alzando i livelli della lotta, rompere i divieti e mettersi in campo già da adesso. Rompere i divieti, per il 24, loro ci possono sfruttare, noi possiamo e dobbiamo lottare. E dobbiamo organizzarci perché se veniamo repressi non dobbiamo accettarlo altrimenti quello che ci siamo detti finisce tutto in niente.


In apertura dalla lavoratrice precaria della scuola e del comitato 23 settembre per Atika la denuncia della situazione politica economica, che colpisce in generale i lavoratori e le masse popolari, la pesante situazione della scuola la rottura delle trattative per il contratto dei metalmeccanici come simbolo dell’attacco padronale e il richiamo a due punti della piattaforma di Bologna, la riduzione di orario a parità di salario e la patrimoniale. Su tutto la condizione delle donne, le prime colpite nella crisi con i licenziamenti il part time oggi lo smart work; schiacciate dall’intreccio criminale di patriarcato e capitale.


Dal Sicobas Milano ribadito lo sciopero della logistica del 23 di ottobre per il rinnovo del CCNL, con interventi di delegati SiCobas dei magazzini di Milano e Brescia che hanno rivendicato le lotte fatte, possibili per la rottura netta realizzata con l’adesione al SiCobas. Riprese le recenti mobilitazioni contro il contagio nei magazzini.


La compagna del MFPR ha preso spunto dal seminario/assemblea tenuta il 17 settembre come MFPR, per parlare delle diverse realtà di donne in lotta, soffermandosi sulle lavoratrici siciliane e sulle operaie della Montello che resistono ad una ristrutturazione che ha al centro proprio l’attacco alle donne per rimandarle a casa. Ha denunciato la repressione delle lotte, ricordando come anche queste lavoratrici saranno al processo il 30 Ottobre come per le lavoratrici dell'Italpizza sostenute nella manifestazione del 3 ottobre a Modena.

Donne che non si sono tirate indietro ed hanno scioperato l'8 marzo con tutte le conseguenze, che non hanno subito l’influenza piccolo borghese della direzione di  NUDM, che non hanno potuto mollare, che sono state in prima linea durante il lockdown, per il lavoro, per il lavoro di cura, per le violenze in famiglia, ecc.

Proseguendo con la denuncia dello smarwork, ultima frontiera di sfruttamento che vogliono venderci come un modo nuovo di concepire la conciliazione tra tempi di vita e tempo di lavoro, tutto senza regole, con un gran risparmio per il capitale, una maniera per definire il lavoro a domicilio, con un continuo gioco al ribasso come ha ben descritto la Kollontaj.

Infine ha rilanciato la piattaforma delle donne recepita dal Patto d'Azione e ‘come noi tutte la consideriamo una cosa viva, non statica, ma capace di evolversi con le lotte delle donne, che sono sempre a 360 gradi: lavoro, famiglia, lotta contro il sessismo, la violenza, il patriarcato, il diritto d'aborto, ecc’. Perché non ci può essere la lotta di classe senza la lotta delle donne.


Di seguito il Comitato di difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio, con la denuncia per gli invisibili fratelli di classe morti per il profitto, che diventa un problema per i confederali solo quando le morti diventano troppo visibili o superano le cifre delle statistiche. Auspicando che in tutte le piattaforme sindacali la sicurezza sia sempre al centro.

Il comitato ha chiarito di non aver partecipato a Modena il 3 ottobre perché presente ad una due giorni per il Vajont, una grande strage per il profitto; che in queste iniziative i familiari stanno capendo il ruolo delle istituzioni e crescono nella coscienza e che in preparazione ci sia una manifestazione nazionale a Roma contro il governo.

In chiusura per il comitato, nel rapporto tra capitale e lavoro la contraddizione principale sono i morti al lavoro.


Nel suo intervento il Fronte della Gioventù Comunista, ha espresso contentezza per la riuscita dell’assemblea. Nello specifico ha portato la testimonianza di giovane lavoratore sballottato da un posto all’altro con contratti precari spesso anche in stage gratuito denunciando l’alternanza scuola lavoro che ci insegna fin da piccoli a dire si al padrone ed imparare ad essere sfruttati.

Ha fatto appello a proseguire su questa strada che stiamo tracciando insieme e che gli studenti i giovani delle classi popolari ovvero gli sfruttati di domani sono con i lavoratori.


Nei quattro interventi sulle lotte negli alberghi, illustrato l’intervento unitario tra SiCobas e Cub nella vertenza e dalla commossa testimonianza delle lavoratrici la denuncia per le pesanti condizioni di lavoro e sfruttamento ‘ci viene dato un tempo per rifare la stanza, che non basta mai, ogni stanza è in condizioni diverse, se ci metti di più non ti pagano il tempo eccedente, è cottimo...’ e la repressione arrogante della direttrice che al primo sciopero ‘mi ha avvicinato e apertamente mi ha detto che saranno tutte licenziate...’


