Il via libera ai licenziamenti decisi dal governo sono l'anticamera di licenziamenti di massa che stanno colpendo soprattutto le fabbriche e che aumenteranno di giorno in giorno, per la legge del capitale: meno operai, meno costi, più sfruttamento, meno salari, più profitti.
I padroni, a partire da quelli delle multinazionali, fanno i loro conti e delocalizzano, utilizzano lo sblocco dei licenziamenti, come altre leggi a loro favore già esistenti.
La Whirlpool ha iniziato da Napoli a portare avanti una lenta dismissione dei suoi stabilimenti in Italia (attualmente 7, di cui quello più grande è a Varese), non ha a quanto pare peraltro interesse a fare un altro prodotto.
L'osceno Ministro del Lavoro, Orlando, si lamenta solo e soprattutto delle modalità dei licenziamenti (benchè lui stesso ammette che non sono tanto anomali ma previste dal jobs act), e coglie l'occasione, sulla pelle di centinaia (per ora) di lavoratori e lavoratrici che da un giorno all'altro perdono tutto, per confermare la giustezza dello sblocco dei licenziamenti.
Esuberi zero entro il 2021! Così annunciò trionfalmente il Ministro Di Maio e qualcuno ci credette pure!
Intanto il governo Draghi continua a dare soldi, tanti soldi, in varie forme, ai padroni.
Cgil, Cisl, Uil, in testa Landini, fanno da controcanto del governo, rivendicando, alla faccia della dura realtà, l'accordo che ha dato l'ok ai licenziamenti, con la copertura ipocrita di una cassa integrazione per altre 13 settimane gratis per le aziende, che se la utilizzano non potrebbero licenziare, e l'"avviso comune" con la Confindustria per "governare" caso per caso (che si traduce in "giustificare" caso per caso le "scelte inevitabili" dell'azienda).
Adesso i nodi sono venuti al pettine! Si sono rivelate deboli e inconsistenti le proposte di più di un anno e mezzo fa dei sindacati confederali di dare sgravi fiscali alla Whirlpool.
Anche l'idea di nazionalizzazione si scontra con la dichiarata crisi di mercato, in particolare nella UE, e si presenta inconsistente anche l'ipotesi di riconversione.
I Padroni, Bonomi loro principale rappresentante, vanno a tappe forzate per la loro strada, facendo carta straccia dei richiami del governo come di inutili "accordi", e sapendo di poterlo benissimo fare.
E' in questa situazione che va rivista e cambiata la linea e la prassi di lotta degli operai soprattutto delle fabbriche, per rispondere alla guerra di padroni e governo con la guerra di "classe" dei lavoratori.
Lo sciopero di oggi non può che essere inserito in un più ampio percorso di lotta radicale contro governo (qualsiasi governo senza nessuna illusione verso tutti i partiti che attualmente siedono in parlamento) e padroni per la costruzione di un sindacato classista e combattivo realmente a difesa dei diritti dei lavoratori e per il potere operaio: unica vera soluzione!
Slai Cobas per il Sindacato di Classe
347/5301704 - slaicobasta@gmail.com
cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.com
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