Continuando
la nostra campagna per la costruzione di uno sciopero generale dal basso, oggi
siamo tornati nella zona industriale di Carini e in particolare nello
stabilimento dell'Italtel, impianto che adesso ospita anche altre aziende come
la Selital e la Comelit.
Lo
spettacolo è desolante, i lavoratori, i pochi non in mobilità o cassa
integrazione, entrano nello stabilimento con il contagocce: in circa un'ora
sono entrati solo una quarantina di lavoratori appartenenti alle tre aziende
citate poc'anzi.
Gli operai
ci hanno confermato i dati raccolti qualche mese fa in occasione dello sciopero
generale regionale dei metalmeccanici per quanto riguarda l'Italtel: 400
lavoratori di cui a lavoro circa 180/200 con una cassa integrazione a
rotazione, uno degli operai ricordava che nel 1989, hanno della sua assunzione,
gli operai erano 1400...
Un operaio
della Selital, azienda con 160 operai, ci ha informato che da domani entra in
vigore il "contratto di solidarietà" e sebbene siano stati revocati
25 licenziamenti, verranno lasciati "a riposo" 120 operai e solo i
restanti 40 continueranno a recarsi a lavorare.
Un operaio
dell'Italtel ha chiesto informazione sul nostro sindacato e sulla nostra
opinione politica, esordendo dicendo che "di scioperi generali ce ne sono
stati già tanti" senza che abbiano sostanzialmente cambiato i rapporti di
forza a favore dei lavoratori.
Abbiamo
quindi avuto modo di spiegare cosa intendiamo noi per sciopero generale dal
basso, ben diverso dalla sfilata rituale dei sindacati confederali, Fiom
compresa, e portando come esempio il modo in cui conduciamo le lotte con i
nostri cobas (blocchi stradali, occupazioni dei palazzi del potere ecc).
Da questa
discussione abbiamo avuto ancora una volta la conferma che il riformismo
politico di partiti di "sinistra" e la concertazione sindacale dei
confederali sono la causa di una sorta di "delusione" da parte degli
operai che spesso si rivolgono a partiti reazionari come il Movimento 5 Stelle,
sebbene molti di essi siano ancora in cerca di un'alternativa reale per
cambiare lo stato di cose.
Infine
abbiamo conosciuto una giovane lavoratrice della Comelit e di conseguenza anche
l'esistenza di questa ulteriore azienda all'interno dello stabilimento, che si
occupa di impianti elettrici.
Alcuni
lavoratori erano già a conoscenza dello sciopero della scuola del 24 Aprile
prossimo a cui li abbiamo invitati come un primo appuntamento di lotta contro
il governo Renzi che per quanto riguarda Palermo si terrà un conentramento a
pza Massimo alle 11 per poi recarsi in Prefettura.
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