UN
PRIMO MAGGIO DI LOTTA
ANTI-CAPITALISTA
E INTERNAZIONALISTA
Questo
1° maggio cade in un momento di crescente caos nell’economia e
nella politica mondiale.
È
vicina una nuova recessione.
Si
moltiplicano le tensioni tra le grandi potenze e dentro l’Europa.
È partita una corsa generale agli armamenti.
È partita una corsa generale agli armamenti.
Si
susseguono le catastrofi ambientali.
In
Italia la recessione c’è già da mesi, in un contesto pesantissimo
di precarietà e super-sfruttamento del lavoro.
Dopo
aver promesso mari e monti ai lavoratori italiani, il governo
Salvini-Di Maio, tra una bufala e l’altra, prepara nuove
aggressioni alle condizioni di esistenza dei proletari, estendendo il
lavoro
gratuito e cancellando tutto ciò che nel diritto del lavoro, conquistato in passato con lotte durissime dal movimento operaio internazionale, va oltre i livelli minimi europei.
gratuito e cancellando tutto ciò che nel diritto del lavoro, conquistato in passato con lotte durissime dal movimento operaio internazionale, va oltre i livelli minimi europei.
I
suoi unici primati li ha conquistati nella repressione delle lotte e
nell’infame guerra agli emigranti e agli immigrati.
Nei
piani dei capitalisti, italiani, europei e globali, il prezzo del
caos prodotto dal loro sistema sociale e dalla sua incontenibile
crisi debbono pagarlo le classi lavoratrici.
Ma
proprio l’inasprirsi di tutte le contraddizioni sociali tipiche del
capitalismo sta spingendo alla lotta masse crescenti di sfruttati e
oppressi in ogni angolo del mondo.
In
Medio Oriente le sollevazioni arabe, represse anni fa nel sangue e
disperse con le elezioni, si ripresentano ora con forza in Algeria,
in Marocco, nella indomita Gaza, nella resistenza yemenita. L’Africa
nera é in forte movimento, non solo in Sudan.
La
Cina e l’Asia sud-orientale sono popolate da numerosissime lotte
operaie, spesso femminili.
Un grande sciopero generale ha scosso l’India.
Un grande sciopero generale ha scosso l’India.
Dalle
Americhe sono partiti quel movimento internazionale di lotta delle
donne che ha conquistato un seguito mondiale nonché le prime
risposte di piazza all’internazionale fascistoide di Trump e
Bolsonaro.
Gli scioperi internazionali di Google, Amazon e Ryanair hanno dimostrato che globalizzare le lotte e l’organizzazione di classe contro le imprese globali, oltre che necessario, è realmente possibile.
In Italia, le irriducibili lotte dei facchini della logistica, lo sciopero del 26 ottobre e la mobilitazione del27 ottobre contro il decreto-sicurezza promossi con la massima determinazione dal SI Cobas, lo scioperodell’8 marzo, la “marcia per il clima” del 23 marzo a Roma, la grande manifestazione del 30 marzo a Verona contro il decreto Pillon e in difesa delle conquiste delle donne, ed altri momenti di lotta, hanno avviato un processo di convergenza unitaria delle lotte e rotto l’incantesimo intorno al “governo del cambiamento”.
Gli scioperi internazionali di Google, Amazon e Ryanair hanno dimostrato che globalizzare le lotte e l’organizzazione di classe contro le imprese globali, oltre che necessario, è realmente possibile.
In Italia, le irriducibili lotte dei facchini della logistica, lo sciopero del 26 ottobre e la mobilitazione del27 ottobre contro il decreto-sicurezza promossi con la massima determinazione dal SI Cobas, lo scioperodell’8 marzo, la “marcia per il clima” del 23 marzo a Roma, la grande manifestazione del 30 marzo a Verona contro il decreto Pillon e in difesa delle conquiste delle donne, ed altri momenti di lotta, hanno avviato un processo di convergenza unitaria delle lotte e rotto l’incantesimo intorno al “governo del cambiamento”.
La
natura anti-operaia dell’asse Lega-Cinquestelle, il suo razzismo,
il suo sessismo, la sua sudditanza agli interessi dei capitalisti, la
sua complicità con l’UE e gli Stati Uniti nello scatenare la corsa
a nuove guerre, cominciano ad essere evidenti a un numero crescente
di lavoratori e di giovani.
E altrettanto evidente comincia ad essere la necessità di un fronte unitario di lotta, di classe, anti-capitalista, internazionale e internazionalista.
E altrettanto evidente comincia ad essere la necessità di un fronte unitario di lotta, di classe, anti-capitalista, internazionale e internazionalista.
Per
fermare questo processo, si è fatta più dura la repressione
padronale e statale contro di noi e i movimenti sociali.
L’abbiamo
affrontata senza paura.
Non
ci ha fermato.
E
sempre dalle lotte della logistica parte ora l’appello alla massa
dei lavoratori e lavoratrici ancora disorientati e passivi, a
mettersi in movimento.
Abbiamo
un solo mezzo per uscire dal lungo tunnel dei sacrifici e delle
umiliazioni: affermare i bisogni vitali degli sfruttati in materia di
salari, orari, diritti sociali e politici, conquiste delle donne,
difesa dell’ambiente estendendo la lotta e l’organizzazione di
classe.
Con
l’estensione e la globalizzazione delle lotte e dell’organizzazione
autonoma di classe potremo accumulare la forza necessaria per
resistere, contrattaccare e vincere.
Oggi
più che mai vale il grido di battaglia: proletari di tutto il mondo,
uniamoci!
Abbiamo
da perdere solo le nostre catene.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
MILANO,
PIAZZA XXIV MAGGIO – ORE 14
Sindacato
Intercategoriale Cobas – Coordinamento Nazionale
Nessun commento:
Posta un commento