mercoledì 3 aprile 2019

1 aprile - MORTI PER AMIANTO AL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO

MOVIMENTATA UDIENZA OGGI IN TRIBUNALE
Nell’udienza di oggi, 27 marzo 2019, sono stati sentiti il teste del PM Maurizio Ascione Franco Colombo, lavoratore del Teatro alla Scala dal 1968 al 1995, malato di mesotelioma pleurico che ha ricostruito il suo passato lavorativo, prima come elettricista e poi come fonico, tecnico del suono e profondo conoscitore del Teatro, e il prof Luciano Mutti medico, ricercatore e studioso del mesotelioma che insegna in importanti università in Inghilterra e negli Stati Uniti.
L’ex lavoratore Colombo che è stato esposto all’amianto per 27 anni, ha testimoniato che l’amianto era presente in gran quantità e che non fu mai informato dai dirigenti del Teatro dei rischi che correvano lui e i suoi compagni. Nella sua testimonianza ha ricordato i luoghi e i locali, dove era presente l’amianto: dalle cabine al sipario, (la “pattona” antincendio) che separava il palco dal pubblico, che pesava qualche tonnellata e che, quando veniva calata a fine spettacolo batteva fortemente a terra vibrando e liberando molta polvere. Ha anche ricordato il grande uso di coperte d’amianto usate per i riflettori, spesso deteriorate, e che anche i lavoratori usavano per riposarsi brevemente quando dovevano stare giornate intere nel Teatro per allestire e preparare le scene e gli spettacoli. Il suo racconto è stato più volte interrotto dagli avvocati delle difese dei dirigenti degli imputati che cercavano di metterlo in contraddizione dubbi, ma la verità è emersa.

Dalle 11,30 alle 17,30 è stato sentito il consulente del PM, il prof Mutti, che nel controinterrogatorio delle difese degli imputati è stato sottoposto a una fila di domande pretestuose e fuorvianti tese a screditarlo su argomenti che nulla avevano a che fare con il processo stesso.
E’ comprensibile che ognuno faccia il suo mestiere e gli avvocati dei dirigenti della Scala, lautamente pagati, devono difendere al meglio i loro clienti, ma l’arroganza, la maleducazione, la veemenza dimostrata oggi da alcuni di loro non trova precedenti nei processi in cui finora ci siamo presentati come parti civili.
Lo stesso Pm Ascione ha fatto più volte opposizione alle loro domande pretestuose, e lo stesso hanno fatto più volte gli avvocati delle vittime e delle parti civili, con accesi scontri verbali in aula.
L’arroganza degli avvocati dei manager che intimidisce, disorienta, insinua dubbi, è l’arma che questi signori usano per nascondere una verità storica: che i lavoratori erano costretti a lavorare in ambienti pericolosi e malsani, senza protezioni antinfortunistiche e senza essere informati dei rischi che correvano.
Nella prossima udienza del 5 giugno alle ore 9,30 aula N pianterreno saranno ascoltati altri lavoratori che testimonieranno sull’amianto nel Teatro e ricorderanno i loro compagni uccisi dall’ignavia dei dirigenti.


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