domenica 31 gennaio 2016

31 gennaio - All'Ilva di Genova solo bluff



Il governo Renzi piscia di nuovo in mano agli operai Ilva  di Genova

Una scartina in carriera ex-sindacalista, la pugliese Bellanova – una di quelle che ha fatto il salto della quaglia nella Cgil, al carro di Renzi - sarà quella che farà l’incontro.
I sindacalisti fiom-lotta comunista, grandi venditori di fumo, abituati a chiamare vittorie per acclamazione, piccoli passi delle vertenze, prima hanno fatto le barricate per avere al tavolo ‘un ministro politico’(?), poi hanno avuto un sottosegretario, tanto per .. ora si dovranno accontentare dell’ultima ‘imbucata alla poltrona’ da Renzi, che a quanto pare ‘nel 2014 aveva avuto posizioni abbastanza controverse sull’accordo di programma’.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe  Coordinamento Nazionale ribadisce:
non è che le forme di lotta, fanno una lotta, di per sè di classe – maservono  obbiettivi e direzione sindacale di classe e qui, nonostante la tradizionale combattività degli operai ilva genova, mancano sia l’una che l’altra
347-1102638
30- 1 -2016



Il Governo Renzi non si smentisce mai. Prima promette la presenza del suo viceministro allo Sviluppo Economico al tavolo di confronto con i lavoratori Ilva e, in meno di 24 ore, lo trasferisce alle Infrastrutture, in nome di un non meglio precisato rimpasto di governo. E, al suo posto, piazza Teresa Bellanova, già sottosegretario al Lavoro ed ex sindacalista che nel 2014 aveva avuto posizioni abbastanza controverse sull’accordo di programma con i lavoratori tradito, nei fatti, dal Governo. Sicuramente si tratta di una sfortunata coincidenza che, sempre casualmente, arriva nel bel mezzo del momento più delicato della trattativa per Ilva. Ma è difficile credere che nessuno a Palazzo Chigi sapesse nulla mercoledì dell’imminente avvicendamento. Decisioni come queste non nascono dal giorno alla notte. O forse si? Delle due l’una: o il Governo ha promesso la presenza del sottosegretario allo Sviluppo Vicari pur sapendo che il giorno dopo avrebbe cambiato ruolo; oppure, forse ancor più grave, la decisione è arrivata dopo la lettera, smentendo di fatto la promessa inviata ai lavoratori. In entrambi i casi, ci troviamo di fronte a un Governo inetto e pasticcione che non mantiene i patti, tradendo la fiducia dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali. Un copione a cui abbiamo assistito già troppe volte in questi anni.



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