"Ella risulta tra i
lavoratori da licenziare", parte il telegramma della K-Flex: 187 operai
perdono il lavoro
Tre mesi di
lotta ai cancelli, dove i lavoratori del colosso da 320 milioni di fatturato
che ha deciso di delocalizzare resteranno ancora. Spedite le lettere di
licenziamento
di
GABRIELE CEREDA
|
28 aprile
2017
Questa
mattina i 187 lavoratori della K-Flex si sono visti arrivare a casa le lettere
di licenziamento. L'azienda le ha inviate tramite telegramma ad ognuno dei
dipendenti messi alla porta. Ma gli operai del colosso della gomma plastica
rimangono in presidio davanti ai cancelli di via Leonardo da Vinci, a Roncello.
L'ultima parola sulla vicenda spetta al giudice, a cui i lavoratori si sono
rivolti per il mancato rispetto degli accordi sindacali. L'udienza è fissata
per giovedì 4 maggio.
Lo scorso 28
dicembre, i sindacati e i proprietari della multinazionale, che detiene il 35
per cento del mercato mondiale degli isolanti, avevano siglato un patto di non
belligeranza. Per un anno l'azienda si impegnava a mantenere invariati i
livelli occupazionali e a non spostare la
produzione dallo stabilimento brianzolo. Un patto messo nero su bianco, controfirmato della
proprietà: la famiglia Spinelli. Pochi giorni dopo, invece, la doccia fredda:
la proprietà decide di delocalizzare. Da qui la scelta delle maestranze di
proclamare lo sciopero e di occupare l'ingresso della
ditta per impedire di portare i macchinari in Polonia, dove è già pronto un nuovo
stabilimento. Uno dei 27 siti produttivi che la K-Flex ha costruito in 11
nazioni diverse a partire dagli anni Novanta.
Nel corso di questi tre mesi al capezzale dei lavoratori scesi in lotta sono accorsi politici di ogni schieramento, Regione e Governo. Ma il muro contro muro ha sempre impedito di trovare una soluzione alla vicenda. Con la K-Flex che ha disertato due dei tre incontri convocati dal Viceministro per lo Sviluppo economico, Teresa Bellanova. Anche l'ultimo incontro, lo scorso 26 aprile in Arifl (Agenzia regionale per la formazione e il lavoro), si è risolto con una fumata nera.
"La K-Flex non è in crisi, fa 320 milioni di fatturato - dichiara Matteo Moretti di Filctem Cgil Monza e Brianza - . I lavoratori di Roncello sono stati inviati all'estero per insegnare ad altri i metodi di lavorazione delle materie, quindi hanno un elevato grado di competenze. Non solo, l'azienda ha percepito oltre 30 milioni di finanziamenti pubblici e la Cassa depositi e prestiti è azionista di cinque stabilimenti nei Paesi asiatici. È un paradosso lasciare a casa 187 dipendenti che hanno fatto la ricchezza di questa azienda, aiutata nella sua espansione anche dallo Stato e dalle tasse pagate dai suoi stessi dipendenti".
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