La difficile
lotta dei lavoratori della logistica richiede l'unità dei lavoratori nella
linea, nelle risposte agli attacchi, nell'azione da portare avanti.
Ciò che è
dannoso e contro questa unità, assolutamente vitale, sono le logiche da
"medagliette", da approfittatori di una situazione, in cui vi sono
anche elementi di difficoltà e confusione tra i lavoratori, con anche una
pratica quanto mai deleteria di trattative sottobanco e accaparramento di
iscritti.
Questa
critica-autocritica, necessità di superamento di questa logica era stato uno
degli argomenti dell'assemblea unitaria del sindacalismo di base operante nella
logistica fatta il 9 aprile a Milano sull'appello dello Slai Cobas per il
sindacato di classe (vedi opuscolo sull'assemblea), in cui nei vari interventi
si era detto:
"...la
pochezza e la miseria politica, di rubarsi gli iscritti ha impedito una
ricomposizione nell'interesse della classe, mentre dove si concentra l'attacco
padronale siamo divisi e frastagliati.
Ribaltare quello che c'è stato finora nel sindacalismo di classe antagonista e vedere se ci sono le condizioni per lavoro comune.
Ribaltare quello che c'è stato finora nel sindacalismo di classe antagonista e vedere se ci sono le condizioni per lavoro comune.
"...Siamo
d’accordo che anche contro questa parte dell’oppressione borghese bisogna rispondere
unendo le forze di chi lotta,
"...ci
dovrebbe essere un pò un salto di qualità nel porre la questione, in effetti
per unificare le lotte, dovremmo uscire dalle nostre tane.
"...nessuno
oggi è autosufficiente... ci sono momenti che la classe dev’essere rimessa
insieme e noi non possiamo dimenticarci qual è il nostro obiettivo comune...
Tutti dobbiamo fare un passo indietro per poi ricominciare a discutere.
"...non
possiamo continuare ad essere frammentari nelle lotte... spesso siamo noi più o
meno “vanitosi”: la mia lotta è meglio della tua, ecc…Per diventare più forti è
assolutamente necessario unirsi.