di
R.
C.
I
nodi come sempre vengono al pettine, ed è notizia di ieri il
riconoscimento, finalmente, della fonte dei problemi che attanagliano
la città di Genova.
Non
la gestione del
post-crollo
del
ponte Morandi, tragedia che ha messo, di nuovo, tristemente in luce
tutti i limiti della gestione privatistica (e quindi
per-forza-di-cose tendente al profitto personale) di un elemento
della vita pubblica, come può essere la manutenzione di uno snodo
fondamentale della viabilità di una metropoli. Non la mancata
applicazione del
Piano
dell’organico
del
porto dei lavoratori delle imprese previsto dalla legge 84/1994,
strumento che sarebbe utilissimo per fare fronte, appunto, alle
conseguenze del crollo del ponte Morandi mediante la somministrazione
di maggiori fondi pubblici per le attività portuali e di trasporto
collegate al porto, e dunque ai lavoratori stessi. Non la cessione
del patrimonio pubblico sanitario per mezzo della
svendita
delle
Farmacie Comunali, un magro bottino oggi che impedisce un futuro
servizio domani ai cittadini e impoverisce la rete di solidarietà
istituzionale verso la popolazione. Bensì, la vera grana del
capoluogo ligure è, udite udite… gli operai in pausa pranzo che si
sparano la sacrosanta accoppiata di mezzogiorno, panino e birra.
«Chiederemo
l’alcol test dopo la pausa pranzo per i lavoratori Fincantieri».
Queste le parole dell’assessore alla Sicurezza del Comune di
Genova, Stefano Garassino. Rispondendo a un’interrogazione del M5S
a proposito del degrado che si riscontra in alcune piazze,
specialmente dove si trovano i cantieri navali, l’assessore in
quota Lega ha individuato nell’operaio in pausa il soggetto su cui
rivolgere le attenzioni delle istituzioni. La zona di Sestri Ponente,
dove si trova il cantieri di Sestri, non rientra fra quelle
interessate dall’ordinanza anti-alcol (a quanto pare, per motivi di
organizzazione di polizia locale), e allora non resta che «chiedere
alla dirigenza di Fincantieri di fare l’alcol test ai lavoratori
che rientrano dalla pausa pranzo. E’ anche una questione di
sicurezza». Quella sicurezza che ovviamente non viene mai tirata in
ballo quando si tratta di abbinarla alla condizione dei luoghi dei
lavori, o alla certezza del pagamento a fine mese degli stipendi, per
non parlare della tenuta dei ponti che si stagliano sopra le case dei
cittadini…
Inutile
riportare gli sbraiti della Fiom-Cgil dinanzi a questo ennesimo
attacco padronale alla dignità dei lavoratori, perché in verità di
ennesima fumo per gli occhi si tratta, visto che la suddetta, col
padrone,
è
scesa direttamente in campo
addirittura
per le prossime elezioni europee. Dinanzi alla precipitazione
generale delle condizioni del paese (economica, politica, culturale),
nonché della stessa città di Genova (sono lontani i tempi del
triangolo produttivo, la proposta del “Regionalismo differenziato”
certifica lo slittamento della produzione che conta verso quella
dell’est), non ci resta che consigliare all’assessore di mettere
da parte l’approccio manettaro e di tornare tra la gente che mira a
rappresentare, individuando i veri problemi dei suoi concittadini.
Magari,
bevendosi una birra in buona compagnia.
Nessun commento:
Posta un commento