Dal ferroviere della Cub la rivendicazione della sicurezza come battaglia storica della categoria, ricordata anche attraverso la citazione di un giornale di 100 anni fa a proposito di uno sciopero di 10 giorni duramente represso con le armi e con i lavoratori che resistettero.

Ha detto di accorgersi che facciamo lotte comuni, che restano slegate, che l’assemblea è una occasione per la ricomposizione di classe. Lo sciopero generale del 23 ottore della Cub.


Aldo Milani nel fare il punto sulla situazione ha tracciato un parallelo storico con il nazismo, che riuscì a legare i disoccupati a se con manovre che riducevano il salario destinando risorse a loro creando una illusione sulle prospettive del regime. È un pericolo attuale se noi non saremo in campo.

‘Sono stanco di sentire parlare di unità dei sindacati di base… leggiamo i documenti congressuali e troviamo che le posizioni dei sindacati di base, sono riformisti, la loro azione è spostare qualcosa da una parte all’altra...’ Sono riformisti, non siamo tutti uguali, per noi lotta economica nella prospettiva politica.

Estendiamo la lotta in tutti i settori, questa è l’assemblea dei lavoratori combattivi, non siamo per una sommatoria di sigle sindacali. Se c’è una lotta abbiamo di che confrontarci, unificare le lotte, siamo unitari come a Modena. Se toccano uno dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Bergamo è nostro.

Il 24 cercheranno di limitare la possibilità di organizzare proteste, scioperi, i decreti sicurezza sono ancora integri, vogliono far diventare illegali le proteste , dobbiamo rompere la loro legalità. Il 6 giu deve essere un esempio per 24 ottobre. Dalla Cgil vediamo interessi a mantenere la loro sedia e una spinta a lottare con noi, devono fare battaglia dentro la Cgil. Vogliamo l’unità sui contenuti. Il 23 abbiamo lanciato lo sciopero della logistica come SiCobas, ci sarà conflitto se aumenterà la nostra forza. Nessuno è importante da solo, anche a noi così ci fanno fuori nella logistica.


Minoranza cgil Ibm Sul Ccnl metalmeccanico, i confederali stanno cavalcando gli scioperi per diluirli e depotenziarli, fanno perdere tempo. L’opposizione deve essere negli scioperi su altri contenuti, il SiCobas deve esserci. Smart work anticipa per molti il licenziamento. Ibm sta preparando una nuova manovra di esuberi.


Dalla sanità Slai Cobas sc

l’assemblea di Bologna è stata molto importante, risultato del lavoro del Patto d’Azione. Serve una piattaforma della sanità attorno a cui raccogliere i lavoratori nella lotta, c’è tanta rabbia per quanto passato, per come si lavora, di pubblico c’è poco è tutto appaltato.

Lavoriamo per il 24 ottobre.

I lavoratori della sanità chiedono giustizia e i responsabili, di Regione lombardia di confindustria sono ancora al loro posto.

Dobbiamo coordinarci, a partire dai lavoratori della sanità nel PdA


CS Vittoria

non c’è nulla che può scomporre ‘il pacchetto’ dei problemi aperti, lavoro scuola sanità …

… la pandemia si sta innestando sulla pandemia sociale.

Serve una concezione di classe, abbiamo davanti due fazioni della borghesia che si contendono la gestione degli interessi, non abbiamo governi amici e Bonomi sta sferrando un attacco frontale.


Federico ecopolitica

A Bresso lotta nei quartieri contro le vasche di laminazione che portano le porcherie del seveso sotto casa nei quartieri popolari


Aldo conclusioni

no intersindacale, non vogliamo costruire il sindacato di classe con il confronto tra sindacati di base, ma sui fatti. I contenuti riformisti sono diversi dalle battaglie per le riforme.Lo sciopero del 23 della Cub è organizzato a freddo (dall’alto) è diverso dalla nostra iniziativa del 24 che va nella direzione di costruire le condizioni per lo sciopero generale. Come SiCobas proporremo al PdA di andare agli scioperi dei metalmeccanici, per spostare gli obiettivi. Oggi abbiamo 100.000 lavoratori nei sindacati di base ? In Italia ci sono 23.000.000 milioni di lavoratori…

Dobbiamo darci una struttura regionale e nazionale.

Dobbiamo darci delle indicazioni per il 24 per affrontare la questione Covid e limitazioni repressive

L’assemblea di Bologna e il PdA sono strutturalmente legati.

Torneremo su questi temi nella discussione di martedì nazionale.







Nessun commento:

Posta un commento