Milano il
caso degli straordinari di Atm: conducenti di bus al lavoro anche per 20 ore di
fila
In servizio dalle 5 del mattino alle 2 di notte: il
contratto prevede turni da sei ore. L'azienda: "Oltre le dieci ore
soltanto in casi eccezionali. Ma non tutte queste persone sono alla guida dei
mezzi pubblici"
di MATTEO PUCCIARELLI
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01 aprile
2015
Dicono che
in Atm, l'azienda dei trasporti pubblici milanesi, sia il segreto di
Pulcinella. Turni di lavoro per gli autisti che a volte toccano le 18 ore, con
punte che — almeno in un incredibile caso, ma che potrebbe non essere unico —
hanno superato le 21 ore consecutive. La cedola che ha potuto visionare Repubblica
parla chiaro: un conducente, una domenica, ha cominciato il suo turno alle 5
del mattino e ha smontato alle 2 di notte del giorno seguente. Con la domanda
che sorge spontanea: quanto è sicura per gli utenti la guida di un autobus dopo
così tante ore di “culo-sedile”, come lo chiamano gli autisti? Prima premessa:
il problema sarebbe circoscritto ai mezzi di superficie, escludendo quindi i
macchinisti della metropolitana. A oggi i dipendenti addetti alla guida di bus,
filobus e tram sono oltre 4mila. «Una certa quota di prestazioni straordinarie
si genera necessariamente per poter far fronte alle fisiologiche fluttuazioni
del servizio nell’arco della giornata della settimana e dell’anno — spiegano da
Atm — Fluttuazioni determinate anche da cause esterne come traffico, sinistri
tra auto private eccetera, eventi che vanno inevitabilmente a influire sul
servizio». Seconda premessa: i conducenti lavorano una media settimanale di 36
ore e sette minuti, con prestazioni giornaliere da sei ore e 30 minuti. Lunedì
scorso i sindacati di base come Usb e Cub hanno scioperato per quattro ore
proprio per denunciare l’eccessiva mole di lavoro e il relativo e massiccio
ricorso agli straordinari. Atm, e forse non a caso, alla richiesta di
comunicare il monte ore straordinari nel 2014 non ha risposto né alle due sigle
né a Repubblica. Aggiungendo però che «per il potenziamento
dell’organico in questione sono in corso le assunzioni di ulteriori 105
autisti, di cui 30 già assunti nei mesi scorsi, 30 che saranno assunti entro
metà aprile e gli altri con un ritmo serrato a seguire». Il punto è che lo
“straordinario monstre” conviene a tutti, fatta ovviamente eccezione per la
qualità e la sicurezza del servizio. Fa comodo agli autisti, che in certi casi
— con oltre 100 ore di straordinario in un mese, quando il massimo consentito è
di 250 ma in un anno — arrivano a guadagnare anche 3mila euro. Fanno comodo ad
Atm, perché assumere costa più che allungare l’orario di un dipendente. Mentre
i sindacati fanno buon viso a cattivo gioco: gridare allo scandalo farebbe solo
perdere consensi tra i lavoratori, oltre che indispettire l’azienda. «Il
rapporto tra autisti e colleghi dell’ufficio orario, la maggior parte dei quali
erano proprio autisti in passato, è la chiave di tutto: loro oggi ti chiedono
di coprire un buco, tu domani gli chiedi qualche turno in più per pagare il
dentista di tua figlia», racconta un conducente. La cui cedola relativa a un
giorno dello scorso agosto dice: inizio turno 09,27; fine turno 01,51, totale
oltre 15 ore.
Va anche detto che i tempi medi di lavoro comprendono il tempo di preparazione dei mezzi, quello necessario per raggiungere le località presa del servizio o di cambio servizio, le pause di guida obbligatorie per legge e le soste al capolinea. «Può capitare che resti fermo un’ora e magari lì ti riposi un po’», dice un altro autista di autobus. Per questo motivo i tempi di lavoro non riguardano soltanto ed esclusivamente l’effettivo servizio di guida. «Gli accordi aziendali frutto della contrattazione — sostiene Atm — prevedono da anni la possibilità di una fascia lavorativa di 14 ore massime al giorno». E però la municipalizzata ammette che «si possono essere verificati casi eccezionali, per lo più negli ultimi mesi dell’anno anche a causa di massicci pensionamenti, in cui sono state riconosciute al conducente prestazioni il cui tempo di lavoro sia superiore alle dieci ore». C’è chi ne fa un questione legata alla sicurezza («E se un giorno metti sotto un ragazzino perché sei alla guida da 13 ore?», ci si domanda dal deposito di viale Sarca 23) e chi una più politico-sindacale: «L’aumento di stipendio legato al maggior lavoro non è una conquista ma un’ovvietà — ragiona un dirigente (critico) della Cgil — e in più così ci scordiamo della necessità di pretendere più assunzioni, che secondo noi dovrebbero essere almeno 500». Intanto la questione arriverà sul tavolo della commissione Lavoro del Pirellone. «Il corretto funzionamento del servizio pubblico passa dall’integrazione del personale mancante e dalla messa al bando aziendale di turni fuori dalla legge», commenta Stefano Buffagni (M5S). E se il problema c’è stato fin qua, figuriamoci con Expo alle porte.
Va anche detto che i tempi medi di lavoro comprendono il tempo di preparazione dei mezzi, quello necessario per raggiungere le località presa del servizio o di cambio servizio, le pause di guida obbligatorie per legge e le soste al capolinea. «Può capitare che resti fermo un’ora e magari lì ti riposi un po’», dice un altro autista di autobus. Per questo motivo i tempi di lavoro non riguardano soltanto ed esclusivamente l’effettivo servizio di guida. «Gli accordi aziendali frutto della contrattazione — sostiene Atm — prevedono da anni la possibilità di una fascia lavorativa di 14 ore massime al giorno». E però la municipalizzata ammette che «si possono essere verificati casi eccezionali, per lo più negli ultimi mesi dell’anno anche a causa di massicci pensionamenti, in cui sono state riconosciute al conducente prestazioni il cui tempo di lavoro sia superiore alle dieci ore». C’è chi ne fa un questione legata alla sicurezza («E se un giorno metti sotto un ragazzino perché sei alla guida da 13 ore?», ci si domanda dal deposito di viale Sarca 23) e chi una più politico-sindacale: «L’aumento di stipendio legato al maggior lavoro non è una conquista ma un’ovvietà — ragiona un dirigente (critico) della Cgil — e in più così ci scordiamo della necessità di pretendere più assunzioni, che secondo noi dovrebbero essere almeno 500». Intanto la questione arriverà sul tavolo della commissione Lavoro del Pirellone. «Il corretto funzionamento del servizio pubblico passa dall’integrazione del personale mancante e dalla messa al bando aziendale di turni fuori dalla legge», commenta Stefano Buffagni (M5S). E se il problema c’è stato fin qua, figuriamoci con Expo alle porte.
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