articolo di stampa
Redazione - 15 Settembre 2021 -
Non si può e non si deve alimentare confusione tra i lavoratori sulla questione delle vaccinazioni.
Una lavoratrice che chiama i carabinieri per potere entrare a svolgere il suo lavoro a scuola perché il codice del tampone è arrivato in ritardo e non era in possesso del Qr-Code è molto grave e la notizia riportata dalla stampa contribuisce ad alimentare questa confusione dove, invece, c’è bisogno di arginare concezioni e posizioni sbagliate perché siamo ancora di fronte ad una emergenza sanitaria e le posizioni individualiste fanno un enorme danno alla coscienza collettiva dei lavoratori. Posizioni che sono presenti anche nelle fila dei confederali, così come tra quelle dei sindacati di base. E qui la confusione non deve essere ammessa perché chi organizza i lavoratori nel sindacato ha delle responsabilità maggiori perché agisce per la formazione di una coscienza collettiva. Perciò i danni diventano maggiori. Un conto sono i timori, i dubbi, alimentati dalla disinformazione, dai provvedimenti contraddittori dei media e del governo (uno su tutti il green pass per evitare la vaccinazione obbligatoria e nelle fabbriche l’obbligo per gli operai solo in mensa), i tamponi al posto dei vaccini, un conto rivendicare, in piena pandemia, la propria libertà individuale/ individualista. La lavoratrice, che è anche una sindacalista, una militante politica – e questo ha un peso maggiore nella vicenda -, non ha fatto il vaccino per scelta ed è “costretta” a presentare un tampone negativo ogni 48 ore per poter lavorare. Questo riporta una notizia di stampa.
Premettendo che la gran parte dei lavoratori si voleva e si è vaccinata, quale diritto ha voluto affermare, con il suo gesto, la lavoratrice? Una critica, forse, al governo per il suo fallimento nel mettere in sicurezza le scuole (in alcune realtà si ritorna alla DAD) o per come il governo ha gestito la pandemia e che la scarica sulla responsabilità dei singoli? Un gesto per mettere al centro l’interesse per la salute di tutti, studenti e personale scolastico? Vaccini per tutti? Niente di tutto questo. La lavoratrice ha voluto rivendicare il “suo”, individuale, “diritto” a potere lavorare in piena pandemia, in un settore dove si è esposti maggiormente al contatto con molte persone, senza essere vaccinata, per sua scelta, in nome della sua “libertà individuale”! I tamponi non devono sostituire i vaccini. Vogliamo essere ancora più chiari: non c’è alcuna “giustificazione” a dire NO alla vaccinazione! Lo Slai Cobas sc è per la vaccinazione obbligatoria per tutti, a partire dai settori, come sanità e scuola, che oggettivamente sono più a contatto con un pubblico di massa. Riportiamo la nostra piattaforma di lotta nazionale sulla scuola:
Facciamo appello alle lavoratrici e lavoratori per costruire nella scuola lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base e di classe per l’11 ottobre.
È nella lotta quotidiana per strappare risultati concreti che i lavoratori possono ricostruire l’unità che serve in questa fase e che contratti capestro, accordi, “riforme” hanno messo grandemente in discussione, ma hanno, anche, prodotto guasti, reso la scuola sempre più apertamente subordinata agli interessi del capitale. È necessario ribaltare tutte le politiche scolastiche e risolvere tutti i problemi strutturali che, lungi dall’essere risolti, potranno porre anche in questo anno scolastico chiusure di scuole, e/o renderanno la vita scolastica più difficile e complicata, ricorso alla DAD o alla didattica integrata:
–piano di vaccinazione obbligatoria
per tutti con chiara informazione e supporto medico, no ai
profitti capitalistici sulla pelle dei lavoratori e delle masse
popolari
– reperimento di spazi per permettere a tutti gli
studenti di seguire in presenza, No alla DAD né alla Didattica
integrata
– potenziamento dei mezzi di trasporto-
ripristino del servizio di medicina scolastica
-assunzione di
personale docente e ATA, trasformazione dei contratti a tempo
determinato in tempo indeterminato, potenziamento degli organici
-potenziamento della scuola pubblica e copertura
di tutto il territorio nazionale a partire dai nidi, scuola
dell’infanzia . -basta scuole paritarie che sono state finanziate
anche durante il lockdown
– internalizzazione di tutti i
servizi scolastici (assistenza agli studenti disabili- servizio di
pulizia, asili nido…)
– ritiro dell’Accordo sull’ulteriore riduzione del diritto di sciopero nella scuola ARAN-OOSS concertativi
Nessun commento:
Posta un commento