sabato 29 settembre 2012

ILVA Ta - 2 giornata di blocchi



Dopo una notte in cui i blocchi sono stati mantenuti da folti gruppi di
operai, questa mattina, 2° giorno di sciopero, ai blocchi gli operai sono
aumentati. Il clima è stato più combattivo di ieri. L'estensione della
partecipazione dimostra che gli operai volevano una risposta di lotta alle
decisioni della Procura e alla staticità delle posizioni dell'azienda.
Durante la mattinata le notizie che via via sono pervenute non spingevano
all'ottimismo e accendevano lo spirito di lotta.
Ferrante, per conto di padron Riva, è tornato ad agitare l'opposizione alla
Procura, sollevando l'argomento che ci sarebbero altre perizie
"scientifiche" che smentirebbero l'emergenza ambientale. Si tratta di
posizioni che dimostrano che l'azienda fa estrema resistenza, non solo alle
decisioni della Procura verso la quale la sua guerriglia giudiziaria è
scontata, ma ad assumersi le sue responsabilità nel rispondere alla denuncia
di forte inadeguatezza dei fondi e delle misure annunciate, e questo,
peraltro, è sostenuto anche dalle OO.SS. che hanno promosso lo sciopero di
questi due giorni. La stessa questione dell'AIA su cui gli operai pongono
fiducia e aspettativa perchè possa comunque autorizzare a produrre, attesa
da un momento all'altro, in realtà il governo fa sapere che il lavoro
procede ma che bisognerà attendere almeno l'11 ottobre.
Queste risposte obiettivamente negative richiedono che la lotta continui e
diventi più incisiva.
Le intenzioni di Fim e Uilm vanno nell'organizzazione di una manifestazione
nazionale a Roma per il 15 o il 17 ottobre; anche gli operai spingono per
una manifestazione a Roma.
I compagni e lavoratori dello Slai cobas, invece sostengono che è meglio
lavorare per uno sciopero generale unitario e di massa in città che unisca
operai e masse popolari e che sia in grado di esercitare moplta più
pressione, costringendo governo e tutte le altre parti a venire a Taranto e
a presentare una soluzione che salvaguardi lavoro, salario e faccia avanzare
radicalmente una reale messa a norma dello stabilimento.


Tra gli operai resta molta confusione, in parti seminata dalle componenti
aziendaliste, in parte proveniente dai livelli di coscienza sindacale che
restano arretrati rispetto alla partita in gioco.
Altri motivi di divisione e di contrasto tra gli operai nascono dalla
posizione della Fiom che ha scelto di non disturbare il manovratore, di non
rispondere alle spinte presenti tra la massa operaia, di non contrastare sul
campo nella lotta e nello sciopero le posizioni aziendaliste tra i
lavoratori e nelle altre OO.SS. Restare in fabbrica a lavorare quando c'è da
lotta su posizioni di classe, è una scelta profondamente sbagliata.
Le proposte provenienti dal Convegno nazionale sulla siderurgia della Fiom,
a porte chiuse, fatte a Taranto oggi, al di là del merito che tratteremo in
altra nota, nascono morte proprio perchè non si misurano col calore di una
tensione e di una mobilitazione che gli operai riversano nei blocchi di
questi due giorni.

In questa situazione difficile cammina, con piccoli passi ma determinati,
l'azione dello Slai cobas per il sindacato di classe. Già da ieri pomeriggio
al blocco della 106 le cose cominciavano a cambiare, capannelli, discussioni
accese, ma anche sostegno aperto.
Questa mattina, prima al blocco della 106, in cui è presente e attiva la
componente aziendalista, quindi anche capi e ingegneri, i focolai di
discussione sono diventati grandi capannelli coinvolgendo circa un centinaio
di operai. E qui gli argomenti usati hanno riguardato l'impegno e l'azione
dello Slai cobas che in generale in questi anni sono stati nascosti e
ostacolati, denigrati da azienda e sindacalismo confederale, quando invece
attraverso numerosi esempi di azione concreta essi sono stati la vera
alternativa di proposta e di azione, prevalentemente esterna, contro padron
Riva, le collusioni del sindacalismo confederale e il clima generale di
timore in fabbrica tra la massa degli operai.
Le forti discussioni emerse hanno spostato l'attenzione e favoriscono la
continuazione del lavoro di chiarimento e organizzazione, nel quadro
necessariamente unitario di questa lotta contro padron Riva, Stato e
governo.
Al blocco della via Appia, il più grande, i capannelli si sono accesi, uno
dietro l'altro con l'arrivo dello Slai cobas. Vi sono state approfondite
discussioni di denuncia della politica di Riva, del ruolo complice sulla
questione sicurezza e salute delle direzioni sindacali, ma anche dei
delegati e Rls - su questo vi è stato un forte accordo da parte degli
operai - sulla battaglia specifica su questo terreno fatta negli anni dallo
Slai cobas anche con la Rete per la sicurezza sui posti di lavoro; altre
discussioni positive sono state sul problema dell'unità necessaria
lavoratori/cittadini, qui lo Slai cobas ha anche chiarito che molte volte
vien presentata dalla stampa, in internet, una contrapposizione che nei
fatti non c'è tra i cittadini dei quartieri, e che viene alimentata
strumentalmente da ambientalisti, che si fanno passare per "cittadini".
Oggi il tentativo di settori sindacali o aziendalisti di isolarci, basato
spesse volte su disinformazione e menzogne sono stati smontati, l'attenzione
e i consensi sono cresciuti.
Intorno alle 13 l'apparato sindacale di fim e uilm fortemente presente oggi
a questo blocco è intervenuto decisamente sollecitando i suoi rappresentanti
che partecipavano alle discussioni a interromperle immediatamente, una mossa
difensiva per ridimensionare e isolare lo slai cobas, per toglierci l'acqua
in cui stavamo nuotando, e un segno di debolezza.
Lo Slai cobas nel suo volantino, letto con crescente attenzione, richiesto
da tanti operai, fa delle proposte concrete che sono unitarie e si rivolgono
a tutti gli operai, che tengono conto dell'emergenza e della fase dello
scontro di classe all'Ilva.
E su questo il lavoro e la battaglia continua.

Il Comitato liberi e pensanti questa mattina non si è visto ai blocchi, la
linea che i blocchi danneggiano la città ha portato in mattinata a
disertarli, per una presenza molto vivace ma abbastanza innocua alla
portineria dei camion delle merci,dove l'attività è estremamente ridotta;
una presenza che non poteva andare oltre una buona discussione con qualche
autotrasportatore.

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