24-09-2012
COMUNCATO STAMPA
ILVA, DALMINE, SIDERURGIA….gli operai lavorano per vivere non per morire
una questione di tutta la classe operaia e dell'intera società in cui viviamo.
MERCOLEDI' 26 settembre 2012
PRESIDIO alla TENARIS DALMINE
0RE13-14 PORTINERIA FTM-ACCIAIERIA
SI INVITA LA STAMPA AD ESSERE PRESENTE
Questa iniziativa si inserisce nel quadro della campagna nazionale lanciata dal coordinamento nazionale dello slai cobas s.c, che ha visto una prima iniziativa il 21 settembre alla sede legale dell'ILVA di Milano, ma che proseguirà coinvolgendo sindacati di base, organismi che si occupano della sicurezza e tutte le forze politiche che affermino con chiarezza che nocivo è il capitale e non le fabbriche e gli operai, attraverso assemblee, mozioni, incontri nazionali, con particolare attenzione verso le fabbriche siderurgiche del paese, e attivando con un assemblea a Roma il 6 ottobre la rete nazionale della sicurezza (già protagonista il 18 aprile del 2009 di un grande corteo di migliaia di cittadini e operai che partito dal quartiere Tamburi ha invaso la città di Taranto), per arrivare alla costruzione di una manifestazione nazionale e ad un convegno nazionale a Taranto, per approfondire tutti gli aspetti della questione Ilva all'interno della lotta più generale contro padroni e governo.
Lo Slai Cobas Dalmine, terrà un presidio informazione e denuncia a sostegno della lotta degli operai ILVA e della popolazione di Taranto, per affermare in fabbrica e città una importante battaglia: NON PER CHIUDERE LE FABBRICHE MA PER PRETENDERE SALUTE E LAVORO CONTRO LA LOGICA DEL PROFITTO DI PADRON RIVA E DI TUTTTI I PADRONI, SOSTENUTI DAL GOVERNO.
Quello che sta avvenendo a Taranto, nel più grande polo siderurgico d'Europa, riguarda tutta la società perché: gli operai vanno in fabbrica per vivere non per morire, quindi la nostra salute e quella della popolazione non possono essere messe in contrapposizione al lavoro e alla chiusura delle fabbriche (come vorrebbe l'ecologismo ambiguo), né alle tendenze aziendaliste (sostenute dai sindacati confederali, fim e film in testa) che vorrebbero far pagare agli operai i costi della messa a norma della fabbrica e dell'ambiente con cassaintegrazione o continuando a lavorare a rischio.
QUESTA BATTAGLIA E' CONDOTTA A TARANTO IN MANIERA CHIARA E DECISA SOLO DALLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE, che sta lavorando per far emergere la voce autonoma degli operai, (ogni giorno in balia di due terrorismi: ricatto occupazionale o chiusura della fabbrica), attraverso l'organizzazione sindacale della propria forza in fabbrica, unico modo per tutelare i propri interessi: per una fabbrica messa a norma e per unire tutta la popolazione nella lotta per una città risanata e salvaguardata.
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