INTERVISTA AL RESPONSABILE DELLO SLAI COBAS SC DI
BERGAMO
sulla
manifestazione del 9 maggio contro i licenziamenti dei lavoratori della
logistica di Brignano
Come è
andata la manifestazione del 9 maggio?
La
manifestazione di Bergamo è andata bene soprattutto dal punto di vista del
passaggio unitario tra i lavoratori della logistica di varie realtà lavorative
e dei sindacati di base che sono presenti nella lotta della logistica.
La
partecipazione – tieni conto che era un giorno lavorativo e vi erano altre
iniziative sindacali nella regione – non è stata grossa, vi erano un centinaio
di lavoratori.
Era presente
una buona delegazione di lavoratori del Si.Cobas, una rappresentanza dell'Usb
regionale; poi altre delegazioni di lavoratori della logistica di altri posti
di lavoro presenti nell'area milanese. Purtroppo non c'erano altri sindacati di
base e alcune forze solidali che pur avevano detto che sarebbero stati
presenti, anche se vi era la difficoltà del giorno feriale e di altri impegni.
Tra i lavoratori vi sono anche dei problemi, timori dopo i licenziamenti, azione dell'azienda di discriminazione-ricatto dell'azienda.
Tra i lavoratori vi sono anche dei problemi, timori dopo i licenziamenti, azione dell'azienda di discriminazione-ricatto dell'azienda.
Nella
manifestazione è stato molto positivo il clima tra i lavoratori delle diverse
organizzazioni sindacali, proletario, unitario: la necessità di unirsi è stata
ribadita da tutti, in particolare dai lavoratori del Si.Cobas.
Durante il
percorso del corteo, molti sono stati gli interventi dei lavoratori.
Oltre la
solidarietà verso gli 11 lavoratori licenziati, gli interventi hanno sottolineato
la necessità della risposta unitaria alla repressione. Ha detto un lavoratore
che se i padroni cercano la repressione, neanche loro devono sentirsi sicuri.
Durante la
manifestazione si è ricordato il lavoratore morto qualche giorno prima – era autista
dell'Italtrans; i lavoratori di Brigano hanno detto che lo conoscevano perchè
lo vedevano spesso in magazzino, e che la sua morte è stata molto sentita tra
di loro.
Voi avevate fatto una richiesta di incontro alla Prefettura
Alla
Prefettura ci hanno fatto trovare una sorta di “zona rossa”, non hanno fatto
arrivare il corteo fino alla prefettura. Il Prefetto (che tra pochi giorni va
via) non c'era e la polizia ha informato che il viceprefetto ci avrebbe
risposto per lettera.
Ma
chiaramente già la “risposta” del mancato incontro del 9 conferma
l'atteggiamento negativo che ha assunto da tempo la prefettura, dopo un
iniziale periodo in cui è sembrato che il Prefetto si volesse assumere la
responsabilità di realizzare un tavolo effettivo di vertenza con la
cooperativa.
Ora
attendiamo al varco il nuovo prefetto per tornare alla carica.
Che valutazione dai della giornata?
Alla fine
della manifestazione, con i lavoratori degli altri sindacati di base, e in
particolare con quelli del Si.Cobas, ci si è lasciati con l'accordo di
rivedersi a breve, per fare altre iniziative comuni.
La
valutazione comune era positiva. Noi pensiamo che la manifestazione del 9
maggio è stata un inizio, un primo passo importante lungo la strada dell'unità
delle lotte della logistica, e della necessità di muoverci in maniera
coordinata a fronte soprattutto degli attacchi repressivi dei padroni. I
lavoratori stanno cominciando a capire e a prendere in mano questa strada e
questo dà più fiducia rispetto alla possibilità di strappare risultati, vincere
sui licenziamenti; e costituisce nei fatti una alternativa, una risposta
concreta all'atteggiamento di lavoratori, anche nostri, che pensano che non c'è
più niente da fare.
Prevedete nuove iniziative?
Le
iniziative di lotta e varie mobilitazione ci sono quasi tutti i giorni, e sono
riprese subito dopo la manifestazione. Rispetto ad altre
iniziative, noi abbiamo lanciato subito l'organizzazione e il sostegno alla
“Cassa di resistenza”; il 9 maggio abbiamo consegnato ai lavoratori licenziati
che non hanno altro reddito, un primo contributo raccolto; sabato 13 maggio vi
sarà una cena solidale organizzata da compagni di Seriate per la cassa di
resistenza; si sta cercando di preparare un concerto a Milano, ma stiamo ancora
trovando il posto.
All'appello
che abbiamo fatto agli avvocati, stanno cominciando a rispondere alcuni, che
non solo danno la propria disponibilità legale ma sostengono la linea di
opposizione che noi vogliamo portare avanti.
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