Con
alcune migliaia di lavoratori, provenienti da tutta Italia, abbiamo
invaso Modena per ribadire che i teoremi giudiziari e le misure
securitarie non riusciranno a fermare il movimento autorganizzato dei
lavoratori che in questi anni hanno alzato la testa contro un sistema
fondato su sfruttamento esasperato in termini di bassi salare e
soprusi.
Coincidenza
ha voluto che proprio in queste ore la diramazione emiliana della
Lega di Salvini e qualche compagno di merende hanno alzato il tiro
contro il SI Cobas, invocando una sostanziale messa fuorilegge del
nostro sindacato proprio alla vigilia della conclusione del
processo-farsa ad Aldo Milani: una sorta di malcelata pressione nei
confronti delle Procure, forse nel tentativo di controbilanciare il
successo dell'appello di solidarietà che in questi giorni ha
ottenuto migliaia di adesioni di lavoratori, giuristi, docenti
universitari, personalità della cultura, dell'arte e del mondo
sindacale e politico...
I razzisti in camicia verde possono mettersi
l'anima in pace: prima di loro è stato il Pd, la lega delle
cooperative e il governo Renzi a tentare a più riprese di metterci
fuori legge, ma gli andò molto male. Oggi, come ieri, i lavoratori
rispondono uniti e compatti perché hanno sperimentato sulla propria
pelle che chinare la testa ai ricatti dei padroni e del loro Stato di
Polizia significa autocondannarsi a una vita di schiavitù. Dopo
questa giornata torniamo nelle nostre città ancora più determinati
a sbarrare il passo alle politiche reazionarie di questo governo in
un’ottica classista e anticapitalista. La nostra alternativa a Di
Maio e Salvini non passa per le grigie aule parlamentari ne tantomeno
attraverso la riesumazione di "fronti democratici" assieme
a chi per decenni ha sfruttato e depredato la classe lavoratrice,
bensì per il protagonismo diretto della classe lavoratrice e per la
capacità di quest'ultima di porsi alla testa di un movimento di
massa e indipendente di tutti gli oppressi. Già nelle prossime ore
ci aspettano altre importanti battaglie: su tutte quella contro la
maxi truffa ai danni delle migliaia di lavoratori SGT finiti per
strada dalla sera alla mattina a causa di padroni che dopo aver
sfruttato per anni manodopera a prezzi stracciati, gestiscono i
profitti in maniera spregiudicata e giocano sulla pelle degli operai.
Lunedi alle 9,00 saremo sotto al Ministero del Lavoro per chiedere
conto a Di Maio anche di quest'ennesima porcata. Nelle prossime
settimane dedicheremo i nostri sforzi su tutti l'organizzazione del
primo maggio nella capitale industriale d'Italia, Milano.
Lottiamo
per il pane (salari e condizioni lavorative migliori), ma anche per
le rose (il cambiamento rivoluzionario di questa società basata
sullo sfruttamento).
Siamo
tutti Aldo Milani
Solo
la lotta paga
Toccano
uno-toccano tutti.
SI
Cobas nazionale
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