Ancora una
volta gli operai della Pasquinelli hanno trovato amianto, che è nello stato
peggiore proprio quando arriva tra i rifiuti, e quindi si sono dovuti fermare,
perchè si procedesse alle bonifiche previste dalla legge.
Ma ancora
una volta sono gli stessi lavoratori che ne fanno le spese, sia soprattutto
mettendo a rischio la propria salute, sia con le ferie forzate, cioè pagando
loro, gli operai, che sono le "vittime" di questa cattiva
organizzazione del servizio di raccolta e selezione, una parte delle giornate
di fermata del nastro.
Quest'ultimo aspetto, tra l'altro viene attuato anche in contrasto con il contratto tra Amiu e cooperativa che prevede comunque in questo caso l'impiego in altre attività dei lavoratori per i due giorni successivi alla fermata, per evitare che perdano giorni di lavoro o di ferie o stipendio; e viene applicato creando discriminazioni tra gli stessi lavoratori, tra coloro che continuano a lavorare come prima pur nei giorni di bonifica e tutti gli altri.
Quest'ultimo aspetto, tra l'altro viene attuato anche in contrasto con il contratto tra Amiu e cooperativa che prevede comunque in questo caso l'impiego in altre attività dei lavoratori per i due giorni successivi alla fermata, per evitare che perdano giorni di lavoro o di ferie o stipendio; e viene applicato creando discriminazioni tra gli stessi lavoratori, tra coloro che continuano a lavorare come prima pur nei giorni di bonifica e tutti gli altri.
Lo Slai Cobas
sc da anni, in vari incontri con la direzione dell'Amiu ha posto la necessità
di salvaguardare salute e lavoro degli operai e di nettamente migliorare
l'organizzazione del lavoro, sia a monte, nella raccolta dei rifiuti, che
sull'impianto Pasquinelli - si tenga conto che l'amianto è solo il rifiuto più
pericoloso, ma gli operai ogni giorno si trovano a mettere le mani, a respirare
tanti altri rifiuti tossici, di incerta natura (rifiuti ospedalieri, carcasse
di animali morti, ecc. ecc.), che non dovrebbero neanche arrivare all'impianto
dove si devono selezionare rifiuti già differenziati.
Ora chiediamo che non si continui ad eludere più questo problema. Non affrontarlo seriamente è suicida anche per la stessa azienda Amiu che, chiaramente, perde soldi nei giorni di fermata dell'impianto, per i costi delle bonifiche e per una ridotta produttività - Ma anche questo aspetto sembra passare sopra la testa dell'Amiu, che risponde solo, almeno finora, scaricando le "colpe" sui lavoratori ("colpevoli" di bloccarsi a fronte del ritrovamento dell'amianto) e sui cittadini "incivili".
CHIEDIAMO, PERTANTO, UN INCONTRO SERIO PER TROVARE LE SOLUZIONI A QUESTA SITUAZIONE E PER STABILIRE UN PROTOCOLLO DI AZIONE E COMPORTAMENTO (anche con l'ausilio dell'Asl), CHE TUTTI DEBBANO RISPETTARE.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
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