lunedì 19 luglio 2021

CHIUSURA IMMEDIATA ALLA TIMKEN NEL BRESCIANO, ANCORA AUTOMOTIVE DOPO GIANNETTI E GKN. I PADRONI ORA COLPISCONO A FREDDO, MA I PROFITTI SONO SEMPRE LACRIME E SANGUE PER GLI OPERAI

 


Lo sblocco dei licenziamenti del governo, con la resa dei sindacati confederali, per i padroni sono diventati nuove chiusure di fabbriche: proprio oggi 106 operai alla Timken di Villa Carpina nel bresciano, dopo i 152 alla Giannetti Ruote, 60 alla ABB di Marostica, 422 (più indotto) alla GKN.

Cgil Cisl Uil si sono fatti passare per vittime tradite dai padroni ‘che non avrebbero rispettato il loro accordo con il governo’, ma hanno firmato solo un invito ‘per l’utilizzo della cassa integrazione prima dei licenziamenti’ un bluff di nessun valore come si è visto, ed ora come se nulla fosse cercano di cavalcare la rabbia operaia, prendere la direzione delle scioperi per impedire che seguano una strada diversa dalle intese che hanno segnato con con Confindustria, per portarle singolarmente a morire dal governo al Mise, il ministero dello sviluppo economico, dei padroni.

I padroni scaricano i costi della crisi economica e pandemica sugli operai. Mettono gli operai in concorrenza tra di loro, concedono miglioramenti solo temporanei solo ad una parte della classe operaia. Il sistema dei padroni realizza il profitto solo attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, e nella crisi li affama, questa è la vera natura del capitalismo.

E questi sindacati non sono neutrali, sono usati per tenere la pace produttiva nei reparti.

Nella grande fabbrica c’è la forza collettiva della classe operaia, può diventare il centro della lotta di classe, anche contro i licenziamenti che non si fermeranno, ma occorre liberarsi da questa influenza, autonomia nelle lotte, organizzazione per il potere operaio.

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