sabato 25 luglio 2020

24 luglio - INCHIESTA PER USO ILLEGALE DI ARCELORMITTAL DELLA CASSINTEGRAZIONE COVID -


 LO AVEVA PER PRIMA DENUNCIATO A TARANTO LO SLAI COBAS SC
La Procura di Genova su esposto della Fiom ha aperto un inchiesta per l'uso illegittimo della cassintegrazione per Covid richiesta dall'ArcelorMittal, mentre aveva continuato a lavorare anche nei mesi del lockdown, ipotizzando il reato di truffa ai danni dello Stato.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe a Taranto - dove AM era stata autorizzata dalla prefettura a continuare la produzione facendo lavorare 5mila operai -aveva già nelle scorse settimane sollevato il problema, contestando apertamente questa richiesta aziendale, con argomenti in parte simili all'esposto di Genova-leggi: https://tarantocontro.blogspot.com/2020/07/oggi-prosegue-la-cig-per-tutti-i.html -
Lo Slai cobas a differenza di Genova ha cercato da subito di costruire l'opposizione sindacale. Ma al di là di qualche parola, i sindacati confederali sono andati subito al Tavolo promosso da AM. Invece che sciopero, trattativa - No a parole, Si nei fatti.
Sappiamo bene che non c'è stato accordo tra AM e sindacati a Taranto, così come è stata fatta un'iniziativa proforma all'Inps, ma all'ArcelorMittal a Taranto ormai è in disuso la forma dello sciopero. Gli operai sono stati logorati da scioperi non fatti o revocati, quando erano da farsi, da scioperi che sembravano fatti proprio per non riuscire; l'Usb a sua volta non può pensare di essersi messa l'animo in pace con dichiarazione di scioperi che di fatto non hanno avuto seguito in fabbrica neanche tra i loro lavoratori, se stiamo ai numeri che l'Usb dichiara di organizzare.

Ma naturalmente la questione non è di sigle sindacali, ma di linea e condizioni che si sono in fabbrica. La linea dei sindacati confederali è di premere sul governo, di cui vengono seguiti gli annunci; quella dell'Usb è di appoggiare gli annunci del governo e farsene tramite tra i lavoratori. E questo in particolare a Taranto, dove c'è una campagna elettorale in corso, significa di fatto essere parte di questa campagna. Quella che manca è un'opposizione operaia, una piattaforma operaia e un'alternativa operaia.
Opposizione significa contestare quotidianamente l'azienda con la lotta, per impedirle di fare quello che decide di fare unilateralmente, e non invece dichiararsi "contrari" e chiedere la governo di intervenire.

In questo quadro non c'è solo il problema della cassintegrazione che, comunque si chiami, sta tagliando pesantemente il salario dei lavoratori, fino a circa il 50%; ma c'è il problema della sicurezza, dei diritti dei lavoratori, dell'andazzo in fabbrica con il ruolo dei capi e con la divisione seminata tra operai che non sono quasi mai in cig e operai che lo sono sempre, come tra cassintegrati Ami e cassintegrati Ilva AS che giustamente protestano principalmente con l'Usb perchè vedono sempre più allontanarsi ogni prospettiva di rientro in fabbrica - cosa che peraltro l'Usb non vuole visto che i suoi mivimenti sono dentro il disegno di chiusura dell'Ilva.
Per non parlare dell'appalto dove gli operai, al di là di qualche iniziativa sindacale sono alla mercè e alla coda dei padroni, padroncini, autotrasportatori, ecc., alle prese col problema dei pagamenti da parte di AM dei lavori.
Lo Slai cobas darà alimento al ricorso presentato a Genova, presentando un suo ricorso presso la Procura di Taranto; rilancia con forza non solo il No alla cassintegrazione, ma il Sì assolutamente necessario alla rivendicazione di una cassa pari al 100% del salario come emergenza in fabbrica.
Mentre va sviluppata una lotta seria per la riduzione dell'orario di lavoro e provvedimenti speciali di prepensionamento per gli operai siderurgici in generale, per gli operai di Taranto in particolare anche come risarcimento del costo pagato alla fabbrica della morte e dell'inquinamento.
Slai Cobas sc AM/Appalto Taranto

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